Gennaio-Febbraio.

In Russia, il crollo del fronte del Don, travolto dai Sovietici, segna la fine rovinosa del corpo di spedizione italiano. Forzati dai capi nazifascisti a una resistenza impossibile, e poi lasciati allo sbaraglio senza ordini, né mezzi, né direzione, i soldati della C.S.I.R. e dell’ARMIR finiscono dispersi e insepolti nella steppa gelata.

Sul Baltico, dopo 17 mesi di assedio, l’Armata Rossa libera Leningrado. Il numero dei cittadini morti durante l’assedio è di 630 mila.

A Stalingrado, resa definitiva dei Tedeschi superstiti nella città accerchiata dalle forze russe e ridotta a un deposito di cadaveri. (Ore 14,46 del 2 febbraio: A Stalingrado più nessun segno di combattimento).

In Africa Settentrionale, le colonie italiane di Tripolitania e Cirenaica, abbandonate dagli Italo-Tedeschi, vengono soggette all’amministrazione militare alleata.

La resistenza jugoslava contro gli occupanti dell’Asse va estendendosi alla Grecia e all’Albania.

Dagli Stati Uniti si comunica che, fra i lavoratori delle fabbriche belliche, si contano oltre 4 milioni di donne.

In Germania, un’ordinanza obbliga ai lavori per la difesa del territorio tutti i tedeschi maschi dai 16 ai 65 anni, e femmine dai 17 ai 45.

 

 

 

Marzo-Giugno.

In Italia, per la prima volta nell’epoca fascista ha luogo uno sciopero operaio. Lo sciopero, indetto dai lavoratori della Fiat di Torino si estenderà alle altre industrie del Nord. Si intensifica l’organizzazione clandestina dei partiti contrarii al regime, con particolare attività del partito comunista.

A Varsavia, al termine di una disperata rivolta dei superstiti prigionieri del Ghetto, gli occupanti nazisti incendiano e radono al suolo il quartiere. Conclusione della guerra in Africa, con la resa definitiva dell’Asse agli Alleati, i quali hanno ormai la strada aperta verso l’Italia.

La tattica navale americana prevale nel Pacifico sui Giapponesi, che subiscono una serie di sconfitte.

A riprova che l’URSS rinuncia ai piani di rivoluzione mondiale e in favore della coalizione con le Potenze occidentali, Stalin scioglie il Comintern.

 

 

 

Luglio-Agosto.

Nuove disfatte delle Panzerdivisionen sul fronte sovietico e sbarco in Sicilia delle forze alleate, che rapidamente occupano l’isola. A Roma i gerarchi concertano di estromettere il Duce nell’intento di trattare con gli Alleati per il salvataggio dei propri interessi. Analogo progetto da parte del re, per il salvataggio della propria corona. Riunione del Gran Consiglio fascista, dove, per la prima volta nella storia di questa istituzione, si vota a maggioranza contro il Duce. Ricevendolo a Villa Savoia, il re comunica al Duce il suo avvenuto licenziamento e all’uscita lo fa arrestare dai carabinieri. Dopo vari trasferimenti, il prigioniero sotto scorta viene tradotto in una località isolata del Gran Sasso.

In luogo del Duce destituito, il re assume Badoglio, generale monarchico del Regime e conquistatore di Addis Abeba: il quale contemporaneamente proclama la fine del fascismo e la continuazione della guerra a fianco dei nazisti, ordinando alle truppe e alla polizia repressioni feroci contro ogni tentativo di riscossa popolare. Frattanto, il generale e il re trattano segretamente, da una parte con gli Alleati, e dall’altra coi tedeschi.

Festa in tutta Italia per la fine della dittatura, mentre forti contingenti hitleriani si ammassano alla frontiera, pronti a intervenire nella penisola.

 

 

 

Settembre-Ottobre.

Firma dell’armistizio con l’Italia, annunciato dalla radio alleata. Il re d’Italia, il Governo e lo Stato Maggiore fuggono verso il sud già occupato dagli alleati, abbandonando al caso l’esercito, Roma e il resto dell’Italia. Per ordine del Führer, il prigioniero Mussolini viene liberato da una formazione di paracadutisti hitleriani che calano sul Gran Sasso a bordo di elicotteri. Capeggiata da Mussolini, sotto il controllo di Hitler, viene fondata nel Nord d’Italia la repubblica nazifascista di Salò.

Sbandamento dell’esercito italiano tanto nella penisola che nei territori già occupati dall’Asse, dove i reparti italiani vengono massacrati dai Tedeschi oppure deportati in Germania per i lavori forzati nell’industria di guerra. Quelli che riescono a sfuggire cercano scampo verso il sud d’Italia oppure si uniscono alle bande partigiane locali.

Gli Alleati, dopo uno sbarco a Salerno, arrestano la propria avanzata a nord di Napoli. Al di sopra di questa linea, tutta l’Italia è sotto l’occupazione militare tedesca. Incominciano a formarsi, specie nel nord, gruppi di resistenza armata contro gli occupanti.

Attraverso l’ambasciata spagnola, il governo regio e badogliano del sud comunica l’avvenuta dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania, mentre la repubblica di Salò nel nord emette bandi di chiamata alle armi per la formazione di un esercito nazifascista.

Nuovi scioperi degli operai nelle industrie del Nord.

Come negli altri territori occupati, anche in Italia i Nazisti procedono alla «soluzione finale del problema ebraico».

A Mosca, viene deciso di sostituire l’Internazionale, inno ufficiale dell’URSS, con un nuovo inno in lode della «Grande Russia».

 

 

 

Novembre-Dicembre.

In Italia, rappresaglie sanguinose dei Nazisti, coadiuvati dalle squadre fasciste, che sono rientrate in azione al servizio degli occupanti.

Nelle città e campagne del centro e del Nord, si va organizzando la resistenza armata dei partigiani, coordinata dai partiti clandestini, e in ispecie dal partito comunista.

Si esaurisce la controffensiva tedesca in Russia. Violentissimi bombardamenti su Berlino. I Tre Grandi (Churchill, Stalin, Roosevelt) s’incontrano a Teheran… … …