19

India

«Mi concedi l’onore di cenare con me, India Crowley?»

Faccio un cenno con la testa, ancora incredula di essere proprio io la donna a cui William porge il braccio per uscire.

Prima di andarmene, oggi, ho lottato con me stessa, con i miei sentimenti e le mie insicurezze sul fatto di essere il tipo di donna che un uomo come William Walker potrebbe mai amare.

Ora che mi ha invitato a cena non c’è altro posto dove vorrei essere se non insieme a lui.

«Abbiamo perso la nostra prenotazione» mi dice mentre guida verso una destinazione a sorpresa.

«Non importa. Possiamo semplicemente prendere del cibo da asporto, è semplice.»

«E che cibo da asporto sia, allora.» Andiamo al fast food più vicino, dove ordiniamo due grandi cheeseburger con patatine fritte e bevande. Quindi ci spostiamo al Navy Pier, il bellissimo molto sul litorale del lago Michigan dove potremo cenare osservando le luci che si riflettono sull’acqua.

Sto tremando per tutte le cose che vorrei dirgli, ma non riesco a trovare le parole. Lo amo, questo è certo. È un sentimento esaltante e spaventoso e capisco di non essere mai stata davvero innamorata prima d’ora.

William guarda l’acqua, il suo pasto è intatto e onestamente neanche io ho toccato la mia porzione. Mi limito a studiare il suo profilo, quando all’improvviso infila la sua mano nella mia e la stringe per attirare la mia attenzione. La pelle mi formicola al contatto.

«Allora, suppongo che ti starai chiedendo perché…»

«Non sei andato a cena con Montana» lo interrompo.

William sorride mentre con lo suo sguardo si sofferma sui miei lineamenti, gli occhi sono illuminati da un luccichio di attesa.

Diglielo, India. Abbassa la guardia e diglielo!

Apro la bocca per parlare, ma non riesco a dire nulla, è il rossore che mi sale al viso a parlare per me. Proprio io, che con lui ho sempre avuto la battuta pronta, sono rimasta senza parole.

«Non sono, né sono mai stato interessato alla tua amica, India. O a chiunque altra da quando hai iniziato a lavorare per me. Fin dal primo giorno sono stato ossessionato, turbato, confuso e catturato da te.»

Sono così sconvolta dalla sua ammissione che non riesco a replicare, se non con un respiro tremolante che fa sorridere William.

«Dal primo giorno in cui ti ho vista» continua osservandomi da vicino per leggere la mia reazione, «ti ho desiderata con tutte le mie forze. Contro la mia stessa volontà. Contro ogni istinto che mi diceva di correre lontano. Ho cercato di fare la cosa giusta, anche se ha significato allontanarti da me in modo più rude di quanto intendessi fare. Ma finalmente ho capito quanto mi sbagliassi. Farmi intimorire dalla cosa migliore che mi sia capitata nella vita è stato incredibilmente stupido da parte mia.»

Io rido a crepapelle. «Hai paura di me?»

William ci riflette, accigliato. «Ti ammiro. Ti voglio. Non ho paura di te, ma mi spaventa il modo in cui mi sento esposto quando ci sei tu. E di come mi sono innamorato di te… completamente.»

Sembra mortificato, come se non fosse sicuro che il suo amore sarà ben accolto. Mi sento quasi soffocare dall’emozione di questo momento.

«William, sì, abbiamo avuto un inizio difficile, ma da parte mia ho contribuito parecchio ai nostri battibecchi. Anche tu mi hai spaventato. Lo fai ancora.»

Mi prende la mano per posarvi un bacio, guardandomi intensamente. «Non devi avere paura. Hai già visto il peggio di me, te lo assicuro. Ma tu riesci a tirare fuori il meglio della mia personalità, ed è quest’uomo migliore che vorrei tu conoscessi, India.»

«L’ho già fatto.» Mi ama! Anche lui mi ama!

Non riesco a resistere e lo bacio sulle labbra stringendolo teneramente fra le mie braccia. Poi lo prendo per il collo della camicia e lo attiro ancora più vicino a me. «Portami da qualche parte.»

«Dove vorresti andare?» mi chiede sussurrandomi all’orecchio.

«Ovunque possiamo stare da soli, in privato.»

Mi prende il viso tra le mani e mi dà un lungo, intenso, delizioso bacio. Continuiamo a rubarci baci mentre andiamo verso un hotel a cinque stelle nel vivace Magnificent Mile, dove ci registriamo per la notte.

«Non ho davvero bisogno di una stanza elegante. Sarei stata bene anche sul sedile posteriore della tua macchina e…» Mi fa tacere posandomi un dito sulle labbra mentre chiude la porta della suite alle nostre spalle.

«Non mi piace fare le cose a metà. Non con te, soprattutto. Quindi lascia che me ne occupi io, va bene?»

Mi prende in braccio e mi trasporta così lungo il corridoio, io ridacchio come una ragazzina contro il suo petto. Sono così felice che mi manca il fiato mentre gli avvolgo le braccia attorno al collo.

Mi lascia solo per adagiarmi sull’enorme letto della suite, poi mi slaccia i bottoni del vestito e me lo fa scivolare via dalle spalle. Mentre mi spoglia posa una traccia di baci incendiari sulla mia pelle, poi mi libera in fretta del reggiseno che rivela i miei capezzoli inturgiditi. È una dolce tortura quando poggia le labbra sulle mie areole rosa scuro che si tendono provocanti verso la sua bocca affamata. Gemo contro le sue labbra e lo attiro più vicino, il mio mondo si inclina sul suo asse mentre un’ondata di caldo piacere mi attraversa.

Sono quasi spaventata dalla sua intensità e mi tiro indietro per un momento, anche William si ritrae. Una ciocca di capelli gli cade sulla fronte. È bellissimo e lo desidero disperatamente.

«Hai paura? Non ti farò del male. Te lo prometto. Se mai dovessi esagerare, tu più di chiunque altro, India, sai esattamente come domarmi.» Mi mordo il labbro inferiore, sorridendo per come mi prende in giro, perché ha ragione. So come gestirlo, eppure tutto quello che voglio è la possibilità di amarlo.

Impulsivamente bacio le sue labbra calde e dure, afferrandomi con forza ai suoi capelli, mentre lui incornicia il mio viso tra le sue mani grandi divorandomi la bocca. Quindi fa scorrere una mano lungo il mio corpo in una carezza lenta e infinita, sfiorando delicatamente ogni parte di me.

Ansimo a ogni suo tocco e quando lo sento danzare con le dita sotto l’orlo del mio perizoma, stuzzicando la mia intimità, non posso fare a meno di inarcarmi invogliandolo ad andare ancora più in profondità dentro di me.

«Non riesco nemmeno a trovare le parole per descrivere quanto sei bella in questo momento» mi sussurra prima di baciarmi di nuovo, avidamente, mentre l’orgasmo mi travolge con la forza di un uragano.

William continua ad accarezzarmi, prolungando la mia eccitazione finché mi abbandono tremando tra le sue braccia.

«Sei così sexy e vogliosa, India.»

Mentre si sdraia accanto a me e continua a baciarmi, lo tiro più vicino, le mie mani avide gli stringono con forza le natiche, esortandolo a riempirmi.

«Dio, William. Ti voglio sentire dentro di me.»

«Mi piace quando pronunci il mio nome. Dillo di nuovo e baciami, mia bella India.»

Faccio quello che mi chiede.

Mi blocca i polsi e tutto il mio corpo si inarca quando mi passa le mani sotto le natiche. Il desiderio di essere una cosa solo con lui è travolgente.

Si fa strada dentro di me e a ogni affondo il piacere aumenta travolgendomi nella sua intensità. I suoi occhi azzurri sono incatenati ai miei mentre mi muovo sotto di lui, presa tra il desiderio di assaporare ogni momento e la necessità di lasciarmi andare a un improvviso e violento crescendo di piacere. Non riesco a trattenere un grido quando un altro orgasmo, più intenso e frenetico, mi travolge. Vado in frantumi. Mi sbriciolo in un milione di pezzi, e poi ognuno di quei pezzi si frantuma in un altro milione.

Mi imprigiona le labbra tra le sue. «Hai capito adesso?» sussurra contro la mia bocca, guardandomi come se stesse leggendo la mia anima. «Hai capito perché ho provato ad allontanarti? Era come se già sapessi che nulla sarebbe più stato come prima.»

Un attimo dopo, mi dà un bacio sulla tempia e mi sposta delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

«Sei magnifica, signorina Crowley.»

Lo guardo negli occhi e mi ritrovo a sorridere, sono così presa da lui che non riesco a smettere di toccarlo e sono affascinata dai suoi muscoli che si contraggono, come se non potesse fare a meno di reagire al mio contatto.

Mi viene da ridere e lui si acciglia. «Cosa c’è di così divertente?»

«Tu» gli dico sfiorandogli le labbra gonfie. «Sei carino.»

«Carino?» Si siede, sconcertato e perplesso. «Sono abbastanza sicuro che questa è l’ultima parola che possa descrivermi.»

«Preferiresti che ne trovassi un’altra?»

«Vai pure.» Ci sorridiamo mentre sposto il cuscino dietro la schiena e mi siedo sul letto.

«Forte. Sicuro di sé.»

William aspetta che io dica di più. «Niente sulla mia bravura?» Sorridendo diabolicamente, mi tira verso di sé e mi fa rotolare sul letto finché il suo corpo non si distende sopra il mio. «Se non hai trovato subito la parola giusta, allora devo aver fatto un pessimo lavoro. Lasciami riprovare, signorina Crowley.»

La mia risata si affievolisce in un deliziato mugolio di piacere mentre ricominciamo tutto da capo.

Torniamo a casa di William la mattina dopo. Non abbiamo dormito molto la notte, ma sono ansiosa di vedere Rosie prima che i suoi genitori vengano a prenderla.

«Sei sicuro che non ci sia problema se mi fermo a vedere Rosie prima di tornare a casa?»

«Insisto» dice William, poggiandomi una mano sulla schiena mentre apre la porta.

Siamo accolti dalle grida di Rosie, un pianto intenso e vigoroso che ha gettato nel panico il povero Alistair. «Siete tornati, grazie a Dio! Non vuole mangiare. Le ho anche cambiato il pannolino, ma adesso non ho la minima idea di cosa fare» dice affannato passando Rosie a William.

William la prende in braccio. «Intanto proviamo a scaldare il biberon» gli sussurro mentre mi affretto in cucina. «Vuoi farlo tu o preferisci che me ne occupi io?» gli domando.

«Prova tu. Nel frattempo vado in soccorso di mio padre, sembra proprio che abbia bisogno di un po’ di riposo.» William mi fa l’occhiolino e passando in corridoio sorrido al signor Walker. Quando raggiungo il divano, mi siedo tenendo Rosie tra le braccia.

Le loro voci mi raggiungono dall’atrio e quella di William mi inonda di calore.

«… in vita mia non ho mai trascorso una notte come quella di ieri sera. Grazie, papà.»

Non capisco la risposta di Alistair, ma sento William ridere. Poco dopo si chiude la porta e rimaniamo in silenzio. Mi assicuro che Rosie stia ancora prendendo il suo latte e che il biberon sia ben inclinato. Quando alzo lo sguardo mi accorgo che William mi sta osservando a braccia incrociate, l’espressione del suo volto è impenetrabile.

«Cosa c’è?» gli chiedo nervosamente, non sono abituata a essere al centro dell’attenzione di un uomo come lui.

«Stai bene con mia nipote tra le braccia.»

«Solo perché sono single non significa che non abbia un profondo istinto materno» replico. «Ma non farti venire strane idee.»

Scuote la testa. «Eccome se ho delle idee. Ma possono aspettare.» Si siede accanto a me e mi abbraccia mentre continuo a dare il biberon alla piccola Rosie. Ho la tentazione di appisolarmi tra le sue braccia proprio come una bambina, e mi giro per appoggiare la testa contro il suo petto.

«Se sto sognando… non svegliarmi mai più, Walker» imploro, ridendo dolcemente quando lui mi posa un bacio sulla tempia. È lo zio migliore del mondo. È l’uomo migliore del mondo.

E io? Sono la donna più felice del pianeta.