Capitolo 54

Ruby si sedette sul letto di Harry, si aggrappò a lui e cercò di piangere in silenzio in modo che sua mamma non la sentisse dal salotto accanto. Una chiazza umida si formò sulla felpa del ragazzo, proprio sopra il cuore, dove lei aveva appoggiato la testa. Ruby era la persona più forte che Harry conoscesse, e anche la più simpatica, e così intelligente. Tutto di lei gli infondeva un senso di venerazione e quando camminavano insieme non riusciva quasi a credere che lo amasse. Era come se Harry avesse una marcia in più, come se il mondo fosse stato tirato a lucido: i colori sembravano più nitidi e più brillanti. Perché gli altri non capivano quanto fosse straordinaria?

Perché le facevano questo?

Non aveva mai provato una furia del genere. Per anni la gente gli aveva lanciato addosso insulti pesanti come pietre, nemmeno ci faceva più caso. Dicevano che puzzava, perché non aveva sempre il tempo di farsi la doccia prima della scuola, impegnato com’era a badare al resto della famiglia. Oppure ridevano perché aveva la camicia sgualcita, se non aveva avuto modo di stirarla. Cavolo, certa gente lo aveva odiato dal secondo in cui era venuto al mondo, solo perché aveva la pelle del colore del caffè. Fanculo. Non potevano ferirlo, non gli dava quella soddisfazione. Semplicemente era superiore. Ma non riusciva proprio a fare altrettanto con il dolore che provava adesso. Non poteva ignorare quella collera. Il fatto che la gente facesse del male a Ruby lo faceva sentire come l’Incredibile Hulk. Se anche uno solo di quei bulletti gli fosse capitato tra le mani, l’avrebbe fatto a pezzi.

Ma in quel momento, meditare vendetta non avrebbe certo aiutato Ruby.

Le accarezzò i capelli e si chinò in avanti per canticchiarle piano nell’orecchio.

«Ehi, ehi, piccola, è tutto ok. Finché siamo insieme, non ci importa di nulla».

«Ma non possiamo stare insieme. I miei stupidi genitori non mi permetteranno nemmeno di vederti. Sono così ciechi che pensano che sia tu quello che ha una cattiva influenza su di me».

«Forse… non so, magari dovresti dire tutto ai tuoi, Ruby».

Tirò su con il naso, tra le lacrime, ma si sentì appena perché aveva di nuovo sprofondato la faccia nella felpa di lui, come un topo che si rintana per sentirsi al sicuro. Harry credeva di aver distinto la parola “inutile”, ma non ne era sicuro, forse si trattava solo di un colpo di tosse.

«Ruby?», sondò il terreno.

Lei alzò lo sguardo. Occhi rossi, labbra gonfie e naso che colava. Odiava vederla così vulnerabile… ma amava il fatto di essere l’unica persona al mondo ad avere il privilegio di assistere a quel momento.

«Che senso ha? Anche se mi ascoltassero, cosa che non fanno mai, mi direbbero semplicemente di smettere di usare i social. Sì, certo, perché così sparisce tutto. Non hanno idea di come funzioni la vita reale. Che io controlli o meno, i post rimangono comunque lì. Tutti ridono di me. Tutti mi odiano».

Harry le accarezzò il braccio, impotente, nel tentativo di cancellare in quel modo il dolore.

«Io non ho mai… non potrei… dirlo a loro sarebbe come… non lo so, pensano già che io sia una perdente, è probabile che siano comunque d’accordo con tutto quello che dicono gli altri».

«Non saranno mai d’accordo con qualcuno che mette in rete un sito porno con il tuo nome, non credi? Magari vale la pena parlarne con loro in modo che possano, che ne so?, andare alla polizia. Proviamoci, magari i tuoi genitori non sono così inutili come pensiamo… forse sanno cosa fare. Che cosa hai da perdere, Ruby?». Riusciva a percepire la lotta interiore della ragazza.

Lei alzò le braccia al cielo, disperata.

«Quando cerco di parlarne, però, mi blocco del tutto. Le parole mi si appiccicano tutte insieme e non riesco a sputarle fuori. Non riesco nemmeno a respirare. È molto più semplice non dire niente».

Era così pallida, bianca come le scarpe da ginnastica immacolate che indossavano i bulli.

«Lo capisco. Quello che ti hanno fatto passare… nessuno dovrebbe essere costretto a sopportare tutto questo, cavolo. Vorrei poter fare qualcosa per migliorare la situazione. Credimi. Ma magari, una volta che l’avrai detto ai tuoi, andranno alla polizia a denunciare questo schifo. Questa cosa nuova, che fa sembrare che tu ti offra per soldi a chiunque, le ha superate tutte. La polizia vedrà i tuoi genitori, così carini e puliti e con quell’aria da classe media, e scatterà sull’attenti. Indagherà, farà una delle sue piccole magie tecnologiche per scoprire chi c’è dietro questa storia e lo inchioderà. Caso risolto. Io non posso farlo per te. Vorrei poterlo fare».

«Anch’io vorrei che tu potessi». Si strinse di nuovo a lui e si baciarono. «Vorrei che potessimo essere soltanto io e te per sempre. Al diavolo il resto del mondo».

«Amen. Il mondo intero può anche esplodere per quanto me ne importa, finché siamo insieme. Quando la gente ti fa del male, io vorrei ucciderli tutti, Ruby. Lo giuro. Sentirti dire che vorresti essere morta… Be’, se tu muori io vengo con te, non posso vivere senza di te, piccola».

Si perse negli occhi di lei, sulle sue labbra. Nonostante tutto quel parlare di morte, Harry aveva il sangue che gli pompava nelle vene e non si era mai sentito così vivo.