C’è un tempo per vivere insieme, e un tempo per separarsi.
Henny incontra il mio sguardo sopra la tazza del caffè, con un sorriso a metà tra il serio e il beffardo.
«Sto parlando di noi due, Agnes» chiarisce.
Solo dopo aver conseguito la maturità al Weivers, e dopo l’avventurosa estate a Creta, Henny e io prendiamo per la prima volta strade diverse. Il primo ottobre Henny si iscrive a Filologia romanza e inizia a studiare italiano, mentre io ho già cominciato a seguire i corsi di Letteratura. Ci siamo incontrate per caso in Kloisterlaan e ci siamo infilate al caffè Kraus.
Io me ne sono andata di casa. Con un po’ di fortuna ho trovato un monolocale in subaffitto in Geigers Steeg, a due passi dalla chiesa di Sankt Stefan. Al primo anno di università, Henny abita ancora con la madre e il fratello.
«La vita non è una passeggiata in un campo aperto» dico io.
«È stato bello vederti» dice Henny. «Ma devo proprio scappare.»
Gli studi universitari si fanno più intensi. Con Ansgar e Claus-Joseph è finita. Per un certo periodo esco con Tapani, un ragazzo finlandese; è bello e carino sotto ogni aspetto, ma la sua vena malinconica, che affiora appena beve un paio di bicchieri, mi induce a lasciarlo. Fra ottobre e novembre Henny ha una breve storia con un uomo sposato; lei non lo sa finché la moglie non li sorprende in flagrante e cerca di ucciderli tutti e due con una mazza da golf. Dopo l’incidente, Henny decide di starsene tranquilla per un po’. Ha riportato una ferita profonda sopra l’orecchio sinistro; le resterà la cicatrice per tutta la vita, ma se non diventerà calva nessuno se ne accorgerà.
«Devo ringraziare il mio angelo custode» dice.
«Hai solo avuto una fortuna pazzesca» ribatto.
«Se quella donna avesse usato una mazza di ferro anziché di legno, sarei morta» dice Henny.
All’inizio di novembre entro a far parte del gruppo teatrale studentesco Thalia, e ottengo quasi subito un ruolo importante nella messinscena delle Tre sorelle di Čechov. Interpreto Maša per otto acclamate rappresentazioni fra dicembre e gennaio. Siamo dei dilettanti, ma otteniamo recensioni positive sull’Allgemeine e sul Volktagesblatt. Entrambi i recensori sottolineano che la mia interpretazione del ruolo di Maša è stata degna di nota. Proseguo con gli studi letterari, ma coltivo piani segreti e sempre più convinti di iscrivermi a una scuola di recitazione. È lì che brucia il mio fuoco, lo sento chiaramente; adoro quando il sipario si alza e si è accecati dalla luce dei riflettori, adoro toccare la gente come è possibile quasi solo nel magico spazio del teatro.
Il 10 gennaio mia madre si sposa con il suo capo, il dentista Oldenburg. Vende l’appartamento in Wolmarstrasse e si trasferisce nella casa di lui a Grafenswald. La sera stessa del trasloco, mio padre telefona da Saarbrücken per informarmi che ha un cancro ai testicoli.
«Entrambi?» domando.
«Entrambi» conferma lui. «In tutto il maledetto marchingegno.»
È molto depresso, ma faccio del mio meglio per consolarlo.
La compagnia teatrale Thalia esiste dal Settecento, e nel 1983 cadono i duecento anni precisi dalla prima rappresentazione, Un’offerta sacrificale di Simson de Staël. Per questo motivo, e per il recente successo del nostro Čechov, la direzione universitaria elargisce i mezzi per far sì che l’importante ricorrenza venga celebrata in forma degna e artisticamente valida. La direzione teatrale discute se mettere nuovamente in scena il lavoro di de Staël, che però viene ritenuto, e a ragione, troppo antiquato. Si decide invece di invitare un regista di professione per produrre un’opera di Shakespeare. All’inizio di febbraio noi del gruppo teniamo una riunione, e il nostro direttore artistico, Marcus Rottenbühle, docente della facoltà di Filosofia, ha il piacere di annunciare di essere riuscito a ingaggiare David Goschmann da Monaco e l’attore Robert Kauffner per mettere in scena Re Lear.
David Goschmann è un regista carismatico che nonostante la giovane età si è già fatto un nome attraverso acclamate rappresentazioni di classici a Monaco di Baviera. È anche autore di un paio di pièce originali per la televisione, e Rottenbühle può essere fiero di averlo agganciato.
Robert Kauffner è ovviamente una leggenda.
«Re Lear» dice Rottenbühle, tormentandosi la folta barba brizzolata. «Il dramma dei drammi! Dieci ruoli, grossomodo, più Kauffner. Perfetto.»
«Come assegniamo i ruoli?» chiede Erwin Finckel, che impersonava Tuzenbach nelle Tre sorelle.
«Sarà Goschmann ad assegnarli» spiega Rottenbühle. «Tramite una classica audizione. Cordelia è quello principale, ma sono tutti importanti. Il matto. Gloucester. Edgar e Edmund.»
«Goneril e Regan» aggiungo io.
«Naturalmente» dice Rottenbühle. «Grandi ruoli femminili, che richiedono uno studio attento e minuzioso.»
Ma io ho già deciso.
Sarò Cordelia. E non ho intenzione di lasciare nulla al caso.