Per

Agnes R.

Villa Guarda

Gobshejm

Grothenburg, 14 gennaio

Cara Agnes,

come mi fa piacere sapere che sei stata a New York! Adoro quella città, ci abbiamo abitato un anno quando le ragazze erano piccole; David aveva un contratto con CBS e Remingtons. Avevamo preso in affitto un appartamento a Brooklyn Heights, e sono senz’altro d’accordo con te che dobbiamo concederci una settimana nella Grande Mela. O in un’altra metropoli. Il prossimo autunno o inverno, si spera; ah, quanto vorrei che fossimo già lì. Che ci fossimo già lasciate tutto questo alle spalle – ma non temo che qualcosa possa andare per il verso sbagliato e spero che presto ci si possa rivedere.

La buona notizia è che credo di aver trovato la data ideale. Naturalmente sarai tu ad avere l’ultima parola in proposito, ma concedimi di suggerire il fine settimana del 14-16 febbraio, quando David parteciperà a un workshop internazionale per produttori teatrali (o qualcosa del genere) ad Amsterdam.

Il motivo per cui questo weekend sarebbe perfetto è che anch’io sarò via. Il mio capo, il dottor Höffner, vuole incoraggiarmi e mi ha iscritta a un breve seminario di traduzione all’istituto SBS di Monaco di Baviera; come David, partirò venerdì pomeriggio e tornerò domenica sera. Potrebbe esserci una situazione migliore, Agnes? Fra Amsterdam e Monaco ci sono almeno cinquecento chilometri, difficilmente potrei trovare un alibi più solido.

Sono anche riuscita a scoprire – senza che David lo venisse a sapere, naturalmente – in quale albergo alloggerà; si chiama Figaro e si trova in posizione abbastanza centrale, in Prinsengracht. Non so ancora di preciso dove si svolgerà il workshop, ma se la proposta può andarti bene, raccoglierò informazioni su questo e su tutti gli altri dettagli che possono essere di qualche interesse ai nostri fini. Tutto per facilitare la tua missione.

Insieme a questa lettera ti mando anche una foto di David, sono passati diversi anni da quando l’hai visto l’ultima volta, e il tempo ha lasciato i suoi segni, temo. La barba va e viene, credo che abbia a che fare con la sua perpetua crisi legata all’età. A volte vuole apparire maturo e distinto, altre crede di avere ancora venticinque anni. Sì, gli uomini sono quello che sono, Agnes, ma non credo sia una novità neanche per te.

A ogni modo, se decideremo per Amsterdam a metà febbraio, cara Agnes, verserò altri trentamila euro sul tuo conto. Non appena avrò avuto il tuo okay. Poi resterà la metà del totale – cinquantamila – da versare dopo l’omicidio. Credo che in certi ambienti si usi fare così, almeno a quanto ho visto in tv. Metà alla firma del contratto, metà alla consegna – concorderai che ci stiamo muovendo in modo piuttosto professionale!

Quanto alla tua domanda nel post scriptum – o alle tue domande, per la precisione – posso senz’altro immaginare che l’infedeltà di David sia nota a qualcuno dei suoi colleghi (maschi, naturalmente), ma non credo che i nostri conoscenti più stretti ne siano al corrente. E ti assicuro che né David né nessun altro sospettano minimamente che io abbia aperto gli occhi circa il suo tradimento. Rientra nelle vanità maschili credere che noi donne siamo così facili da ingannare, e in questo caso non è uno svantaggio. Al contrario, cara Agnes, David non ha il minimo sospetto, tu ti troverai a sparare a un’anatra accovacciata, o come cavolo si dice.

Perciò scrivimi presto, Agnes, e fammi sapere se la mia bozza di proposta ti sembra attuabile. Altrimenti troveremo un’altra soluzione. Ma se accetti, ecco, allora abbiamo solo un mesetto, il che non è male, posso assicurartelo. Da tempo ho cominciato a immaginarmi che David sia già morto, e non puoi credere quanto sia faticoso condurre una conversazione decente con un cadavere ogni mattina davanti al caffè.

Per il resto va tutto bene, abbiamo un bel po’ di neve anche qui.

Tua,

Henny