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LA PAROLA AL DNA

– Di generazione in generazione, di millennio in millennio, di organismo in organismo, io raccolgo, conservo e trasmetto le storie degli esseri viventi.

Pensa, Sebastiano, che questa mia attività è iniziata proprio quando la vita ha fatto la sua comparsa sulla Terra, più di quattro miliardi di anni fa. Ricordo ancora perfettamente quel giorno: il sole, nascosto dalla nebbia, riusciva a illuminare fiocamente il cielo rosso, intriso di gas mortiferi.

Sotto di lui, il mare scuro e profondo ondeggiava e, come tutti i giorni, cullava tra i suoi flutti molecole organiche piuttosto complesse.

Insomma, non c’era nulla di diverso dal solito, niente faceva supporre l’arrivo di una grande rivoluzione. Eppure, in quel preciso giorno qualcosa di diverso avvenne: una piccola scossa, un fremito leggero attraversò un grumo di strutture complesse, rendendole uniche. Quel brivido di energia permise alle molecole di riprodursi, di incamerare altre sostanze organiche e di crescere. Detto in altre parole: quella scintilla primordiale le rese vive!

Ovviamente io quel giorno ero presente, e fluttuavo pigramente tra le onde di quel mare carico di idrocarburi, amminoacidi, acidi carbossilici, brevi polimeri, nonché di ammoniaca e anidride carbonica. In realtà la mia struttura era molto più semplice di quella attuale, ma già capace di raccogliere informazioni, organizzarle, per poi trasmetterle alle generazioni successive.

Certo, non devi pensare a informazioni complesse: quelle che stipavo dentro di me erano storie semplici, al limite del banale. Si trattava di divisioni cellulari, di ingestione di qualche molecola organica e poco altro.

Però di anno in anno, di millennio in millennio, la scintilla di vita che aveva percorso le prime cellule si trasformò e divenne una piccola fiammella, poi un falò e adesso è un incendio gigantesco, che attraversa l’intero pianeta e che coinvolge più di un milione di specie di esseri viventi, ognuna diversa dall’altra. Anche io ho subito una trasformazione e, da breve polimero, sono diventato un filo lunghissimo e avviluppato su me stesso, in spire talmente condensate da contenere tutte le storie della vita: da quelle che parlano del mare primordiale, fino a quelle che attraversano le terre emerse, passando per il cielo inesplorato.

Non solo: dentro di me ci sono anche delle guerre spietate, delle amicizie che durano da sempre, mille disegni di riproduzione, strategie per curare i figli, per nutrirsi al meglio e altre milioni di storie. Io le raccolgo tutte, non ne perdo neanche una, e poi le racconto.

Attenzione, però! Io non possiedo parole, quindi non faccio grandi discorsi e neppure scrivo libri.

Nonostante questi limiti apparenti, racconto tutte le storie che ho dentro, e sai che linguaggio uso? Io parlo attraverso le tue braccia, le tue gambe, il tuo cervello. Per dirlo in altre parole: mi esprimo attraverso di te.

Ma, prima di approfondire questo aspetto, permettimi di presentarmi: il mio nome è acido desossiribonucleico e sono formato da due filamenti speculari, lunghi fino a tre metri e avviluppati in modo talmente fitto da essere contenuti all’interno del nucleo di ogni tua cellula.

Ecco perché, quando venni scoperto, nel 1869, mi battezzarono con il nome di nucleina. Me lo diede il biochimico svizzero Friedrich Miescher, il quale mi individuò nel pus contenuto in alcune bende chirurgiche usate. Da allora gli esseri umani hanno condotto tantissimi esperimenti per indagare sia il mio ruolo sia la mia struttura chimica e oggi si sanno tante cose su di me. Talmente tante che voi esseri umani avete addirittura imparato a manipolarmi per creare degli organismi con delle caratteristiche a voi idonee. Ma di certo tu non sei qui per ascoltare racconti sul lavoro degli scienziati.

Sebastiano, tu vorresti conoscere la tua storia per illuminare il tuo presente, che è, come mi hai confidato, piuttosto complesso e intricato. Per non parlare del futuro: così oscuro da farti tremare di ansia ogni volta che il pensiero si posa su di lui.

A tal proposito voglio essere chiaro con te: io non conosco il senso di ogni cosa, né posso prevedere il futuro. E neanche posso darti dei saggi consigli su come affrontare la vita. Tutte queste cose le devi trovare da solo. Quello che posso fare è raccontarti delle storie e parlarti di vicende lontane, che però ti influenzano e ti condizionano ancora.

Questo l’ unico modo in cui posso aiutarti. Tocca a te elaborare quello che ascolti e trasformarlo in un futuro che ti suoni familiare.

Allora, parlavo di storie che raccolgo e che racconto attraverso un mio alfabeto personale. Esso non è composto da lettere, ma da amminoacidi, piccole strutture chimiche che, poste l’una dietro l’altra, formano delle lunghe catene, spesso anche loro avvolte su se stesse e che prendono il nome di proteine. Ebbene, sono loro che ti costituiscono, sono loro che fanno di te quello che sei ora. Non a caso i libri di scuola le paragonano a dei mattoni che formano il tuo corpo.

Le proteine diventano le tue mani prensili, la tua colonna vertebrale eretta, il tuo cervello.

Esattamente come in un libro, in cui le lettere dell’alfabeto si dispongono in modo ordinato per raccontare una storia, allo stesso modo le proteine si posizionano in diversi modi e mutano al variare della vicenda che devono raccontare.

Detto in altre parole, tu con i tuoi capelli neri, la tua pelle chiara, la tua altezza media sei il risultato di un numero semi-infinito di capitoli, contenenti mille storie intrecciate tra loro. Ma attenzione: questo romanzo non finisce con te, il futuro ne riserva molte altre pagine, che verranno sviluppate attraverso i tuoi figli, i tuoi nipoti e i tuoi posteri.

Di questo immenso fiume di storie tu ne puoi osservare solo un minuscolo pezzetto.

Provo a spiegarti meglio questo concetto: come dicevo, i tuoi capelli neri, la tua altezza media, la tua carnagione chiara e tutte le tue caratteristiche altro non sono che il linguaggio che io uso per raccontare le storie. Tu sei il risultato concreto di tutte le vicende che sono successe prima di te.

Un altro animale è completamente diverso da te, perché il DNA dentro di lui ha seguito un altro percorso, ha raccolto delle storie diverse dalle tue. E questa divergenza ha avuto, come esito, due corpi e due modi di abitare il mondo totalmente differenti.

Vediamo nel dettaglio come le storie della vita passano da un organismo a un altro.

Allora, nel tuo specifico caso io provengo da due cellule: una apparteneva a tua madre, l’altra a tuo padre. Insieme hanno amalgamato il loro DNA, che è diventato il tuo e che ha permesso di fare di te quello che sei adesso.

I tuoi genitori, però, non hanno solo intrecciato i loro fili per generarti, ma hanno fatto molto di più. Ti hanno per esempio raccontato come si sono conosciuti, come passavano le giornate da giovani, ti hanno parlato dei loro cibi preferiti, insegnato alcune ricette imparate, a loro volta, dai loro genitori.

Insomma, oltre ai miei filamenti, che ora vivono arrotolati in ogni tua cellula, tuo padre e tua madre ti hanno regalato un fiume di parole, che sono entrate dentro di te e si sono trasformate in immagini che adesso risplendono al tuo interno. Ma non solo: i tuoi genitori ti hanno anche consigliato dei libri e dei film, ti hanno mandato a scuola, ti hanno assistito con i compiti e quindi ti hanno aiutato a trovare le tue specifiche parole. Le loro, unite alle tue, si sono mescolate, e adesso costellano il tuo cervello e tu le usi per capire e dare un senso al mondo.

E non è finita qui! I tuoi genitori ti hanno fatto anche un altro dono prezioso: l’amore! Ti hanno preso in braccio, ti hanno abbracciato, ti hanno baciato, si sono preoccupati per te, ti hanno pensato, hanno progettato un futuro insieme e tante altre bellissime cose. Tutto questo si è adagiato dentro il tuo cuore, scaldandolo, e questa fiammella di affetto continua a diffondere la sua luce e lo farà anche in un futuro remoto quando, speriamo tardi, loro non ci saranno più. L’amore dei tuoi genitori vive dentro di te e ci rimarrà per sempre.

Come ti ho detto, io sono molto antico e, anche se non prevedo il futuro, non sono per nulla un ingenuo. Ecco perché so bene che non tutto procede per il verso giusto. I tuoi genitori hanno sì fatto tante belle cose ma, sicuramente, hanno commesso anche degli errori. Errori che ti hanno fatto arrabbiare e ti hanno reso triste. Ebbene, anche queste storie sono entrate in te, e adesso vivono con te, e per estirparle dovrai lottare a lungo.

Riassumendo: dentro di te vivono e vivranno i tuoi genitori, con le loro contraddizioni e i loro molti sentimenti, alle volte contrastanti.

Un pezzo della loro storia risiede nel tuo cuore e nel tuo cervello, ti accompagnerà per sempre e tu lo tramanderai ai tuoi figli.

Se però gettiamo lo sguardo oltre tuo padre e tua madre, se lo accompagniamo indietro di qualche anno, allora incontreremo i tuoi nonni. I genitori dei tuoi genitori hanno miscelato il loro DNA e hanno formato mamma e papà e quindi io, che vivo dentro di te, sono composto da pezzetti provenienti anche dai tuoi nonni.

Esattamente come i tuoi genitori, anche i tuoi quattro nonni sono entrati nella tua vita con le loro storie di guerra, di come hanno sofferto la povertà da piccoli e di come hanno goduto della grande rinascita economica da adulti. Non solo: anche loro ti hanno preso in braccio, coccolato, fatto regali (forse pure troppi), hanno trascorso parte del loro tempo con te. Insomma, anche loro fanno parte di un mondo che tu conosci e al quale sei legato cognitivamente e sentimentalmente.

Del grande fiume della tua storia, la cui sorgente è distante più di quattro miliardi di anni fa, tu puoi scorgere solo questo piccolo rivo.

Andando indietro con gli anni, puoi intravedere qualche frammento sfocato legato ai tuoi otto bisnonni, qualche sporadica notizia che i tuoi genitori e i tuoi nonni ti hanno raccontato, ma nulla di più. Sai, per esempio, che il nonno di tuo padre è scampato alla guerra perché, sapendo cantare molto bene, lo hanno arruolato nel coro dell’esercito e non è andato al fronte. Ti hanno riferito di una tua bisnonna che era sempre ammalata e che quindi tua nonna era costretta a passare lunghi periodi da una zia non certo benevola.

Insomma, sai qualche notizia, ma loro non ti hanno mai conosciuto, e quindi non hanno potuto volerti bene. Ecco perché questi sprazzi della loro vita vivono dentro i neuroni del tuo cervello e sono custoditi dalla memoria, mentre il tuo cuore ne è completamente privo.

E poi? E poi basta: dei tuoi sedici trisnonni non sai assolutamente nulla, se non forse qualche vaga notizia. Il grande fiume della tua storia è sprofondato in una gola buia ed inaccessibile.

Eppure, anche se invisibili, le vicende dei tuoi avi, anche quelli antichissimi, sono vive e vegete e io le contengo tutte. Contrariamente a quello che succede nel tuo cervello e nel tuo cuore, in cui le storie evaporano in fretta, dentro di me nulla si disperde. Intrecciati tra le mie spire, ci sono ancora i pezzetti delle storie di tutti i tuoi antenati, dai più recenti fino a quelli che hanno vissuto in epoche remote, il Rinascimento, il Medioevo, l’antica Roma e, andando sempre più a ritroso nel tempo, i primi agricoltori, gli uomini preistorici e quindi le altre specie umane. Continuando a percorrere questo sentiero che ci porta indietro nel tempo, dentro di me si sono incastrati pezzetti appartenuti a esseri simili a scimmie, e poi rettili, pesci e addirittura batteri, proprio quelli che sono stati percorsi dal fremito di vita primordiale.

Ognuno di questi antenati ti ha condizionato e ti ha reso come sei adesso.

Perché ti racconto tutto questo, Sebastiano? Perché penso che non siano le risposte ad aiutare le persone, piuttosto una visione più ampia del mondo che scaturisce, invece, dalle domande che ci poniamo e, ti assicuro, in tal senso le storie possono fare miracoli.

E quindi ora mi accingo a raccontartene due.

Avrei potuto sceglierne milioni, ma ho pensato di narrare le vicende di due tuoi avi, uno vissuto più di cinque milioni di anni fa sulla collina rossa, quella che si erge lungo il margine occidentale del fiume Auasc, nella attuale Etiopia; l’altro invece è nato nel nord Italia, nella grotta di Fiumane. Lui è stato il primo della tua specie a nascere in Europa.

Ma non precorriamo i tempi e iniziamo a raccontare le antiche vicende di Trok.