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Il 16 marzo del 1962, il «Boston Herald» pubblicò un articolo dal titolo Guerra sulla droga allucinogena ad Harvard. Studenti si impasticcano. Un aspro, ma tutto sommato banale confronto accademico che si era tenuto qualche giorno prima in un ateneo diviso fra i pochi sostenitori e i molti detrattori di Leary diventava materia scandalistica. Il dottor Kirk convocò d’urgenza Jay allo Schloss. In preda all’eccitazione, sventolava il quotidiano come un generale il bollettino che annunci la disfatta del nemico.
– Hai visto, figliolo? La notizia è uscita, finalmente. Qualcosa si muove!
– È una cosa buona?
– Buona è un eufemismo. È una cosa ottima, anzi, eccezionale! Il fuoco dato alle polveri presto scatenerà una deflagrazione totale!
Lotte sembrò approvare, con un belato convinto. In realtà, l’oggetto dell’approvazione era il capretto Gunther. L’inquietudine di Lotte, come Kirk aveva intuito, era legata all’orologio biologico caprino. Cosí il dottore manovrò perché la sua amata bestiola restasse incinta. Nacque un delizioso capretto al quale fu imposto il nome di Gunther. Quel giorno, mamma Lotte era particolarmente felice perché Gunther finalmente sembrava aver vinto la sua lotta contro la forza di gravità, e dopo una serie di cadute, se ne stava orgogliosamente, anche se precariamente, in equilibrio sulle quattro, esili zampette. Kirk fumava la sua eterna pipa, gioiva e lanciava manciate di sale a mamma e figlio.
– Si è verificato, figliolo, ciò che io avevo previsto e che i soloni dell’amministrazione temevano come la peste. Adesso, grazie a questo articolo, la gente sa. Sa che ad Harvard si fanno esperimenti con le droghe allucinogene, notizia sinora confinata nello stretto ambiente accademico. Dal sapere nasce la curiosità. Dalla curiosità la voglia di sperimentare. È un contagio, te l’ho detto.
– E che c’è di positivo in un contagio?
Kirk sorrise.
– Il mondo intorno a noi sta cambiando a una velocità furibonda, figliolo. Il cambiamento è nell’aria, ci sono mille segnali che ce lo dicono, ma sfortunatamente non tutti sono in grado di decifrarli. Siamo alla vigilia di un’autentica rivoluzione. Tempi di grande interesse per un agente del caos!
Jay osservò, con una certa ironia, che il tono omiletico usato da Kirk ricordava quello del Leary piú ispirato. Il dottore non se la prese piú di tanto. Sembrò, anzi, apprezzare. Disse che c’era del buono in Leary: peccato che lui non ne fosse consapevole. E profetizzò che presto avrebbe abbandonato Harvard.
Poi Gunther il capretto cadde ancora, e ancora si rimise in piedi, affettuosamente sollecitato dai colpetti di muso della madre e Gretchen si affacciò sulla soglia dello Schloss suonando il campanello che chiamava alla colazione.
Mentre si avviavano, con la coda dell’occhio Jay vide Gunther cadere per l’ennesima volta. Lotte gli si avvicinò e lo leccò, amorevolmente, sulla fronte. Jay provò un acuto, inspiegabile struggimento.