Sola nella grotta dove viveva, isolata e lontana da tutte le altre, Sucuba fece correre un’unghia rossa sulla scheda che portava il nome del Mietitore. L’aveva recuperata dall’archivio centrale dell’Inferno in cui ogni demone era schedato. Si preparava sempre meticolosamente, prima di una missione.

“Gahan, nulla da segnalare prima della Divisione, estromesso per mancanza di interesse nel Progetto. Era Post-demonis: diventa raccoglitore di Larsi umani insieme a Rosellius, demone incarnato in un cavallo femmina...”

Sucuba era la più brava a localizzare qualunque cosa desiderasse il suo Signore: con efficienza individuava l’obiettivo e lo riportava da Satana. In pochi istanti poteva trasformarsi in una qualsiasi creatura vivente, meglio di chiunque altro all’Inferno. Era specializzata in demoni fuggitivi, ma questa era la missione più importante che le fosse mai capitata: il futuro successo dell’esercito di Satana e il conseguente ritorno in Paradiso dipendevano in gran parte da lei. Non poteva fallire.

Sucuba era una regina fra i demoni. Così bella che chiunque si sarebbe innamorato di lei. Tanto temibile che nessuno avrebbe mai voluto incontrarla.

Si ripulì dal rossetto le venefiche labbra carnose, scosse i lunghi capelli lucenti e ripercorse mentalmente le tappe della missione.

Aveva incontrato Gahan in poche occasioni, ma lo ricordava abbastanza bene: bravo oratore, affascinante nonostante la bruttezza, e maledettamente puntuale. Per Sucuba avere una buona memoria era fondamentale, considerata la natura del suo lavoro.

Se fosse stato ancora un demone, lo avrebbe raggiunto immediatamente; se invece si fosse “mortalizzato” grazie a quel dannato rito, cosa molto probabile, le ci sarebbero volute un paio di ore in più.

Sucuba scrutò la caverna buia con occhi da serpente e cominciò a sibilare. Sentiva che qualcosa o qualcuno la stava osservando, eppure era sola. Questo non le piaceva affatto.

Lasciò la caverna rapidamente: aveva ordine di partire subito e non vedeva l’ora di entrare in azione.