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Quello che per gli uomini resta così difficile da
comprendere è l’ignoranza verso se stessi.
In uno dei suoi aforismi più celebri Nietzsche affermava: «Solo quando l’uomo avrà acquisito la conoscenza di tutte le cose potrà conoscere se stesso. Le cose infatti non sono nient’altro che i limiti dell’uomo».
Questa idea ci suggerisce che non c’è nulla di più difficile e impegnativo della conoscenza di noi stessi, un compito che ha portato mistici ed eremiti a ritirarsi in luoghi lontani in completa solitudine.
Di fatto tutta la filosofia inizia dall’iscrizione che i sette saggi hanno posto sul frontone del tempio di Delfi: CONOSCI TE STESSO.
È un’ambizione che, secondo quanto diceva Erasmo da Rotterdam, ci porta a riconoscere umilmente che non sappiamo nulla. Come il vaso vuoto che aspira a essere riempito, solo da questa modestia possiamo iniziare a costruire la vera saggezza.
Anche nella Bibbia ci viene detto che se non ci conosciamo siamo costretti a «seguire il cammino del gregge». Pertanto conoscere se stessi non è necessariamente un atto di egocentrismo, ma un’analisi delle proprie possibilità che ci permette di percorrere i luoghi dell’esistenza attraverso un cammino tutto nostro.