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La notizia di quest’app che fungeva da «bagnino alla piscina dei gameti» si è sparsa per il mondo intero. Un giornalista della Bbc è venuto fin quassù e ha allestito una scenetta con un uomo e una donna che si mettono insieme in questo modo... nientemeno che davanti al parlamento! Nel video, i due hanno movenze impacciate e sguardi fissi, ma poi tirano fuori gli smartphone e incrociano i loro dati, e l’ÍslendingaApp dà il suo responso: «Semaforo verde! Go for it!» dice la scritta sul display.
Jimmy Kimmel, uno dei conduttori televisivi più amati al mondo, ha annunciato ai suoi spettatori che nella nostra nazione l’incrocio tra consanguinei è un grosso problema: «Se c’è bisogno di un’app per evitare l’incesto, sarà il caso di trasferirsi altrove, dico bene?» ha scherzato durante una puntata. Si è fatta passare un po’ ovunque l’idea che il Salvaincesto abbia risolto un problema concreto della società islandese. Alexander sostiene che lui e i suoi amici, durante le interviste, hanno sempre puntualizzato – invano, a quanto pare – che le questioni genealogiche non rientrano nei preliminari sessuali dei nostri connazionali, e che questa funzione del loro software è solo frutto di una battuta di spirito.
Dopo un mese e cento richieste, non hanno più concesso interviste. «Semplicemente, ci dà la nausea» dice Alexander, che ora fa il programmatore presso la compagnia aerea WOW air. «Da allora abbiamo smesso di rispondere a qualsiasi domanda.»
QUAL È LA REALE PROBABILITÀ?
È lecito presumere, come hanno fatto i sopracitati notiziari, che una nazione abitata da 330mila persone abbia problemi di incroci tra consanguinei?
Si tratta senz’altro di un numero basso, in confronto alla popolazione di altre nazioni, ma come bacino in cui pescare papabili compagni di letto non è poi tanto piccolo. Se un trentenne islandese si rimboccasse le maniche e fissasse un appuntamento di un solo minuto con tutte le connazionali (oppure con tutti i connazionali maschi) nella fascia d’età compresa tra i venti e i trent’anni, dovrebbe dedicare a quest’impresa ben 50mila minuti, cioè 833 ore, cioè 35 giorni. Un bel traguardo. Dunque c’è forse motivo di temere incroci tra consanguinei?