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«Adoro l’oceano» disse Jiddo. «È il panorama più simile a quello di casa, non trovate?»

Hala e Tariq erano con il vecchio sul limitare della spiaggia e guardavano il mare. L’aria era fredda ma il cielo era di un azzurro intenso, con solo qualche batuffolo bianco all’orizzonte. I gabbiani volavano sopra le loro teste.

«Non avevo mai visto l’Atlantico» disse Hala.

«Be’, ora lo vedi» replicò lui, con un tono dal quale Hala intuì che i convenevoli erano finiti: da quel momento in poi si sarebbe parlato di cose serie. Tariq le afferrò la mano e gliela strinse. Non prendeva quasi mai l’iniziativa, ma in quel momento assunse il comando e le segnalò che era meglio tacere.

«Le operazioni a Washington sono sospese» disse il vecchio. «A tempo indeterminato.»

«Mi dispiace» rispose Hala, in tutta sincerità. «Ci sarebbe piaciuto andare più a fondo.»

«Non è il caso di rammaricarsi» ribatté lui. «Sei un soldato valido e valoroso. Ti abbiamo bene addestrata, vedo.»

«Sì» rispose Hala.

«La jihad non è finita. Stiamo mettendo in ginocchio l’America e, mentre si leccherà le ferite da una parte, noi la attaccheremo dall’altra. E continueremo finché non sarà sconfitta.»

Hala sorrise di nuovo. La entusiasmava sentire certi discorsi. «Spero che ci sarà un posto anche per noi, in tutto ciò.»

«Ma certo!» rispose il vecchio. «Siamo qui per questo.»

Hala si voltò e vide che l’uomo che era andato a recuperarli nel vicolo stava estraendo dal bagagliaio della Mercedes di Jiddo una valigetta che le era familiare: era quella del computer che lei e Tariq si erano portati in USA dall’Arabia Saudita e che erano stati costretti a lasciare al Four Seasons.

«Come avete fatto a...» cominciò.

«Pfui!» fece ancora Jiddo. «Non sorprendetevi. Mi deludete.»

L’uomo portò il computer vicino a loro, lo posò sul cofano della macchina e lo aprì.

«Abbiamo messo a punto un sistema molto sicuro» spiegò Jiddo. «Fin troppo. Ora che colui che chiamavate Zio è stato messo fuori gioco, l’accesso a determinate informazioni è... come dire? Ristretto.»

Hala capì all’istante. «Volete che vi apra i miei file» disse, e Jiddo fece un sorriso di approvazione. Si avvicinò al computer, dove il cursore lampeggiava sullo schermo vuoto. Si concentrò un momento e digitò la password, che le sue dita sembravano ricordare meglio della sua testa: 23EE4XYQ9RWVOW.

Lo schermo si illuminò popolandosi di icone. Hala le scorse rapidamente, controllando che fosse tutto come lo aveva lasciato: nomi e indirizzi dei bersagli, pubbliche apparizioni, mappe, contatti.

«Sì, credo che ci sia tutto» dichiarò alla fine.

«Molto bene» rispose Jiddo. «E ora...»

Tariq esclamò, con voce grave: «Hala!»

Lei si voltò e vide che la coppia si era posizionata alle loro spalle e l’uomo tendeva la mano verso di lei. Nel palmo aveva le due capsule di cianuro che le erano state sequestrate qualche ora prima.

La donna stava di fianco all’uomo, con la Sig in pugno.

«Dobbiamo chiedervi l’ultima dimostrazione di dedizione nei confronti della Famiglia» disse Jiddo.