Venti

 

 Abel e Laurie terminarono di prepararsi. Erano pronti. A uccidere e a lasciare Venezia.

 La canadese andò in cucina e prese un pestacarne appeso sopra il lavello. «Sistemo la stronza.»

 «Non credo che te lo lascerò fare» obiettò Cartagena.

 «Mi pareva che fossi d’accordo.»

 «Ho cambiato idea. Vorrei evitare che un delitto offuschi la mia impresa. Lo sai quanto ci tengo.»

 Lei lo fissò, passando l’utensile da una mano all’altra. «Non ho voglia di vivere al tuo servizio.»

 «Il prossimo sarà tuo e io sarò il tuo fedele complice.»

 «Anch’io ho “voglia”» sottolineò Laurie. «E lo sai che non si può tirarla troppo per le lunghe.»

 «Non ti deluderò, ti chiedo solo di pazientare ancora un po’. E poi, scusa, ma la signora non è una vittima divertente. Possiamo trovare di meglio.»

 «Io li chiamo “esserini”» confidò lei, sbirciando la reazione di Abel.

 «Un termine delizioso.»

 «Dovrai divertirti con me. Ti dirò cosa fare.»

 «Non vedo l’ora.»

 Cartagena tolse il bavaglio alla signora Carol Cowley Biondani e tagliò le fascette che la legavano alla sedia. «Mi limiterò a chiudere la porta» disse il Turista. «Tra qualche ora potrai sfondarla e liberarti. Ti sconsiglio di chiamare aiuto o le forze dell’ordine. Noi abuseremo ancora un po’ della tua squisita ospitalità e disobbedire ai miei ordini significherebbe morire. Hai capito?»

 «Avete rubato qualcosa?» chiese la donna preoccupata per tutt’altro.

 «No, non siamo quel genere di persone.»

 «Allora farò finta che non sia successo nulla. Non voglio avere ancora poliziotti per casa. Sono capaci di spillarmi altri soldi. E comunque ora voglio solo avere la possibilità di chiudermi in un bagno. Credo che questo lo riesca a capire.»

 Venezia era deserta a quell’ora della notte. La coppia non incontrò praticamente nessuno mentre camminava a passo spedito verso il sestiere di Castello. Laurie era abile nello scassinare le serrature e i Liberi Professionisti l’avevano munita dell’attrezzatura migliore.

 Penetrarono nell’appartamento di Lavinia Campana silenziosi come serpenti. La donna stava dormendo. Ma non era sola come si era aspettato Abel. Al suo fianco russava leggermente un uomo.

 La canadese li stordì con il taser. Poi immobilizzò le mani e i piedi dello sconosciuto.

 «Voglio che guardi mentre la strangolo» sussurrò il Turista. «Imbavaglialo ma lascialo dov’è.»

 Laurie apprezzò l’idea e lo legò in modo tale che fosse costretto a guardare.

 «Tu invece nasconditi» aggiunse Cartagena. «Non ti deve vedere, altrimenti racconterà di te agli sbirri.»

 In attesa che i due riprendessero i sensi, il Turista cercò la borsa rossa di Gucci e la infilò nello zaino.

 Pensò che doveva essere un regalo del suo amante. Alla luce smorzata dell’abat-jour sembrava più anziano di almeno vent’anni. Forse era lui il motivo che l’aveva spinta a isolarsi e a non frequentare più l’ambiente dei social media. Un amore complicato, impresentabile.

 L’uomo si riprese per primo. Mugolò di terrore quando si rese conto della situazione.

 «Tranquillo» sussurrò Abel eccitato. «Ucciderò solo lei. Io sono il Turista.»

 Una decina di minuti più tardi la coppia raggiunse il molo dell’Arsenale, dove li attendeva un motoscafo. A bordo c’era solo Pietro, come prevedevano gli accordi. Laurie salì con la pistola spianata, ammanettò Sambo al timone e lo perquisì. Poi controllò l’imbarcazione alla ricerca di esplosivi e localizzatori satellitari. Si muoveva come un soldato addestrato, veloce e meticolosa. Solo quando fu soddisfatta, fece un cenno con la mano e dal buio sbucò Abel Cartagena.

 «Ciao, Pietro.»

 L’ex commissario indicò lo zaino con il mento. «È lì dentro la borsa della donna che hai appena ucciso?»

 «Sì. Te la mostrerei ma non condivido con nessuno i miei trofei.»

 «Non è solo tuo. È anche della tua amichetta. Ormai devi ammazzare in coppia perché non sei in grado cavartela da solo.»

 «Mi vuoi provocare?» ridacchiò il Turista. «Sei un dilettante anche in questo.»

 Laurie gli piantò la canna della pistola sotto il mento. «Chiudi quella cazzo di bocca e dài gas al motore.»

 Abel scomparve sottocoperta. Pietro pregò che mantenesse il patto e chiamasse l’uomo dell’intelligence italiana. La canadese gli fornì le indicazioni per la rotta, scrutando la notte alla ricerca di natanti sospetti.

 Sbarcarono sulla spiaggia del Cavallino, verso Jesolo. Il Turista non lo degnò di una sguardo mentre lesse negli occhi della donna il desiderio di tirare il grilletto. Sambo fu abbandonato alla deriva con il motore in avaria. Non sarebbe andato lontano, pescatori e velisti lo avrebbero avvistato appena spuntata l’alba.

 Pietro rischiò di slogarsi un polso per recuperare le sigarette. Tirò qualche boccata, ma trovò che aveva un sapore orribile e gettò la cicca fuoribordo. Solo allora il petto liberò l’urlo.

 Ad aprire le manette fu un sottufficiale della Guardia Costiera chiamata da un diportista austriaco che aveva scambiato l’ex commissario per un evaso.

 Fu condotto alla Capitaneria di porto nel sestiere di Dorsoduro per accertamenti ma a un certo punto lo lasciarono andare porgendo scuse frettolose.

 Quando uscì, vide il capo di Tiziana che fumava una sigaretta guardando il mare.

 «L’avete liberata?» chiese Sambo.

 «Sì, è salva. Li abbiamo presi tutti, Macheda ha già fatto capire di essere disposto a un accordo.»

 «Che voi accetterete, immagino.»

 «Lo conosco da una vita. È stato il mio diretto superiore per qualche anno ed è un uomo di grande esperienza. Sa benissimo che può risparmiarsi un sacco di rogne se ci consegna i Liberi Professionisti. E sono certo che ci darà la possibilità di sgominare quella banda di pazzi.»

 «Un altro criminale che potrà vivere felice e contento. Come il Turista.»

 «Non potevamo fare diversamente e, se devo essere sincero, sono dispiaciuto per quella donna ma ciò che abbiamo ottenuto ha un valore incalcolabile perché sacrificando una vita, ne abbiamo salvate molte altre.»

 «Chi era?»

 «Si chiamava Lavinia Campana. Il suo amante ha assistito alle scena. Ora stanno arrivando a Venezia giornalisti da tutto il mondo. C’è fermento in città, gli esperti stanno già calcolando gli introiti del turismo dell’orrore.»

 «E quella povera albanese dimenticata in galera? E Kiki Bakker?»

 «E Pietro Sambo?»

 «Che significa?»

 «Che ora andiamo a pranzo e affrontiamo un problema per volta.»