Il dentista, il dottor Maertens, è morto.

È successo un mattino piovoso di gennaio. Era in coma all’ospedale da cinque giorni. La causa è stata una strana caduta dalle scale di casa nostra. Una sera è venuto a trovare mia madre, hanno mangiato e bevuto vino, e chissà come, mentre scendeva le scale, è inciampato ed è caduto in avanti battendo la testa. La corrente era andata via, e le scale erano immerse nel buio.

Sono state condotte delle indagini sulle circostanze dell’incidente, ma non è risultato nulla, a parte il fatto che il buon dentista si è rotto l’osso del collo e il pollice destro.

Intorno a Pasqua, che quest’anno è caduta a metà aprile, mia madre sembra aver superato il lutto, un nuovo dentista ha rilevato lo studio e fuori della mia finestra i grandi tigli hanno cominciato a mettere le foglie. Io sono soddisfatta dell’esistenza e della mia vita. Ora sono la prima della classe, Henny è rimasta un po’ indietro e Adam è stato malato a lungo quest’inverno e non è riuscito a mantenere i suoi voti. Ha qualche problema ai polmoni e nel complesso è piuttosto cagionevole di salute.

In autunno andremo tutti e tre al liceo Weivers in Waldemarstrasse. Anche altri cinque compagni di classe hanno superato il test d’ingresso. Purtroppo saremo costretti a separarci da Marvel. Ma non è così importante. Non lo frequentiamo più così spesso, lui ha cominciato a fumare sul serio e il più delle volte se ne sta con un paio di ragazzi più grandi dell’istituto tecnico di Löhr. Credo che anche Marvel andrà lì in autunno, a quanto mi pare di capire è un po’ uno sviluppo naturale. Ho come la sensazione che le cose non gli andranno granché bene, nella vita.

Henny e io parliamo quasi tutto il tempo fra noi. Durante le pause a scuola, di pomeriggio quando facciamo i compiti e studiamo insieme, oppure quando andiamo a nuotare alla piscina del Genzer Sportpalatz, o la sera quando ci telefoniamo, sebbene le nostre madri cerchino di proibircelo.

Discutiamo un po’ di tutto. Che cosa diventeremo da grandi, cosa pensano realmente i ragazzi, se sia sempre brutto mentire e se la signorina Butts abbia davvero una relazione con Fitzsimmons, il professore di musica.

Parliamo anche di Dio. Henny sostiene con convinzione che esista, io sono più dubbiosa. Il mondo non dovrebbe essere quello che è se ci fosse qualcuno a tenere le fila, penso, ma Henny dice che tutto si sistemerà, prima o poi, è solo che la strada per arrivarci è un po’ tortuosa.

«Vuoi dire già mentre siamo in vita» le chiedo, «oppure dobbiamo restarcene lì morte e sepolte per diecimila anni fino al giorno del giudizio?»

«Entrambe le cose» risponde Henny, convinta della sua fede. «Andrà tutto bene sia a te che a me nella vita, se solo continueremo a essere buone e umili.»

Dico che anche essere un po’ previdenti e stare in guardia probabilmente non guasta, altrimenti è facile farsi superare in astuzia dalla malvagità. Henny non capisce di preciso che cosa intenda e mi prega di farle un esempio, ma mi rendo conto che è meglio di no.

Riguardo ai nostri piani per il futuro, io voglio diventare un’attrice o una scrittrice, magari tutt’e due le cose. Henny cambia idea una volta al mese – a marzo vuole studiare da veterinario, ad aprile pensa che farà la stilista, e a maggio punta a sposare un uomo ricco e a crescere sei bambini mentre coltiva rose e dipinge tenui acquerelli in un piccolo villaggio di pescatori in Francia. Il marito dovrà di preferenza lavorare all’ONU ed essere abbastanza spesso in viaggio, e il pavimento della cucina dovrà essere rivestito di grandi piastrelle di klinker rosse e nere.

Trovo che Henny sia un po’ ingenua ed esageratamente volubile, ma siamo lo stesso inseparabili, e quando all’inizio di giugno s’innamora di un ragazzo davvero sconfortante che si chiama Dimitri, faccio di tutto per metterle i bastoni fra le ruote. In seguito, scampato il pericolo e salvato l’onore, mi ringrazia sinceramente per non aver esitato. Io stessa penso di essere insolitamente matura, per avere solo tredici anni.

Durante le vacanze estive vado da mio padre e mio fratello a Saarbrücken. La relazione con Else è finita, e io posso riprendere possesso della mia vecchia cameretta. Mattino e pomeriggio lavoro dal panettiere Goscinski, la sera scendo in bicicletta al fiume a incontrare i vecchi amici. Più l’estate avanza, più mi rendo conto di essere cambiata e di essermi staccata da loro. Mi sorprendo a pensare che sia stato utile, per la mia crescita personale, che mio padre e mia madre si siano separati.

Forse mi sono allontanata anche da mio padre e da mio fratello, non sono più in confidenza con nessuno dei due. A pranzo e a cena stiamo sempre in silenzio. Mio padre sembra invecchiato di dieci anni, e se dice qualcosa, ha spesso a che fare con il tempo o con la squadra di calcio dello Zenit. Mio fratello non cerca più di darmele come faceva un tempo, ma così sembra anche essere finita qualsiasi forma di comunicazione tra noi.

Quando Henny, io e altri centosettantadue ragazzi ci ritroviamo nell’aula magna del liceo Weivers il primo settembre, sono impaziente di vivere gli anni che abbiamo davanti. Ho come la sensazione che l’infanzia sia terminata e sono piuttosto sicura che non la rimpiangerò.