I cani correvano, saltando rocce e steccati infernali con grazia e velocità micidiale. Digrignavano i denti affilati, aprivano e richiudevano le mascelle bavose. Puntavano sicuri verso la loro preda. All’Inferno si era diffusa immediatamente la notizia che erano stati liberati e i demoni avevano abbandonato le loro occupazioni per rifugiarsi nelle caverne e, da lì, spiare la corsa dei segugi. Nessuno voleva correre il rischio di ritrovarsi sul loro cammino.
Il Triste Mietitore si guardò alle spalle e subito se ne pentì. Centinaia di groppe nere si stavano avvicinando a grandi balzi, come un’onda, mostrando lunghi denti affilati come pugnali. A ogni istante i latrati crescevano di intensità e disperazione.