Pomeriggio dorato fu scritto appositamente per l’antologia Tredici gatti, pubblicata dalla casa editrice SuperNOWA nel 1997. Sulla genesi di quest’antologia circolano svariate leggende, e sono inoltre in parecchi ad ascriversi l’onore di esserne stati gli ideatori e gli ispiratori. Tuttavia, se permettete, io conosco bene la verità, ed è la seguente.

Nel 1995 Mirosław Kowalski, capo di SuperNOWA, pubblicò un libro di Tadeusz Konwicki dal titolo Pamphlet contro me stesso. In questo libro il signor Tadeusz dedicava molte parole affettuose al suo gatto Iwan, già famoso grazie al Calendario e la clessidra e al tempo ormai passato a miglior vita.

Dietro le insistenze di Danuta Górska, nota traduttrice nonché grande amante dei gatti, un giorno Kowal mi disse: «Voi scrittori di fantasy siete gattari dal primo all’ultimo, siete tutti cat lovers al cento per cento. Ognuno di voi potrebbe scrivere un racconto che parli di gatti e di questioni gattesche. Per un’antologia. Se scriverete sulle bestiole come Konwicki, altrettanto bene e con altrettanti calore e affetto, l’antologia piacerà al pubblico».

Dunque lavorammo sodo e in folto gruppo: scrissero sui gatti, tra gli altri, Ewa Białołęcka, Marcin Wolski, Gieno Dębski e, naturalmente, il sottoscritto. Da subito, non appena risuonò la parola d’ordine «gatto», decisi di trarre ispirazione da uno dei gatti più famosi della letteratura universale, il Gatto del Cheshire, filosofo dal sorriso assassino. Non posso dire di più sul racconto, bisogna leggerlo e basta.

Dunque mi limiterò a un aneddoto e a una curiosità.

L’aneddoto riguarda le antologie in quanto tali, in particolare le antologie a tema – com’era appunto Tredici gatti –, incredibilmente popolari nella fantascienza e nel fantasy anglosassoni. Nella prefazione a uno dei suoi noti racconti, Roger Zelazny ne ha rivelato la genesi. Dunque, squilla il telefono, all’altro capo del filo c’è Gardner Dozois, che propone a Zelazny di partecipare a un’antologia a tema. Tema: gli unicorni. Zelazny risponde che ci penserà su. Poco dopo il telefono squilla di nuovo, questa volta a mettere in agitazione lo scrittore è un altro autore, che gli propone di scrivere un racconto per un’antologia a tema. Tema: bar e saloon. Zelazny non fa in tempo a riaversi che Fred Saberhagen gli propone telefonicamente di partecipare a un’antologia a tema in preparazione. Tema: scacchi e scacchisti. A quel punto passa George R.R. Martin, ascolta le lamentele di Zelazny sulla mole di lavoro che lo aspetta e trova una soluzione. «Scrivi un racconto che vada bene per tutte e tre le antologie», gli dice scherzando. E così è nato La variante dell’unicorno, in cui un unicorno gioca a scacchi in un saloon. E Zelazny ha chiamato il protagonista Martin, ringraziando in tal modo il suo ispiratore.

Certo, resta da rammaricarsi che da noi le antologie a tema originali o in ristampa siano una vera rarità. Qualora se ne presentasse la necessità, non esiterei ad aggiungerei un saloon e una scacchiera al Gatto del Cheshire.

Ma ora veniamo alla curiosità promessa, che riguarda in particolare Pomeriggio dorato. Non si tratta affatto di una mia invenzione e neppure di una licentia poetica. È andata proprio così: le fotografie rinvenute nel 1997, piuttosto audaci per l’epoca, che testimoniavano l’attrazione non troppo innocente di Lewis Carroll per le fanciulle molto giovani, erano state effettivamente battute all’asta da Sotheby’s, ed esattamente per la cifra indicata nel racconto.

Aggiungo altresì che mi sono visto rivolgere rimproveri e frecciate per avere farcito abbondantemente il testo di Pomeriggio dorato con frasi in non meno di cinque lingue straniere, comprese quelle morte. Dopo la promulgazione della famigerata e bizzarra legge «sulla difesa della lingua polacca» qualcuno si è espresso al riguardo con una Schadenfreude davvero sfrenata. Io, da parte mia, mi permetto di pensare che chi non conosce le lingue sia un imbecille arretrato e degno di pietà, e che andrebbero eliminate per legge non le insegne CAFÉ, SEX SHOP e IRISH PUB, bensì quelle con scritte polacche piene di strafalcioni. Sono queste ultime, come al giorno d’oggi molte altre, a essere criminali, mentre le prime sono chiare e comprensibili a tutti... tranne alle persone affette da cretinismo, si capisce.

Per volere dell’editore, in Tredici gatti fu inserito anche il mio racconto I Musicanti, già noto al lettore. Tuttavia, il fatto che I Musicanti trattasse di gatti era secondario. Fondamentale fu – e qui tradisco il segreto professionale – la circostanza che l’editore fosse a corto di racconti per l’antologia, avendo dovuto respingere molti di quelli ricevuti in quanto roba da veri mentegatti, pardon, mentecatti.

Pomeriggio dorato fu nominato al premio Janusz A. Zajdel per il 1997 durante la Polcon di Białystok del 1998, ma perse all’ultimo, nel ballottaggio finale. Dunque Nel cratere della bomba è rimasto l’unico racconto al di fuori del ciclo dello strigo che sia stato premiato con uno Zajdel.

Per finire, una citazione che chiarisce perché il Gatto del Cheshire, perché altri gatti, perché un’antologia «gattesca». La citazione è tratta dal già citato Pamphlet contro me stesso di Tadeusz Konwicki ed è illuminante. Dopo un lungo brano dedicato al gatto Iwan, il signor Tadeusz scrive: «Il gatto, col gatto, sul gatto... e gli uomini? chiederete. Al diavolo gli uomini».

Nulla da aggiungere, nulla da togliere. Soltanto applaudire.