Rosey non aveva mai visto nulla di simile. C’erano stalloni enormi, bellissimi, muscolosi, che ruminavano, trottavano e galoppavano nel prato. Li studiò attentamente per scegliere il fortunato padre dei suoi futuri puledri. Poi decise che li avrebbe provati tutti.
Gahan le diede una pacca sul fianco. C’era una nota di tristezza in quel gesto, ma Rosey quasi non se ne accorse, intenta com’era a osservare un cavallo particolarmente appetitoso.
“Sarai felice qui, ragazza mia.”
Rosey tornò a rivolgere l’attenzione al suo padrone, leccandogli il mezzo viso con affetto. Gli era grata. “Oh, guarda quello!” indicò lui giocosamente.
Rosey tornò a rimirare gli stalloni e Gahan sorrise mestamente, preparandosi a salutarla per l’ultima volta. “Bene, cara, è tutto... io...” Ma Rosey se n’era già andata. Avrebbe voluto restare a osservarla mentre rincorreva gli altri cavalli, ma era un lusso che non poteva permettersi.
Mentre si allontanava per il sentiero che attraversava la campagna, sentì qualcosa di molto sgradevole impossessarsi di lui. Era dolore. Una delle debolezze umane alle quali si sarebbe dovuto abituare. Era una sensazione forte e crudele, che prendeva allo stomaco e annebbiava la mente. Ora ricordava di aver provato quella stessa emozione durante la Divisione. Prima che tutti fossero trasformati.
Gahan si voltò a guardare Rosey per l’ultima volta. I suoi nuovi occhi gli bruciavano.