22

 

 

 

 

La neve era nera di sporcizia lungo le cunette vicino alla parete dell’edificio e tra le macchine parcheggiate lungo il marciapiedi. John Gustav Bieler avvicinò il viso alla vetrina del negozio e guardò dentro. Un camion per le consegne passò di lì emettendo un lungo sbuffo di gas di scarico. Doveva rintracciare Kari Helene. Non era stata da Pascal. Il cellulare che usava per inviare gli SMS era rimasto a casa, in cucina.

Batté sulla porta chiusa a chiave. Greta aveva addobbato i due tavoli di antiquariato con candeline elettriche, di quelle che si mettono sull’albero di Natale, ed altre lucette colorate. Una credenza bianca aveva gli sportelli spalancati. Sui ripiani c’erano gnomi natalizi fatti ai ferri che costavano centosettantacinque corone ciascuno. Attaccate ai manici di alcune tazze di ceramica nere e turchesi, c’erano delle targhette arancioni che reclamizzavano un’offerta speciale.

Lui e Greta avevano litigato violentemente mentre si trovava in ufficio, il giorno prima. Era impossibile provare ciò che era successo al piccolo Gustav quella volta, pensò. Il suo corpicino si era decomposto da tempo. Ma i cadaveri si potevano esumare. Possibile che nel suo scheletro fossero rimaste delle tracce?

E ora Greta sapeva di Rosmarie: non chi fosse esattamente, ma che c’era una donna con cui aveva una relazione. Aveva passato la notte da lei. Greta non voleva che tornasse a casa. Soltanto quella mattina era riuscito a farsi una ragione dell’accaduto.

Era andato a casa varie volte nel corso della giornata, ma non c’era nessuno.

«Greta, apri, porco cane». Batteva con i pugni sulla porta di vetro e aveva notato il foglietto scritto a mano attaccato all’interno. C’era scritto che il negozio avrebbe riaperto il due gennaio. Il negozio era patrimonio personale di Greta. La villetta in Inkognitogata invece era a nome di lui. Lei credeva che fossero indebitati fin sopra i capelli, ma non lo erano affatto. E a prescindere dalla casa di Maiorca, non aveva idea di cosa possedessero. Era tutto nascosto all’estero sotto forma di fondazioni e società finanziarie. Gustav aveva incontrato Rosmarie a una riunione presso l’Ente per la manutenzione e lo sviluppo degli edifici scolastici. Lei era risultata essere davvero preziosa per quanto riguardava passaggi di proprietà tra privati e per far entrare e uscire somme di denaro da diversi conti. Erano andati a Maiorca a vedere la casa che aveva comprato a Cap des Freu.

Era davvero stanco di tutto quanto. Non aveva più bisogno di guadagnare grosse somme, ma adesso si trattava di portare a termine l’ultimo piano e mantenere le promesse che aveva fatto. Non poteva tirarsene fuori e basta. E fare le cose nell’ordine sbagliato poteva risultare pericoloso.

Alcune settimane prima, Rosmarie gli aveva fatto qualche domanda insidiosa. Stock trading, aveva detto lui, e adesso ci si era messa anche Kari Helene a scatenare una spirale di inquietudine.

Guardò delle ragazzine che passavano accanto a lui sul marciapiedi, prese il cellulare e inserì il codice. C’erano molti messaggi ad attenderlo.

Chiamò ancora Greta, ma lei continuava a non rispondere. Lesse i messaggi. Uno proveniva da una poliziotta che gli chiedeva di richiamarla a un numero di cellulare.

Chiuse gli occhi, si girò verso la vetrina e poggiò la fronte sul freddo vetro.

Dolce come la morte
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