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L’INDECIDIBILE
Il caso o la Provvidenza gli risparmiarono il dono insidioso di poter dire qualcosa sul letto di morte. Non poté scegliere le sue ultime parole, e nemmeno far sapere al mondo se lo lasciava come Phil Dick o come Horselover Fat.
Il 17 febbraio 1982 Dick parlò a lungo a un giornalista che era andato a intervistarlo dell’ultima idea di cui si era infatuato: da quando lo aveva visto in televisione, riteneva che Benjamin Creme, una specie di guru New Age, fosse una delle grandi guide spirituali della nostra epoca tormentata. Incuriosito dalla somiglianza tra le idee di Creme sull’Età dell’Acquario e il messaggio di Tagore, gli aveva spedito alcuni suoi libri e, a mo’ di istruzioni per l’uso, dei brani tratti dall’Esegesi. Si aspettava molto dall’incontro con lui. Detto questo, pregò il giornalista di spegnere il registratore e gli confidò i suoi dubbi su tutto quell’armamentario di concetti. La sera lo richiamò per dirgli che forse le cose che gli aveva detto off the record esprimevano il suo pensiero meglio di quelle di cui la cassetta conservava traccia. Era difficile capire se quel fatto lo angosciasse o lo divertisse. Fu l’ultima volta che parlò con qualcuno.
Due giorni dopo i vicini, preoccupati perché non lo vedevano da un po’ e perché non rispondeva al campanello, fecero sfondare la porta. Lo trovarono per terra, privo di sensi. In un primo momento, all’ospedale, i medici dissero che si sarebbe ripreso, ma nei giorni seguenti ebbe altri due ictus. Non poteva parlare né muoversi; ma dallo sguardo si capiva che era cosciente. Gli diedero l’estrema unzione senza che si potesse sapere se lo desiderasse o no. Poi entrò in coma. Per tre giorni il suo corpo rimase immobile sul letto, tenuto in vita solo da tubi e flebo. Accanto a lui un monitor registrava un’attività encefalica estremamente ridotta, ma presente. Chiunque andasse a trovarlo se ne stava a lungo a fissare la linea scintillante che attraversava senza posa lo schermo nero. A quale forma di pensiero corrispondevano quelle oscillazioni la cui ampiezza si riduceva di ora in ora, quei puntini di sospensione che rifiutavano di diventare un punto fermo? In quale limbo stava andando alla deriva ciò che restava di Phil? C’era una risposta in fondo a quel limbo? E, in caso affermativo, c’era ancora qualcuno in grado di sentirla?
Non so se gli abbiano ricordato che aveva diritto a un terzo desiderio. Non so se, durante l’agonia o dopo, abbia visto faccia a faccia quello che aveva intravisto come in uno specchio, in modo oscuro, e cercato in ogni istante della sua permanenza sulla Terra. Non so se Dio esista, o meglio ritengo che la questione esuli dai compiti di un biografo.
Ma so che per tre notti Doris rimase al suo capezzale e pregò.
In base a quello che lui le aveva raccontato della sua esperienza spirituale, pensava che avesse smarrito la strada, che cercando il Dio vivente avesse trovato solo se stesso e l’angoscia della carne. Ma Lo aveva cercato, Lo aveva desiderato con tutta l’anima, e Doris era convinta che chiunque provi un desiderio simile, così forte, possa smarrire la strada ma non certo perdersi. Se Dio non aveva pietà di Phil, in che cosa consisteva la sua misericordia? A che cosa serviva la comunione dei santi?
Pregò per la sua salvezza, sicura che sarebbe stata esaudita, sicura che in realtà tutti saremo salvati: Cristo è venuto per questo. E proprio perché ne era sicura, si disse che avrebbe recitato quella preghiera ogni giorno per il resto della sua vita.
(Nel momento in cui scrivo è ancora viva e continua a pregare).
Poi l’elettroencefalogramma divenne piatto. E lo rimase per cinque giorni. Per cinque giorni una linea retta attraversò lo schermo, finché, il 2 marzo, staccarono la spina.
Edgar Dick, vecchissimo, lasciò il luogo in cui si era ritirato per andare a prendere il corpo del figlio e portarlo a Fort Morgan, in Colorado, dove da cinquantatré anni c’era un posto pronto per lui. Sulla lapide bisognò incidere solo la data della morte. Quando il corpo di Phil fu deposto accanto a quello di Jane, il vecchio, che fino a quel momento era rimasto impassibile, rivedendo la minuscola bara della bambina scoppiò in lacrime.