Il racconto Maladie è nato in seguito al fascino esercitato su di me dal mito arturiano e da tutta la matière de Bretagne, risvegliato dalla lettura appassionata – in verde età – di Sigrid Undset e Joseph Bédier nella traduzione di Boy-Żeleński. Più tardi fu la volta della Morte d’Arthur di Thomas Malory. E ancora più tardi Le maschere di Dio, Il potere del mito e L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell.

Quando scrissi Maladie sicuramente non conoscevo ancora questo termine, ma il racconto è un classico esempio del cosiddetto retelling, un sottogenere del fantasy che consiste in uno sguardo diverso su una favola, una leggenda o un mito classici. È chiaro, questo «sguardo diverso» il più delle volte implica un totale rovesciamento dell’elemento classico, con un ribaltamento completo – a volte ai limiti della parodia – dei canoni dei valori classici. Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, un libro che ho amato a prima vista e che considero una pietra miliare del genere, è il mito arturiano raccontato da Morgana la Fata, nella leggenda classica una figura nera e assolutamente malvagia. Chissà che proprio il fascino esercitato su di me dalle Nebbie di Avalon non mi abbia indotto a scegliere come narratore di Maladie il crudele Moroldo, un cattivo che in Bédier esige dalla Cornovaglia un tributo sotto forma di ragazzi e ragazze che ricorda – con buona pace dei classici greci – quello dei giovani dati in pasto al Minotauro?

Maladie uscì su Nowa Fantastyka nel dicembre del 1992. Prima di essere pubblicato, rimase un anno esatto sulla scrivania del redattore. Corre voce che questi avesse qualche problema col testo: non sapeva bene di cosa si trattasse, in quale ambito inserirlo. Non era fantascienza e neppure fantasy, perché non c’erano draghi e neppure elfi, Conan o lo strigo...

Il racconto fu inserito nel Mondo di re Artù, un volume pubblicato dalla casa editrice SuperNOWA nel 1995. Nell’anno successivo, il 1996, per iniziativa del compianto Jiří Pilch uscì in Boemia l’antologia Maladie, col sottotitolo Andrzej Sapkowski e altri undici maghi del fantasy polacco. Passo sotto silenzio i cognomi degli altri undici maghi i cui racconti furono inseriti nell’antologia, perché fare pubblicità alla concorrenza sarebbe come covare una serpe congelata in seno. Prima conseguenza: si riscalda e morde.

Infine, last but not least: Maladie è il mio racconto preferito. Lo è e basta. Non ho altro da aggiungere.