29 gennaio

Trovare la donna adatta non è mica facile – lo diceva anche mia nonna ai suoi discendenti maschi, che più d’una volta sono stati poi costretti a darle ragione. E se non era facile per loro, figurarsi per me, con le esigenze e i condizionamenti di cui devo tener conto.

Metti, ad esempio, che dal Rinascimento fiorentino si faccia avanti la dottissima e ammiratissima Alessandra di Bartolomeo Scala; o dal Settecento pistoiese-romano la “divina” Corilla Olimpica: bocciate subito ambedue, la prima per eccesso – sit venia verbo – di perfezione, la seconda perché ormai se ne è parlato anche troppo. <<Insomma, una figura attuale senza essere del nostro tempo, esemplare senza proporre modelli fuori moda, popolare e misteriosa quanto basta per suscitare immediatamente simpatia e curiosità>> e, dopo aver ribadito che entro il 20 febbraio deve avere l’articolo, per il quale mi ha lasciato <<un bello spazio>>, il direttore della rivista ha riattaccato in modo perentoriamente definitivo. E io ho ripreso ad aggirarmi pellegrina nei meandri della biblioteca e della memoria.

Dal secolo scorso, ecco Leda Rafanelli e Claretta Petacci – tutte e due, guarda caso, amanti di Mussolini. Lasciamo perdere. Col Romanticismo, a parte il Leopardi, ho sempre avuto poco feeling.

A rebours, in mezzo alla solita folla di signori, abati e letterati, per il momento non mi riesce di trovare una donna; e quando uno di loro con bel garbo mi domanda se conosco il pittore Giuseppe Giusti, li mando tutti al diavolo.

Voltando pagina, mi metto a pensare a qualche donna di Chiesa – non sono fuori moda, vedi madre Teresa di Calcutta. Ma madre Teresa quanto avrebbe capito le profumate estasi della sua omonima santa di Avila? Non ho voglia di entrare in questo ginepraio.

Una ci sarebbe, che fin dal principio mi è venuta in mente, un’antica conoscenza che possiede, se non tutti, gran parte dei requisiti richiesti; ma – devo dire la verità? - non ho il coraggio di affrontarla. Del resto vorrei vedere voi davanti a donna Olimpia Pamphili, la più famosa e chiacchierata parente di papa della storia dopo Lucrezia Borgia, quando, rutilante di gemme e di broccati, si affaccia da qualche ingiallita cartapecora o anche da una recente copertina a colori.

Dimostra subito di non essere una vera signora, perché una signora si preoccupa di non mettere in imbarazzo la gente. Lei invece se ne sta – alta la testa sulla gorgiera inamidata – a guardarmi come se non riuscisse a vedermi, tanto sono “piccola”. E’ chiaro che viene non perché pensi di avere qualcosa da dire a una come me ma perché nemmeno sopporta di restar chiusa dentro i libri che travisano la sua storia con tanta impudente sprovvedutezza. Due o tre volte che ho tentato di attaccare discorso, mi ha gelato col solito sguardo che non vede. Ma in un afoso pomeriggio di alcuni anni fa alla mia banale osservazione che anche lei doveva essere uscita dagli scaffali per respirare un po’, rispose papale papale: <<Io respiro male solo quando mi trovo in mezzo agli imbecilli. Purtroppo là dentro di imbecilli c’è pieno e qua fuori da due secoli le donne non hanno altra ambizione che di diventare uguali a loro>>.

Ripensando a qualcuno dei testi che parlano di lei, non potei darle torto; anzi, nella speranza che ci si sentisse un po’ meno a disagio, ricordo che mi era perfino venuta la tentazione di riscrivere la sua storia e a questo scopo avevo cominciato a prendere appunti…

Da qualche parte li dovrei ancora avere.

Una razza a parte
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