L'arte di non sapere

 

Robert Musil lasciò alcuni scritti, non inclusi nell'Uomo senza qualità, che i suoi biografi hanno appena pubblicato. Uno di questi è terribilmente attuale e allude d'Arte di Non Sapere, che non dev'essere confusa con l'ignoranza, perché gli ignoranti non sono responsabili della loro triste condizione.

Musil spiega che l'Arte di Non Sapere si pratica a partire da una rigorosa selezione di quello che non conviene sapere, sia dal punto di vista individuale sia collettivo, e in base a tale selezione si offre un surrogato. L'Arte di Non Sapere non nasce da una vocazione come la letteratura o la scultura, ma da una decisione dettata da un'idea autolatra ed egocentrica del mondo e della società.

Di recente, George Tenet, direttore della CM, ha dato una stupenda dimostrazione dell'Arte di Non Sapere. I servizi segreti della maggiore potenza mondiale, più quelli dei suoi alleati britannici, semplicemente non sapevano che un anno, un mese, un giorno prima dell'aggressione d'Iraq, le tanto decantate armi di distruzione di massa semplicemente non esistevano. In cambio di questo Non Sapere ci ha offerto il surrogato di una conclusione stupefacente: Saddam Hussein era un feroce dittatore. Questo, né tu, né io, né altri lo sapevamo, finché Tenet non ci ha illuminato. Dalle parole del capo della CLA possiamo dedurre che se ad esempio carnminando per strada vediamo avvicinarsi uno sconosciuto, siamo autorizzati ad attaccarlo senza la minima esitazione. Se poi si scopre che il poveretto era senza gambe, aveva due protesi al posto delle braccia e per di più si trattava di un cieco, ci ripariamo dietro il Non Sapere e sottolineiamo che la cosa veramente importante era il fatto che il tipo avrebbe potuto aggredirci.

Anche il ministro Zaplana ha dato una magistrale dimostrazione dell’Arte di Non Sapere. Le sue affermazioni che Mr. Ansar2 non aveva mai e poi mai assicurato che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa, si sono avvalse di un sibillino: «Non ha mai detto di saperlo personalmente». Come si sanno le cose, allora? Per istinto animale? Sebbene le emeroteche, centinaia di ore di registrazioni video, riportino le affermazioni di Mr. Ansar: «io, io e tutti quelli che ci vedono possiamo stare sicuri che I'Iraq ha armi di distruzione di massa», Mr. Ansar non sapeva quello che oggi si sa, e sarebbe bastata una semplice ammissione per correggere la disastrosa politica estera che ha avallato un'aggressione, ma Zaplana preferisce convincerci che Mr. Ansar non sapeva né sa quel che ha detto, e poiché non lo sa il principale implicato, come diavolo possiamo saperlo tu, io, tutti? La maggioranza assoluta decide che nessuno deve sapere quello che ha detto Mr. Ansar.

In Campidoglio, Mr. Ansar ha fatto un discorso abbastanza triste, perché recitare luoghi comuni per strappare l'applauso facile è sempre triste. Mr. Ansar sa, ma ricorre d'Arte di Non Sapere, di non essere il grande statista dai riconoscimenti internazionali. Sa, ma si rifugia nell'Arte di Non Sapere, che la Spagna non è l'ottava potenza economica del mondo. La sua strana tesi dell'Europa sì, purché non danneggi l'egemonia planetaria degli Stati Uniti, che lui chiama atlantismo, è una sfacciata dimostrazione dell'Arte di Non Sapere in cosa consiste l'idea di Europa, dalla Conferenza di Roma agli accordi di Schengen. Se qualche candidato alla presidenza del Consiglio includesse nel suo programma una riduzione di un'ora al mese delle lezioni d'iniziazione al silenzio davanti al pederasta, di maltrattamenti alle donne, di demonizzazione delle coppie di fatto e della lunga serie di medievalismi insiti nell'insegnamento della religione cattolica, e in cambio venisse offerta agli studenti la possibilità di una misera ora di Storia dell'unione Europea, l'Arte di Non Sapere subirebbe con assoluta certezza un grande danno.

Così come palpare i seni a un'adolescente non è un'inezia, perché nessuna aggressione lo è, anche se lo afferma il grande pensatore stupido, non è un'inezia neppure accettare che la menzogna e l'imbroglio ci vengano presentati come unica forma di governo. La democrazia è imperfetta, l'ha già detto Churchill, ed è bene sapere che solo la nostra decisione può migliorarla.