41
11-12 NOVEMBRE 1923
Maud dormì tutto il giorno e si alzò a metà pomeriggio, quando Walter riportò a casa i bambini dal catechismo. Eric aveva tre anni e Heisenberg due, ed erano così carini nei loro abiti della domenica che Maud pensò che il cuore le sarebbe scoppiato d"amore.
Non aveva mai provato un sentimento del genere. Perfino la sua folle passione per Walter non era mai stata così travolgente. I bambini però la facevano sentire anche disperatamente ansiosa. Sarebbe stata in grado di nutrirli, di tenerli al caldo e di proteggerli da sommosse e rivoluzioni?
Servì ai piccoli una zuppa bollente di pane e latte per scaldarli e poi cominciò i preparativi per la serata, una piccola festa in famiglia per il trentottesimo compleanno del cugino di Walter, Robert von Ulrich.
Robert non era caduto in guerra, contrariamente ai timori – o alle speranze? – dei genitori di Walter, il quale, comunque fosse, non era diventato Graz v on Ulrich.
Robert era stato rinchiuso in un campo di prigionia in Siberia e, quando i bolscevichi avevano concluso la pace con l"Austria, si era messo in marcia verso casa con Argirò, l"amico conosciuto in guerra. Camminando, facendo l"autostop e saltando su treni merci, avevano impiegato un anno, ma ce l"avevano fatta a tornare. Walter aveva poi trovato ai due un appartamento a Berlino.
Maud si mise il grembiule e, nella minuscola cucina della sua casetta, preparò una minestra con cavolo, pane raffermo e rape. Mise in forno una piccola torta, anche se dovette arricchirne gli scarsi ingredienti con altre rape.
Aveva imparato a cucinare, oltre che a fare molte altre cose. Una gentile vicina di casa un po" più vecchia di lei, che aveva avuto compassione di quell"aristocratica disorientata, le aveva insegnato come rassettare un letto, stirare una camicia e pulire una vasca da bagno. Era stato tutto una specie di shock.
Abitavano in una casetta a schiera, tipica del ceto medio. Non avevano potuto spendere denaro in ristrutturazioni né potevano permettersi la servitù che Maud era sempre stata abituata ad avere. L"arredamento era costituito da mobili di seconda mano che lei, dentro di sé, giudicava spaventosamente piccolo borghesi.
Avevano sperato in tempi migliori, ma in realtà le cose erano peggiorate: la carriera di Walter al ministero degli Esteri era finita in un vicolo cieco a causa del matrimonio con un"inglese; gli sarebbe piaciuto cambiare impiego, ma nel caos economico del paese era fortunato anche solo ad avere un lavoro. E le iniziali difficoltà di Maud sembravano poca cosa adesso, quattro anni di povertà più tardi.
Dove i bambini avevano strappato la tappezzeria c"erano dei rattoppi, al posto dei vetri rotti alle finestre c"erano cartoni e ovunque c"era vernice che si sfaldava.
Però Maud non aveva rimpianti. Ora, in qualunque momento volesse, poteva baciare Walter, infilargli la lingua in bocca, sbottonargli i pantaloni e distendersi con lui sul letto, sul divano o anche sul pavimento. Quello compensava tutto.
I genitori di Walter si presentarono con mezzo prosciutto e due bottiglie di vino.
Otto aveva perso la tenuta di famiglia, Zumando, che adesso era in Polonia. I suoi risparmi erano stati azzerati dall"inflazione. Ma il grande giardino della sua casa berlinese produceva patate e Otto aveva ancora un mucchio di vino di prima della guerra.
«Come hai fatto a trovare il prosciutto?» domandò incredulo Walter. Cose del genere normalmente si potevano acquistare solo con dollari americani.
«L"ho barattato con una bottiglia di champagne d"annata.»
I due nonni misero a letto i bambini, ai quali Otto raccontò una fiaba popolare. Da quello che Maud riuscì a sentire, parlava di una regina che aveva fatto decapitare il fratello. Rabbrividì, ma non intervenne. Poi Susanna cantò una ninnananna con la sua voce acuta e i bambini si addormentarono, apparentemente senza risentire del racconto cruento del nonno.
Arrivarono anche Robert e Jörg, entrambi con un"identica cravatta rossa. Otto li salutò con calore. Sembrava non avere idea del loro rapporto, convinto che Jörg fosse semplicemente il coinquilino di Robert. In realtà era così che i due si comportavano in presenza di persone più anziane. Maud riteneva che Susanne avesse capito la verità. Le donne erano più difficili da ingannare. E fortunatamente erano anche più tolleranti.
La condotta di Robert e Jörg era molto diversa in una compagnia più progressista.
Alle feste che davano a casa non facevano segreto dell"amore che li legava. Anche molti dei loro amici erano così. All"inizio Maud era rimasta stupefatta: non aveva mai visto uomini baciarsi, ammirarsi a vicenda l"abbigliamento e flirtare come scolarette.
Ma atteggiamenti del genere non erano più un tabù, per lo meno a Berlino. E Maud aveva letto Sodoma e Gomorra, il volume di Proust che sembrava suggerire che relazioni di quel tipo ci fossero sempre state.
Quella sera, comunque, Robert e Jörg si comportarono nel migliore dei modi.
Durante la cena si parlò di quello che stava succedendo in Baviera. Il giovedì, in una birreria di Monaco, una lega di gruppi paramilitari denominata Kampfbund aveva proclamato la rivoluzione nazionale.
Maud quasi non sopportava di leggere i giornali in quei giorni. I lavoratori scendevano in sciopero e i picchiatori di estrema destra aggredivano gli scioperanti.
Le donne sfilavano nelle strade per manifestare contro la scarsità di viveri e le loro proteste si trasformavano in assalti ai negozi di generi alimentari. Tutti in Germania erano furiosi per il Trattato di Versailles, che però il governo socialdemocratico aveva accettato integralmente. La gente era convinta che il pagamento delle riparazioni di guerra stesse uccidendo l"economia, anche se la Germania aveva versato solo una frazione dell"importo richiesto ed evidentemente non aveva alcuna intenzione di cercare di saldare il debito.
Il putsch della birreria di Monaco aveva messo tutti in agitazione. L"eroe di guerra Erich Ludendorff era il sostenitore più illustre dell"iniziativa. I cosiddetti “battaglioni d"assalto”, con le loro camicie brune, e i cadetti dell"accademia ufficiali di fanteria si erano impadroniti degli edifici chiave della città. Consiglieri comunali erano stati presi in ostaggio ed eminenti ebrei erano stati arrestati. Il venerdì il governo legittimo aveva contrattaccato.
Quattro poliziotti e sedici paramilitari erano rimasti uccisi. In base alle notizie arrivate a Berlino fino a quel momento, Maud non era in grado di dire se l"insurrezione si fosse o no conclusa. Se gli estremisti avessero assunto il controllo della Baviera, tutto il paese sarebbe poi caduto nelle loro mani?
Walter era arrabbiato. «Abbiamo un governo eletto democraticamente. Perché la gente non lo lascia lavorare?»
«Il nostro governo ci ha traditi» disse suo padre.
«È la tua opinione. E allora? In America, quando i repubblicani hanno vinto le ultime elezioni, i democratici non hanno fatto una rivoluzione!»
«Gli Stati Uniti non temono la sovversione da parte di bolscevichi ed ebrei.»
«Se i bolscevichi ti preoccupano tanto, di" alla gente di non votare per loro. E cos"è questa ossessione per gli ebrei?»
«Hanno un"influenza nefasta.»
«Ci sono ebrei anche in Gran Bretagna. Papà, non ricordi come Lord Rothschild a Londra aveva fatto del suo meglio per evitare la guerra? Ci sono ebrei in Francia, in Russia e in America. E non stanno complottando per tradire i rispettivi governi. Cosa ti fa pensare che i nostri siano particolarmente malvagi? La maggior parte di loro vuole soltanto guadagnare abbastanza per dare da mangiare alla famiglia e mandare i figli a scuola… esattamente come chiunque altro.»
Robert sorprese Maud dicendo: «Sono d"accordo con zio Otto. La democrazia si sta indebolendo. La Germania ha bisogno di una leadership forte. Io e Jörg ci siamo uniti ai nazionalsocialisti».
«Oh, Robert, per l"amor del cielo!» esclamò Walter disgustato. «Come hai potuto?»
Maud si alzò in piedi. «Qualcuno vuole una fetta di torta?» domandò in tono allegro.
II
Alle nove Maud lasciò la festicciola per andare al lavoro. «Dov"è la tua divisa?»
domandò la suocera salutandola. Susanne credeva che Maud lavorasse come infermiera di notte per un vecchio e ricco signore.
«La tengo là e mi cambio quando arrivo» rispose Maud. In realtà suonava il pianoforte in un locale notturno, il Nachtleben. Però era vero che teneva la divisa sul posto di lavoro.
Doveva guadagnare qualcosa e nessuno le aveva mai insegnato a fare molto, a parte vestirsi con eleganza e andare alle feste. Aveva ricevuto la piccola eredità di suo padre, ma l"aveva convertita in marchi quando si era trasferita in Germania e adesso non valeva più nulla. Fitz, ancora arrabbiato perché si era sposata senza il suo consenso, si rifiutava di aiutarla. Lo stipendio di Walter al ministero degli Esteri veniva aumentato ogni mese, ma non riusciva a tenere il passo con l"inflazione. A parziale compensazione, l"affitto della casa era ormai irrisorio e il proprietario non si prendeva più neppure il disturbo di passare a incassarlo. Ma bisognava comprare da mangiare.
Maud arrivò al club alle nove e mezzo. Il locale era stato ristrutturato e riarredato di recente e si presentava bene perfino con tutte le luci accese. I camerieri stavano lucidando i bicchieri, il barman tritava il ghiaccio e un cieco stava accordando il pianoforte.
Maud si cambiò. Indossò un abito da sera molto scollato, gioielli di bigiotteria e poi si truccò pesantemente con cipria, eyeliner e rossetto. Alle dieci, quando il locale aprì, era già seduta al piano.
Il club si riempì rapidamente di uomini e donne in abito da sera. I clienti ballavano, fumavano, ordinavano cocktail allo champagne e, con discrezione, sniffavano cocaina. Nonostante la povertà e l"inflazione, la vita notturna berlinese era sfrenata. I soldi non erano un problema per quella gente. O ricevevano rimesse dall"estero o avevano qualcosa di più prezioso del denaro: scorte di carbone, un mattatoio, un magazzino di tabacco oppure, meglio ancora, oro.
Maud faceva parte di un"orchestrina di sole donne che suonava una nuova musica chiamata jazz. Fitz sarebbe rimasto scandalizzato nel vedere quella scena, invece a lei il suo lavoro piaceva. Si era sempre ribellata contro le restrizioni della sua educazione. Suonare gli stessi motivi ogni notte poteva anche essere noioso, ma in ogni caso liberava qualcosa di represso dentro di lei. Si muoveva a tempo sul suo sgabello e sbatteva le ciglia ai clienti.
A mezzanotte aveva un suo assolo, durante il quale suonava e cantava motivi resi popolari da cantanti negre come Alberta Hunter, canzoni imparate dai dischi americani che suonava sul grammofono del proprietario del Nachtleben. In cartellone Maud figurava come Mississippi Maud.
Tra un numero e l"altro, un cliente si avvicinò al piano e le chiese: «Mi suoni
Downhearted Blues, per favore?».
Maud conosceva la canzone, un grande successo di Bessie Smith. Suonò qualche accordo di blues in mi bemolle. «Forse» rispose. «Per te quanto vale?»
L"uomo le tese una banconota da un miliardo di marchi.
Maud rise. «Con questa non compri nemmeno la prima battuta della canzone. Non hai valuta straniera?»
Il cliente le porse una banconota da un dollaro.
Maud la prese, se la infilò nella manica e attaccò Downhearted Blues.
Era entusiasta di possedere un dollaro, che valeva circa un trilione di marchi, ma al tempo stesso si sentiva un po" abbattuta e in quel blues mise davvero il cuore. Per una donna della sua estrazione sociale era un vero successo aver imparato come sollecitare mance, però il metodo era umiliante.
Mentre tornava in camerino dopo il suo numero, venne avvicinata dallo stesso cliente. L"uomo le mise una mano sul fianco e le domandò: «Ti andrebbe di fare colazione con me, tesoro?».
Capitava quasi ogni notte che qualcuno le mettesse le mani addosso, anche se a trentatré anni era una delle dipendenti più anziane del club: molte avevano diciannove o vent"anni. Quando succedevano cose del genere, le ragazze non avevano il permesso di farne una tragedia. Si supponeva che sorridessero con dolcezza, spostassero gentilmente la mano del cliente e dicessero: “Non questa notte, signore”. Ma quella risposta non sempre era abbastanza scoraggiante, così le colleghe avevano insegnato a Maud una battuta più efficace. «Sai, ho dei minuscoli insetti fra i peli pubici. Tu pensi che sia qualcosa di preoccupante?» Il cliente si dileguò.
Dopo quattro anni in Germania, Maud ormai parlava correntemente tedesco e, lavorando al club, aveva imparato anche tutte le parolacce.
Il locale chiudeva alle quattro di mattina. Maud si struccò e si rimise i suoi abiti. Andò in cucina e implorò qualche chicco di caffè. Un cuoco al quale stava simpatica gliene diede un po" in un cartoccio.
Le musiciste venivano pagate ogni sera in contanti. Tutte le ragazze avevano grandi borse per trasportare le mazzette di banconote.
Uscendo, Maud raccolse un quotidiano lasciato da un cliente. Walter l"avrebbe letto. Non potevano permettersi di comprare giornali.
Lasciato il locale, andò direttamente al forno. Era pericoloso tenersi i soldi: era possibile che quello che avevi guadagnato la mattina già in serata non bastasse più per una pagnotta. Davanti al negozio c"erano già parecchie donne in coda, al freddo.
Alle cinque e mezzo il fornaio aprì e con un gessetto scrisse i prezzi del giorno su una lavagna. Quella mattina una pagnotta di pane nero costava centoventisette miliardi di marchi.
Maud ne comprò quattro. Non le avrebbero mangiate tutte quel giorno, ma non aveva importanza: il pane raffermo poteva essere utilizzato per irrobustire le zuppe.
Le banconote no.
Arrivò a casa alle sei. Più tardi avrebbe vestito i bambini e li avrebbe accompagnati dai nonni, dove avrebbero trascorso la giornata in modo che lei potesse dormire.
Adesso aveva circa un"ora da passare con Walter. Era la parte più bella della giornata.
Preparò la colazione e portò il vassoio in camera da letto. «Guarda» disse a suo marito. «Pane fresco, caffè… e un dollaro!»
«Brava la mia ragazza!» Walter la baciò. «Che cosa ci compriamo?» Rabbrividì nel suo pigiama. «Abbiamo bisogno di carbone.»
«Non c"è fretta. Possiamo metterlo da parte, se vuoi. Il dollaro avrà lo stesso valore anche la settimana prossima. Se hai freddo, ti scaldo io.»
Walter sorrise. «Allora vieni qui.»
Maud si svestì e si infilò a letto.
Mangiarono il pane, bevvero il caffè e fecero l"amore. Il sesso era ancora eccitante, anche se non durava più tanto come i primi tempi.
Dopo Walter lesse il giornale che Maud aveva portato a casa. «La rivoluzione a Monaco è terminata» annunciò.
«Definitivamente?»
Walter si strinse nelle spalle. «Hanno arrestato il capo. È Adolf Hitler.»
«Il capo del partito al quale si è iscritto Robert?» «Sì. Hitler è stato accusato di alto tradimento. Adesso è in carcere.»
«Bene» disse Maud, sollevata. «Grazie a Dio è finita.»