CAPITOLO DECIMO: I DUE MARITI

 

«Ascolta, Darchambaux...».

Maigret aveva pronunciato queste parole stando in piedi, e intanto scrutava il volto del cavallante.

Senza nemmeno rendersene conto si era tolto la pipa dalla tasca, ma non si curò di riempirla.

Forse si aspettava tutt'altra reazione. Fatto sta che si lasciò cadere sulla panca della stalla e, chinatosi in avanti con il mento fra le mani, riprese con un diverso tono di voce:

«Mi ascolti... Non si agiti... Lo so che non può parlare...».

La vista di una strana ombra che si profilava sulla paglia gli fece alzare la testa, e attraverso il portello aperto scorse l'inglese ritto sul ponte della chiatta.

Il colonnello, immobile, osservava la scena dall'alto, perché, data la posizione in cui si trovava, la testa dei tre uomini arrivava appena all'altezza dei suoi piedi.

Lucas si teneva in disparte quel tanto che gli permetteva lo spazio angusto della stalla. Maigret, un po' innervosito, proseguì:

«Non la porteremo via di qui... Ha capito, Darchambaux?... Fra qualche minuto io andrò via, e la signora Hortense prenderà il mio posto...».

Era una scena straziante, senza che si potesse dire esattamente perché. Il commissario, suo malgrado, parlava con una dolcezza molto simile a quella della donna.

«Prima di tutto devo farle qualche domanda... Per rispondere basta che lei sbatta le palpebre... Diverse persone possono essere accusate ed arrestate da un momento all'altro... Non è questo che vuole, vero?...

Perciò bisogna che lei mi confermi la verità...».

Intanto che parlava, Maigret non smetteva di fissare il vecchio, chiedendosi chi avesse davanti in quel momento, se il medico di un tempo, il forzato irriducibile, il cavallante abbrutito o, per finire, il feroce assassino di Mary Lampson.

La figura era rozza, i lineamenti sgraziati. Ma gli occhi non avevano forse un'espressione nuova, del tutto priva di ironia?

Un'espressione di infinita tristezza.

Per due volte Jean cercò di parlare. E per due volte si udì un suono che assomigliava al gemito di un animale, mentre le labbra del moribondo si imperlavano di una saliva rossastra.

E sulla paglia Maigret vedeva sempre l'ombra delle gambe del colonnello.

«Quando è partito per la colonia penale, tanto tempo fa, lei era convinto che sua moglie avrebbe mantenuto la promessa, che l'avrebbe seguito laggiù... E' sua moglie che lei ha ucciso a Dizy!...».

Neppure un sussulto! Nulla! Soltanto, il volto di Jean divenne ancor più livido.

«Sua moglie non è venuta e... lei si è perso d'animo...

Ha deciso di cancellare tutto, anche la sua personalità...».

Ora Maigret parlava più rapidamente, come preso dall'impazienza. Aveva fretta di finire. E soprattutto temeva di vedere Jean soccombere nel bel mezzo di quel tremendo interrogatorio.

«L'ha ritrovata per caso, quando ormai era diventato un altro uomo... E' successo a Meaux, vero?...».

Ci volle un bel po' prima che il cavallante si decidesse a sbattere docilmente le palpebre in segno di assenso.

L'ombra si mosse, mentre la chiatta oscillava per un attimo al passaggio di un battello a motore.

«Era rimasta tale e quale!... Bella, affascinante, piena di vita!... Sul ponte dello yacht ballavano...

Non ha pensato subito di ucciderla... Altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di portarla prima a Dizy...».

Chissà se il moribondo era ancora in grado di sentire...

Disteso com'era, doveva vedere il colonnello proprio al di sopra della sua testa. Ma i suoi occhi non esprimevano nulla! Nulla, almeno, che si potesse decifrare.

«Sua moglie aveva giurato di seguirla ovunque...

Lei era stato in galera... Adesso abitava in una stalla...

E all'improvviso le è venuta l'idea di riprendersela, così com'era, con i suoi gioielli, il viso truccato, l'abito bianco, e di farle provare come si vive sulla paglia...

Non è vero, Darchambaux?...».

Le palpebre non si mossero. Ma il petto si sollevò, e si udì un nuovo rantolo. Lucas, che non ne poteva più, si agitò nel suo angolo.

«E' andata così! Lo sento!» esclamò Maigret, parlando a un ritmo sempre più frenetico. «Davanti alla donna che era stata sua moglie, Jean il cavallante, che aveva quasi dimenticato il dottor Darchambaux, ritrovava i ricordi, il soffio del passato... E una strana vendetta ha cominciato a prendere forma... Una vendetta?... Forse... Ma più che altro l'oscuro bisogno di abbassare al proprio livello la donna che aveva promesso di essere sua per tutta la vita...

«E Mary Lampson ha vissuto per tre giorni nascosta in questa stalla, quasi di sua volontà...

«Perché aveva paura... Paura di quel fantasma che, lo intuiva, era pronto a tutto, che le ordinava di seguirlo!...

«Una paura accresciuta dalla consapevolezza della vigliaccheria commessa...

«E' venuta senza farsi pregare... E lei, Jean, le ha portato un po' di carne in scatola, del vino rosso...

L'ha raggiunta per due notti di séguito, dopo le interminabili tappe lungo la Marna...

«A Dizy...».

Il moribondo riprese ad agitarsi. Ma era spossato, e ricadde inerte, come un fantoccio.

«Si sarà di certo ribellata... Non poteva più sopportare una vita simile... Ma piuttosto di lasciarla andare un'altra volta lei l'ha strangolata in un accesso di furore... Poi ha trasportato il cadavere nella stalla vicino al caffè... E' andata così?».

Dovette ripetere la domanda cinque volte, e alla fine le palpebre si mossero.

«Sì...» dicevano, indifferenti a tutto.

Si udì un leggero rumore sul ponte. Il colonnello aveva fermato la padrona, che voleva entrare. E lei obbedì, impressionata dalla sua aria severa.

«L'alzaia... La solita vita lungo il canale... Ma lei, Jean, non era tranquillo... Aveva paura... Paura di morire... Paura di essere catturato... Paura della galera... E soprattutto una paura atroce di dover lasciare i suoi cavalli, la sua stalla, la sua paglia, quell'angolino che era diventato il suo universo... Allora, una notte, nei pressi di una chiusa, ha preso la bicicletta del guardiano... Le avevo fatto delle domande... E lei ha capito che avevo dei sospetti...

«Ha pedalato fino a Dizy, deciso a fare qualcosa, qualsiasi cosa, pur di allontanarli da sé...

«Giusto?...».

Adesso Jean era perfettamente calmo, tanto che lo si sarebbe potuto credere morto. Il suo viso esprimeva soltanto noia. Ma ancora una volta le sue palpebre si abbassarono.

«Quando è arrivato sul Southern Cross le luci erano spente, come se tutti dormissero. Sul ponte c'era un berretto da marinaio, messo lì ad asciugare... Lei l'ha preso, poi è andato nella stalla a nasconderlo sotto la paglia... Voleva sviare le indagini, farle convergere sugli ospiti dello yacht...

«Non poteva sapere che Willy Marco, che era solo sul ponte, e l'aveva vista prendere il berretto, la seguiva come un'ombra... L'ha aspettata vicino alla porta della stalla, ed è lì che ha perso il gemello da polso...

«Ormai si era insospettito, e le è venuto dietro fino al ponte di pietra, dove lei aveva lasciato la bicicletta...

«Le ha forse detto qualcosa?... O lei ha sentito un rumore alle sue spalle?...

«C'è stata una lotta... Lei l'ha ucciso, con quelle mani terribili che avevano già strangolato Mary Lampson... E ha trascinato il cadavere fino al canale...

«Poi dev'essersi incamminato a testa bassa... Sulla strada ha visto qualcosa che brillava: il distintivo dello Yacht Club... E per ogni evenienza, pensando che appartenesse a qualcuno, o forse perché lo aveva visto all'occhiello di Sir Lampson, l'ha buttato per terra nel punto in cui era avvenuta la lotta... Mi risponda, Darchambaux... E' così che si sono svolti i fatti?...».

«Ha un guasto, La Providence?...» chiese a gran voce un altro battelliere passando con la sua chiatta così vicino che si vide la sua testa sfilare all'altezza del portello.

E, cosa strana e inquietante, gli occhi di Jean si inumidirono. Sbatté rapidamente le palpebre, come per confessare tutto, per farla finita. Da poppa, dove era ferma in attesa, si udì la padrona che rispondeva:

«E' perché Jean si è ferito...».

Allora Maigret, alzandosi:

«Ieri sera, quando ho chiesto di vedere i suoi stivali, lei ha capito che sarei fatalmente arrivato alla verità...

Così ha deciso di uccidersi, e si è gettato nei vortici della chiusa...».

Ma il cavallante era così debole ed aveva il respiro così affannoso che Maigret non aspettò nemmeno la risposta. Guardandosi attorno per l'ultima volta, fece un cenno a Lucas. Nella stalla entrava un raggio di sole obliquo che illuminava l'orecchio destro del vecchio e lo zoccolo di un cavallo.

Non c'era più niente da aggiungere, e i due uomini si accinsero a uscire. Fu allora che Jean, incurante del dolore, gli occhi spiritati, cercò di sollevarsi in un ultimo disperato tentativo di parlare.

Maigret non si rivolse subito al colonnello, ma con la mano fece segno alla padrona di avvicinarsi.

«Allora, come sta?...» chiese la donna.

«Gli resti vicino...».

«Posso?... Non verrà nessuno a...?».

La donna non concluse la frase, impietrita dai richiami indistinti di Jean, che sembrava aver paura di morire senza nessuno accanto, e corse nella stalla.

Seduto sull'argano dello yacht con una sigaretta in bocca e il solito berretto bianco di traverso, Vladimir stava unendo due cime.

Dalla chiatta, Maigret chiese all'agente che aspettava sulla banchina:

«Cosa c'è?».

«E' arrivata la risposta da Moulins...».

E gli tese un foglio su cui c'era scritto soltanto:

«La fornaia Marie Dupin dichiara che a Étampes risiedeva una sua lontana cugina di nome Céline Mornet».

Allora Maigret guardò il colonnello, che adesso poteva vedere dalla testa ai piedi. Portava il berretto bianco con il grande stemma, e i suoi occhi erano appena annebbiati, segno che aveva bevuto relativamente poco.

«Lei sospettava già della Providence?» gli chiese a bruciapelo.

Era così evidente! Anche Maigret avrebbe pensato alla chiatta se i suoi sospetti non si fossero inizialmente concentrati sugli ospiti dello yacht!

«Perché non mi ha detto niente?».

La risposta fu degna del dialogo avvenuto a Dizy fra Sir Lampson e il giudice istruttore.

«Volevo fare da solo...».

E in questa frase c'era tutto il disprezzo del colonnello nei confronti della polizia.

«Il mio moglie?...» chiese dopo una breve pausa.

«Come lei ha detto, e come ha detto Willy Marco, era una donna affascinante...».

Non c'era ironia nelle parole di Maigret, che del resto era più attento ai rumori che provenivano dalla stalla che non alla conversazione.

Si sentiva il mormorio soffocato di una sola voce, quella della donna, che sembrava intenta a consolare un bambino malato.

«Quando ha sposato Darchambaux era già attratta dal lusso... E probabilmente è per questo che lui, medico privo di mezzi, ha aiutato la zia a morire...

Non intendo dire che lei sia stata sua complice... Dico che Darchambaux l'ha fatto per lei!... E lei ne era consapevole al punto che in tribunale ha giurato di seguirlo dovunque...

«Una donna affascinante... Il che non significa un'eroina...

«La voglia di vivere è stata più forte... Comprensibile, no, colonnello?...».

C'era il sole, ma anche vento e nuvoloni minacciosi.

Con quella luce ambigua, poteva mettersi a piovere da un momento all'altro.

«Di rado si torna dalla galera!... E lei era bella...

Aveva tutto a portata di mano... L'unico impedimento era il nome... Così, sulla Costa Azzurra, dove aveva conosciuto un primo ammiratore disposto a sposarla, ha avuto l'idea di farsi mandare da Moulins l'atto di nascita di una lontana cugina...

«Facile, no? Così facile che adesso si parla di prendere le impronte digitali dei neonati per apporle sui registri dell'anagrafe...

«Poi ha divorziato, e si è risposata con lei...

«Una donna affascinante... Non cattiva, ne sono sicuro... Ma amava la vita, vero?... Amava la gioventù, l'amore, il lusso...

«Solo che ogni tanto aveva come dei ritorni di fiamma che la inducevano a fughe inspiegabili...

«Sono certo ad esempio che ha seguito Jean non tanto perché la minacciava quanto per il bisogno di farsi perdonare...

«Il primo giorno, nascosta nella stalla della Providence, in mezzo a quegli odori forti, l'idea di espiare le sue colpe deve averle procurato una soddisfazione morbosa...

«La stessa di un tempo, quando aveva gridato ai giurati che avrebbe seguito il marito in Guyana.

«Graziose creature, sostanzialmente buone, propense magari ai gesti teatrali, ma sempre a fin di bene...

«La vita, però, con le sue vigliaccherie, i suoi compromessi, le sue esigenze imperiose, è più forte di loro...».

Il commissario aveva parlato con foga, ma senza smettere di prestare orecchio ai rumori provenienti dalla stalla e di seguire con lo sguardo i battelli che entravano od uscivano dalla chiusa.

In piedi davanti a lui, il colonnello teneva la testa bassa. Quando la rialzò, fu per guardare Maigret con evidente simpatia, forse anche con malcelata commozione.

«Viene a bere qualcosa?» chiese indicando lo yacht.

Lucas si teneva in disparte.

«Se occorre, chiamami...» gli disse il commissario.

Tra loro non c'era bisogno di spiegazioni. L'ispettore aveva capito, e rimase lì a sorvegliare silenziosamente la stalla.

Il Southern Cross era in perfetto ordine, come se non fosse successo niente. Sui tramezzi di mogano della cabina non c'era nemmeno un granello di polvere.

In mezzo alla tavola, una bottiglia di whisky, un sifone di seltz e qualche bicchiere.

«Resta lì fuori, Vladimir!...».

Maigret provava un'impressione del tutto nuova.

Stavolta non era salito a bordo per cercare di scoprire un brandello di verità. Si sentiva più a suo agio, meno aggressivo.

E il colonnello lo trattava come aveva trattato il signor Clairfontaine de Lagny.

«Sta morendo, vero?...».

«Da un momento all'altro... E lo sa da ieri...».

Il seltz schizzò dal sifone, e Sir Lampson esclamò in tono solenne:

«Alla salute!...».

E Maigret bevve, con la stessa avidità del suo ospite.

«Perché se n'è andato dall'ospedale?...».

Il ritmo della conversazione era lento. Prima di rispondere il commissario si guardò intorno, osservando la cabina nei minimi particolari.

«Perché...».

Cercava le parole adatte, e intanto il colonnello stava già riempiendo di nuovo i bicchieri.

«... Un uomo senza legami... che ha tagliato i ponti col passato e con la sua personalità di un tempo... deve pure attaccarsi a qualcosa!... E lui aveva la sua stalla, con quell'odore tipico... i cavalli... il caffè bollente alle tre del mattino, prima di riprendere a camminare fino a sera... La sua tana, se vogliamo!... Il suo rifugio... Pieno di calore animale...».

Maigret guardò il colonnello negli occhi, ma l'altro girò la testa. Poi, prendendo il bicchiere, aggiunse:

«Ci sono tane di ogni genere... Tane che sanno di whisky, di acqua di Colonia e di donne... Dove si suonano dischi e...».

Si interruppe per bere. Quando rialzò lo sguardo, Sir Lampson aveva già fatto in tempo a scolarsi un terzo bicchiere.

E fissandolo con i suoi occhi sporgenti, un po' annebbiati, gli tese la bottiglia.

«No, grazie...» protestò Maigret.

«Yes!... Ho bisogno di...».

E il suo sguardo sembrava esprimere un sentimento d'affetto.

«Il mio moglie... Willy...».

In quell'istante nella mente del commissario balenò un pensiero. Sir Lampson non era forse solo e smarrito quanto il cavallante che stava per morire nella sua stalla?

Ma almeno Jean aveva accanto a sé i propri cavalli e una donna dai modi materni.

«Beva!... Yes!... Mi chiedo... Lei è un gentleman...».

Lo stava quasi implorando, e gli tendeva la bottiglia con un'espressione un po' imbarazzata. I passi di Vladimir, che andava su e giù senza sosta, echeggiavano sul ponte.

Maigret gli porse il bicchiere, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta. Si udì la voce di Lucas:

«Commissario!...».

Appena entrato nella cabina, annunciò:

«E' finita...».

Il colonnello non si mosse, ma seguì con lo sguardo i due uomini che si allontanavano mesti. Quando

Maigret si girò, lo vide buttar giù d'un sol colpo il whisky che gli aveva appena versato e subito dopo lo sentì gridare:

«Vladimir!...».

Un gruppetto di persone, udendo dei singhiozzi, si era fermato sull'argine, vicino alla Providence.

Era Hortense Canelle, la padrona, che, inginocchiata accanto a Jean, continuava a parlargli anche se l'uomo aveva cessato di vivere da qualche minuto.

Il marito, sul ponte, spiava l'arrivo del commissario, e come lo vide gli saltellò incontro esile ed agitatissimo, mormorando angosciato:

«Cosa devo fare?... E' morto!... Mia moglie...».

Una scena che Maigret non avrebbe dimenticato: giù nella stalla, che i due cavalli riempivano quasi per intero, un corpo raggomitolato su se stesso, con la testa mezzo sepolta fra la paglia. E i capelli biondi della donna che catturavano tutto il sole, mentre lei piangeva sommessamente ripetendo ogni tanto:

«Il mio piccolo Jean...».

Come se Jean fosse stato un bambino, e non quel vecchio duro come la roccia, che con il suo fisico da gorilla aveva ingannato perfino i medici!