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Mela e io ci fidanzammo ufficialmente nel corridoio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il 10 settembre 1975. Sette anni dopo, il 5 agosto, ci siamo uniti in matrimonio. L’estate prossima nostro figlio Cosimo compirà vent’anni.

Di me che dire? Mi chiamo Angelo Conteduca e prelevo il sangue dalle vene. Come fanno migliaia di analisti. Decine di migliaia. Forse milioni.

Non sono più un numero uno. Due volte ho aggredito e picchiato selvaggiamente dei motociclisti che mi tagliavano la strada. Tre volte ho tradito mia moglie. Quattro ho perso discrete somme al videopoker. E cinque sono stato richiamato per motivi disciplinari dalla direzione della clinica dove lavoro.

In tutti i casi lei mi ha perdonato. Non a caso, nella grande città del Nord dove viviamo, Carmela Papella è ormai tra le psicoterapeute più apprezzate – sebbene forse l’unica a dover nascondere ai suoi pazienti un tentativo di suicidio in gioventù. Mi capisce, mia moglie Carmela detta Mela. E con dolcezza, fermezza, premura, cerca anche di capire come ho fatto, grande e grosso come sono, a invischiarmi in questa brutta faccenda della cocaina.

Tonino Papella, in linea di massima, non è più detto lo Storduto. Anzi, ottenuto il diploma con i corsi di recupero, si è perfino iscritto a filosofia (per anni ha vivacchiato fuori corso). Ora fa il saldatore all’impianto siderurgico di Taranto.

È filosofo teoretico, invece, il professor Luca Viale. Ha pubblicato saggi sulla modernità, la polis, l’imperialismo americano. Giovanissimo, è stato eletto consigliere alla Regione nelle liste di Rifondazione Comunista. Attualmente ha una cattedra ad Harvard.

Sabrina Pomponi detta Scopinculo – se, come me, avete trascorso diverse serate davanti alla tv – la ricorderete a Drive In, Paperissima, o anche a Indietro Tutta, dove faceva la ragazza coccodè. Da sette anni è la seconda moglie di Vito La Gioia, e si esibisce ogni venerdì al suo piano-bar.

Dei cafoni ho perso ogni traccia. Qualche anno fa, in un servizio del telegiornale sulla Sacra Corona Unita, mi è parso di riconoscere Scaleno. Ma non so – forse era soltanto uno che gli assomigliava.

È risaputo, invece, che Cugginu gestisca un franchising della Mercedes, con almeno tre filiali nel Nord-est. Ho sentito dire che presto ne aprirà una anche qui.

Quanto alle mie valorose truppe, Sebo Conti ha smesso di fare (e farsi) domande. Sposata la sorella di Franzoso (lui, scapolo, importa camembert e fois gras dall’Alsazia), non ricordo più se viva a Grosseto o a Livorno.

Dopo prolungate somministrazioni di Gerovital, Vito Girone è stato investito da un pirata della strada all’uscita di una farmacia. Aveva trentatré anni, ma nella bara non ne dimostrava più di venti.

Toshiro Mifune, all’anagrafe Carmine Calò, nessuno sa bene cosa faccia. Sta a Torrematta, pare – e aspetta.

Infine Francisco Marinho das Chagas (quello originale): l’altro giorno, per caso, leggo su un quotidiano sportivo che ama ancora il calcio, che sta bene, che trascorre le giornate a Copacabana giocando coi bambini.

C’è anche una sua foto, vedete?

Matò, il tempo passa. Eppure, tutto il resto non passa mai.