19. Amor filiale, deferenza verso i vecchi, Nuovo Confucianesimo
«Bailian! Bailian!» La ragazza bionda scatta in piedi e corre dalla padrona.
La padrona è severa e non le piace aspettare. Voleva il suo tè, e Bailian lo prepara subito. Ormai pensa a se stessa con quel nome - Bailian, "Loto Bianco" - che le hanno imposto i cinesi. Non ricorda quasi più il suo nome originale, quello che le aveva dato la sua famiglia. L'Arizona è così lontana.
L'avevano portata in Cina come schiava, dopo che gli Stati Uniti avevano perso la guerra. Si esprime quasi solo in cinese. Ogni tanto parla inglese con gli altri schiavi americani, ma non si è fatta molti amici. Vengono venduti spesso e i rapporti durano poco.
Bailian sta bene con la famiglia Tien, che l'ha comprata.
Era stata molto male quando l'avevano venduta ad un bordello.
Il signor Tien, invece, la rispetta e le ha insegnato a leggere. Ormai conosce qualche migliaio di ideogrammi.
Non ricorda a memoria tutto il Tao Te Ching di Lao Tzu. Ne mormora ogni tanto le ultime due righe: "La Via del cielo aiuta, non fa danni; la Via del saggio agisce senza lotta" anche se non ha capito bene che cosa siano queste vie. È una vita piatta, ripetitiva, noiosa, quella di Baüian, come quella di quasi tutti gli altri schiavi.
La Cina, con le sue vittorie militari, ha esteso il suo dominio a vaste zone del pianeta. Oltre agli schiavi che ha importato, ha accolto anche scienziati, tecnici e artisti da ogni parte del mondo. L'impero prospera e ha subìto una curiosa regressione. La struttura sociale ed i costumi sono tornati a essere quelli dei secoli passati. C'è di nuovo un imperatore.
Le famiglie nobili predominano e hanno vasti possedimenti.
Oltre alla schiavitù, sono state ripristinate la poligamia, le punizioni corporali e altre consuetudini antiche.
Gli schiavi americani non conservano idee, princìpi e inventivité che avevano fatto grande il loro paese. L'avvenire si profila negativo per tutti.
È una visione triste. Stati Uniti distrutti. Impero cinese vincente, ma retrogrado e pieno di brutte cose resuscitate dal passato. State tranquilli, però. Non succederà. Non è un romanzo avveniristico che abbia qualche probabilità di verificarsi.
Ho solo raccontato a memoria quel che ricordavo dopo cinquant'anni del romanzo Loto bianco (White Lotus) di John Hersey. Secondo alcuni l'ambientazione cinese era incidentale. Hersey avrebbe voluto solo trasporre con un'amara satira la storia della schiavitù degli afroamericani.
Notevole, comunque, l'intuizione di un futuro predominio cinese.
Credo che il più grosso rivolgimento storico degli ultimi secoli sia stato costituito dalla sequenza di rivoluzioni cinesi: caduta dell'impero, repubblica di Sun Yat-sen, guerra col Giappone, rivoluzione comunista vittoriosa nel 1949 e sua graduale evoluzione, disastro della Grande rivoluzione culturale, svolta tecnico-economica liberista, sociale, culturale (vera, questa volta) e scientifica tuttora in corso.
Questi eventi saranno considerati più importanti di quelli della modernizzazione giapponese dalla metà del Diciannovesimo secolo e di quelli delle rivoluzioni americana e francese, che segnarono l'inizio dell'èra moderna. Queste ultime hanno causato anche ingiustizie, persecuzioni e violenze inutili. Quella francese in pochi decenni si corruppe portando all'impero e producendo stragi e distruzioni. Ne sopravvissero alcuni importanti princìpi politici, economici e civili che hanno cambiato il corso della storia mondiale attraverso difficoltà estreme, venendo spesso invocati a sproposito da gente che non li condivideva. Come ho già detto, alcuni degli ideali del 1776 e del 1789 hanno segnato un progresso positivo notevole nella storia umana, anche se sono stati travisati o rispettati solo a parole.
In tempi recenti stanno aumentando le azioni violente.
Vanno dalle minacce di guerra al terrorismo, al vandalismo, ai delitti seriali, e sono per lo più gratùite ed inspiegabili.
Come visto nel Capitolo 2, molte sono compiute da individui e gruppi che si dichiarano monoteisti. I princìpi delle due rivoluzioni sembrano, dunque, inefficaci. Cerchiamo, allora, convergenze di idee, valori e teorie provenienti da varie culture che possano essere composti e ispirare nuovi modi di rendere vivibili le nostre società.
C'è qualcosa di interessante in quello che pensarono, dissero o scrissero Platone, Lao Tzu, Buddha, Cristo, Maometto, Marx. Nessuno di loro, però, ha trovato una chiave che apra ogni porta e spieghi tutto. Alcuni dei loro insegnamenti contengono passi incomprensibili, ingenui, errati o contraddetti da eventi accaduti dopo che erano stati formulati. Non dovremmo tenere troppo in considerazione le parole e le idee di saggi antichi solo perché risalgono a epoche lontane.
È sostenibile, però, che dopo 2500 anni siano ancora validi, malgrado la loro vaghezza, gli insegnamenti di Kong Fu Zi - il Maestro Confucio. Possono essere rilevanti per la riscossa dei vecchi saggi che propongo qui.
Confucio diceva che i giovani devono rispettare i genitori, ascoltarli, seguirne i consigli, obbedire ai loro ordini, apprenderne la saggezza, aiutarli quando si indeboliscono, manifestare gratitudine. Per secoli, il confucianesimo fu insegnato in tutte le scuole cinesi. Il 1º febbraio 1942, in un convegno del Partito Comunista, Mao Zedong ironizzò benevolmente sulla prima frase dei Dialoghi di Confucio, che dice: "Non è piacevole studiare le nostre lezioni e poi metterle in pratica?".
Poi osservò che studiare serve - specialmente se si studia il marxismo-leninismo. Gradualmente, il Maestro cadde in sfavore e poi fu considerato un nemico del comunismo dalla Grande rivoluzione culturale che si opponeva ai quattro vecchiumi: del pensiero, della cultura, della tradizione, dei costumi. Era odiato dalla Banda dei Quattro, che organizzò il movimento "Critichiamo Lin Biao critichiamo Confucio".
Poi tornò in favore con Deng Xiaoping e con i suoi successori fino a Xi Jinping, l'attuale presidente della Repubblica Popolare Cinese, che lo cita spesso.
Gli insegnamenti del Maestro sono stati in parte ripetuti fedelmente, in parte rivisti e modernizzati. Il Nuovo Confucianesimo ha improntato l'approccio pragmatistico al management moderno e alla pianificazione del Rinascimento cinese. Questa seconda grande rivoluzione sta portando forse la Cina a sorpassare gli Stati Uniti e, secondo alcuni, a diventare la prima potenza economica, quindi anche tecnologica e scientifica, del mondo.
La previsione è incerta, come vedremo. Si tratta, comunque, di un grande rivolgimento. Per partecipare a esso, faremmo bene a imparare il cinese. Intanto, però, cinese ed inglese, come tutte le lingue, si evolvono. Entro qualche decennio, per non rimanere esclusi dalle scelte che contano, saremo tutti avviati a parlare chinglish, una lingua franca costituita da un miscuglio di inglese e cinese.
Chi ha un'idea vaga degli insegnamenti di Confucio pensa solo all'amor filiale e alla deferenza verso i "nati prima" (è l'etimologia dell'espressione cinese xiansheng, ed equivale a "signore"). C'è ben di più. Possiamo istituire ed analizzare derivazioni e paralleli fra le virtù e le relazioni confuciane e gli strumenti di management sviluppati dalle civiltà occidentali e da quella cinese moderna. Non si tratta di coincidenze o di semplici nomi. Parlo di strategie personali e collettive, di prescrizioni per il successo, di etica.
La prima prescrizione del Maestro è: "Fai la cosa giusta".
Contiene già l'idea di Taylor che c'è UN solo modo giusto di eseguire qualsiasi operazione. In certo senso implica la teoria e la pratica della Gestione Totale della Qualità (TQM
- Total Quality Management), come dico nell'Appendice 4.
Il secondo insegnamento confuciano è: "Impara". Abbiamo imparato da millenni usando i mezzi migliori a nostra disposizione: l'esempio, la voce, le immagini, gli scritti, le registrazioni, i video e le connessioni in Rete, che sono parte integrante della Tecnologia dell'Informazione e della Conoscenza (ICT- Information and Communication Technology).
Non è una chiave magica, ma un universo di strumenti che evolve e ci offre numerosissime occasioni - oltre a farci correre rischi complessi. Confucio lo avrebbe approvato: dopotutto, predicava di imparare da chiunque ne sappia di più, non necessariamente dai più vecchi.
Il terzo insegnamento - "Non pensare in modi cattivi" è generico. Richiama alla mente le esortazioni di Benjamin Franklin e anche Don't be evil, il motto di Google. Non offre dettagli - riprende i moniti del Maestro sulla creazione di una Società Armoniosa. I risultati della velocissima crescita economica cinese hanno creato una società tumultuosa e incontrollata, piena di ingiustizie sociali e disuguaglianze esasperate. È ben noto quanto queste siano estreme, e da anni incontrano opposizioni forti che hanno precorso gli allarmi lanciati dall'economista francese Thomas Piketty.
Gli insegnamenti di Confucio riguardavano anche l'arte di governare. Un passo dei suoi scritti (qui in una traduzione di mio padre, Giovanni Vacca, del 1912) dice:
Quel che importa essenzialmente, nell'arte di amministrare le faccende dello Stato, è la proprietà di parola. Quando una cosa non si sa, non si dice; ma ogni parola sia appropriata alla cosa. Altrimenti accade che il linguaggio, non esponendo con chiarezza il fatto che importa, gli affari non si disbrigano, le leggi male interpretate non hanno vigore; le punizioni colpiscono a sproposito, e il popolo non sa più quel che abbia a fare. Per la quale cosa il vero uomo di Stato pensa alla parola, prima di dirla, pensa a quel che dice e poi opera. I suoi discorsi non sono mai fuor di proposito.
È vero che la comunicazione è la linfa di ogni attività umana. Sono, dunque, parole e concetti condivisibili, anche se è incerto il significato di testi scritti venticinque secoli fa. (Giusto per fare un piccolo esempio, cent'anni fa mio padre, scienziato e letterato, scriveva "eglino" invece di "essi" o di "loro").
È interessante il concetto di gai zheng ( ZK JE) che si trova nei Dialoghi di Confucio (VII, 30). L'espressione significa "correggere", "migliorare", "rendere giusto". È stata ripresa dalla cultura industriale giapponese e pronunciato kaizen. È la prescrizione di migliorare ogni giorno la qualità del prodotto e i livelli di efficienza rispetto al giorno prima - uno dei modi per conseguire la gestione totale della qualità.
I dettami confuciani, dunque, ripresi e applicati in modo massiccio, non implicano il predominio dei vecchi, specie se essi sono sorpassati e inadeguati. Vanno interpretati come esortazioni a valorizzare - quando lo meritino - le risorse, le memorie, le esperienze, la saggezza degli esperti di ogni età. Le qualità stimate sono: capacità di lavorare in squadra, spirito collettivo, rispetto delle gerarchie, lealtà e dedizione al lavoro, frugalità, apertura all'apprendimento.
Sono le stesse suggerite dal Maestro, dalle scuole del Partito Comunista, dalla teoria dell'organizzazione industriale - in poche parole, dal buon senso.
Come ho già accennato in precedenza, in Cina si parla esplicitamente da decenni di Nuovo Confucianesimo. I successi conseguiti dalla Repubblica Popolare Cinese negli ultimi anni mostrano che è già stato fondato - rispettano e obbediscono non tanto ai vecchi in quanto tali, ma ai vecchi saggi o semplicemente ai saggi che progettano e costruiscono imprese e strutture di buon senso.
Nel primo decennio di questo secolo, l'ideologia introdotta da Hu Jintao (presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 2003 al 2013) includeva il concetto di "Sviluppo Scientifico" dichiaratamente ispirato a concetti e princìpi confuciani. Era un programma che mirava a realizzare una società armoniosa basata sulla meritocrazia, sul socialismo scientifico, sullo sviluppo sostenibile, sulla minimizzazione dei conflitti e sul welfare. Non era certo una formula vuota, ma un insieme poderoso di iniziative, studi, collaborazioni internazionali coronati da clamorosi successi nel settore aerospaziale, in biologia, tecnologia, comunicazioni, trasporti, ICT, nanotecnologia.
La storia di questo rinascimento è interessante. Nella prima metà del secolo scorso l'industria cinese non era molto sviluppata. Imitava quella occidentale, ma senza ottenere risultati paragonabili. Le macchine e gli strumenti che produceva, con attenzione ai costi più che alla qualità, venivano chiamati, con espressione denigratoria, chínese copies.
Dopo la vittoria del Partito Comunista sul Kuomintang di Chiang Kai-shek, il governo di Pechino aveva rapporti stretti con i sovietici. L'economia della Cina fu pianificata centralmente. Il governo decideva come ripartire gli investimenti, definire progetti, prodotti, trasferimenti fra settori e quote di produzione. Per vari anni l'imperativo dominante fu "rispettare o superare le quote di produzione assegnate".
Le statistiche erano tenute riservate, ma sembra che si fosse diffusa l'abitudine russa della pokazukha, l'adozione e diffusione di dati molto ottimisti intesi a mascherare ritardi e inefficienze. In cinese un concetto simile è espresso dalla parola mianzi ("salvare la faccia") - altra antica tradizione.
Dal 1957 al 1977 si passò a stili di management indipendenti da influenze russe. Nel 1958 Carsun Chang (nome con cui era conosciuto il filosofo e pensatore Zhang Junmai) e altri pubblicarono (sia a Beijing, sia a Taiwan) A Manifesto on the Reappraisal of Chinese Culture; Our Joint Understanding of the Sinological Study Relating to World Cultural Outlook ("Un manifesto indirizzato al mondo per la rivalutazione della sinologia e la ricostruzione della cultura cinese"). Ne riporto un passo tratto dalla fine del Capitolo 12, "Le nostre speranze per la cultura mondiale".
L'intelletto razionale va applicato allo studio obiettivo e sobrio di ogni sorta di problemi naturali, sociali e storici.
L'umanità deve anche impegnarsi in un altro tipo di studio che non consideri la natura e gli esseri umani soltanto oggettivamente come oggetto ("bersaglio") di sobri studi. Questa cultura, piuttosto, deve trattare la stessa umanità come una disciplina esistenziale e mirare a che questa disciplina esistenziale gradualmente superi il livello ordinario e raggiunga la saggezza, con le proprie aspirazioni sempre più allargate e la loro saggezza sempre più lucida. Così possono diventare equilibrate e spirituali con grandi emozioni tanto profonde che i nostri petti sono inondati dalla benevolenza della compassione e le nostre menti dalla simpatia.
È un testo conciliante, privo di contenuti ideologici forti.
Non rifiuta la cultura né la scienza europee, che considera basate su "ragione greca, fede ebraica, legge romana".
Questa interpretazione semplicistica si proponeva di contemperare quei tre filoni occidentali con l'approccio culturale cinese di "una sola radice" (yi ben); orientamento che forse precorreva gli approcci più recentemente chiamati "olistici".
Il manifesto è un messaggio irto di astratti. Sarebbe arduo criticarne le asserzioni buoniste. Suppongo contenga verità inespresse, poco comprensibili fuori contesto. Viene citato come importante, e deve esserlo stato, se è stato accettato sia nella Repubblica Popolare Cinese (RPC), sia nella Repubblica di Cina. I due paesi registrano notevoli successi economici, sociali, culturali.
Nel 1978 nella RPC si impose il management della qualità, con l'assegnazione di premi annuali a partire dal 1983.
Dagli anni Novanta si cominciò a certificare la qualità, stabilendo che ne erano responsabili tutti i dipendenti di un'azienda, che doveva essere ricercata in tutte le procedure usate e controllata a tutti i livelli dirigenziali.
I cinesi hanno raggiunto, dunque, una situazione di prosperità, competenza, cultura, anche se ne è ancora esclusa una parte consistente della popolazione. Eccellono nella scienza e nella ricerca. Investono pesantemente in paesi in via di sviluppo. Hanno buoni rapporti internazionali, a parte qualche prepotenza e alcune vertenze territoriali. Hanno un potenziale militare imponente, eccessivo secondo alcuni, ma nettamente inferiore a quello statunitense, come riportato nella tabella che segue.
CONFRONTO TRA FORZE ARMATE DEGLI USA E DELLA RPC.
Nazione: USA - RPC.
Personale militare (in milioni): USA: 1,4 - RPC: 2,3; Spese militari annuali in miliardi di $: USA: 960 - RPC: 100; Spese militari annuali come % del PIL: USA: 4,7% - RPC: 1,65%; Testate nucleari: USA: 5113 - RPC: 250.
L'interesse cinese per la cultura antica, propria e altrui, è diminuito drasticamente. Pare che alcuni turisti cinesi a piazza San Pietro abbiano suggerito: "Perché non radere al suolo questi edifici vecchi e non sostituirli con grattacieli?".
C'è chi si è fatto un'idea della società cinese come di una Shangri-La ispirata da scienza, tecnica e da saggi confuciani liberi da ideologie e dogmi politici e religiosi. È una visione troppo ottimistica. Dovremmo imparare molte cose da loro, ma potremmo insegnargliene parecchie.
Numerosi aspetti negativi dello sviluppo cinese mostrano che non basta riesumare certi condivisibili princìpi confuciani.
Sarebbe vitale trasformare il Dominio della Ragione dal suo stato di spettro a quello di fondamento della società. Ne siamo lontani - ovunque. In Cina il popolo ha poche libertà democratiche. Le proteste del giugno 1989 furono soffocate con centinaia di vittime. Notevole che attualmente il bilancio annuale delle forze di sicurezza interna sia di 120 miliardi di dollari - quasi identico a quello per la Difesa. La tendenza alla liberalizzazione è frenata dal Partito Comunista, che non rinuncia ai suoi poteri di controllo e la teme ritenendo che possa condurre alla caduta del regime, come accadde in URSS con Gorbacëv. I gravi crolli del mercato azionario, gli interventi del governo, gli inefficienti controlli sui trasferimenti di capitali sono segni di contraddizioni che si ripercuotono sull'economia mondiale. Ulteriori svalutazioni dello renminbi danneggerebbero le aziende cinesi, che negli ultimi otto anni hanno contratto debiti per 10 trilioni di dollari.
Ogni anno vengono organizzate oltre centocinquantamila manifestazioni di protesta. Le disuguaglianze economiche sono forti. Il PIL pro càpite annuo è di 7500 dollari statunitensi (quello USA è di 56000), ma ci sono un milione di cittadini milionari in dollari. Un quarto dei cinesi che possiedono un capitale di oltre 16 milioni di dollari ha abbandonato il paese.
È difficile passare da un reddito medio a un reddito alto.
I problemi ecologici sono gravi. I danni annuali all'ambiente ammontano al 9 per cento del PIL e colpiscono in particolare fiumi e laghi.
Sono stati commessi anche gravi errori di pianificazione.
Dal 2011 al 2013 in Cina sarebbe stato prodotto più calcestruzzo che in tutti gli Stati Uniti nel secolo scorso. La superficie urbanizzata è passata da 8800 a 41000 chilometri quadrati tra il 1980 e il 2010. Gran parte degli edifici costruiti è disabitata e costituisce città fantasma. Non sono disponibili dati numerici, ma il fenomeno è descritto chiaramente in Rete (http://www.chinalawblog.com/2013/03/ an-mside-look-at-chinas-ghost-cities.html).
È normale che una storia di successo come quella cinese degli ultimi decenni presenti difetti e zone d'ombra.
Nonostante l'approccio scientifico delle autorità, pare esistano recrudescenze di astrologia, divinazione e religione. Gli standard educativi delle scuole di ogni livello sono cresciuti enormemente. Malgrado l'alto valore delle università cinesi, tuttavia, molti studenti sono andati negli Stati Uniti, dove il 92 per cento di loro, a cinque anni di distanza dal conseguimento del dottorato, è rimasto a vivere.