Capitolo 44

Per una volta, né Ruby né Topo avevano trovato qualcosa per cui discutere: un piccolo miracolo. Benjamin e la figlia maggiore erano usciti insieme e Dominique poté tirare un sospiro di sollievo quando, tornata a casa dopo aver accompagnato Amber di corsa a scuola, si ritrovò sola.

Le ci volle qualche minuto per scovare la sua vecchia rubrica e trovare il numero che le serviva. La competente segretaria del dottor Madden le rispose subito e si occupò della sua richiesta di parlare con lui.

«Posso riferirgli un messaggio e farla richiamare, se necessario», le disse educatamente. «Oppure può prendere un appuntamento per incontrarlo. C’è una lista d’attesa di tre mesi al momento».

Tre mesi? Non poteva proprio aspettare così tanto.

«Sono già stata una paziente del dottor Madden. La prego di chiedergli di chiamarmi con urgenza, perché sto avendo una ricaduta».

«Di cosa si tratta?»

«Lui lo sa». Dominique sapeva essere incisiva, quando necessario.

Per il resto della mattinata si occupò delle decorazioni di Natale per ammazzare il tempo mentre aspettava che il telefono squillasse, nella speranza di sbrigare la faccenda prima della recita di Natale di Topo. Ricevette più di qualche chiamata da call center che congedò sbrigativa, delusa che non fosse il dottor Madden. Fu piuttosto irritante, specialmente quando la disturbarono mentre si trovava in equilibrio precario sulla scala, per appendere pesanti festoni di foglie e bacche in giro per la stanza. Corse giù mentre il telefono squillava, poi rispose con il fiatone.

«Posso parlare con Dominique?», domandò una voce familiare con una cadenza di Liverpool appena accennata.

All’istante, fu trasportata indietro di venticinque anni, a quando era solo una diciannovenne. Al momento in cui venne svegliata dall’ennesimo incubo per ritrovarsi davvero immersa nel sangue. Il liquido caldo le scorreva giù per le braccia, le gocciava sulle dita e si raccoglieva in una pozza ai suoi piedi, mentre Fiona lottava per strapparle di mano il coltello da intaglio e gridava, gridava, gridava…

Il sogno si era trasformato in un incubo a occhi aperti. Non poteva rischiare che accadesse di nuovo. Per sua fortuna, il dottor Madden concordò sul fatto che si trattasse di un caso urgente.

«Chiuderò lo studio per qualche giorno durante il periodo delle feste», le spiegò. «Ma vista la gravità dei suoi precedenti episodi, mi piacerebbe vederla giovedì per un appuntamento urgente. Spero che potremo mettere in atto qualche meccanismo di difesa per tenere la situazione sotto controllo, prima di iniziare con delle sessioni adeguate nel nuovo anno».

«Sarebbe magnifico», rispose Dominique, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro di sollievo.

«Nel frattempo, cerchi di adottare le regole della buona “igiene del sonno”: dormire poco e male può provocare incubi negli adulti. Mantenga la calma ed eviti lo stress», le consigliò. «Vada a letto a orari regolari e magari cerchi di fare un po’ di yoga e meditazione, sono d’aiuto. Poi, eviti alcolici, caffeina e nicotina… possono rimanere nel sistema fino a dodici ore dopo il consumo e disturbare il ciclo del sonno».

«Sì, oddio, sì. Ho preso delle brutte abitudini con gli anni, ma ricomincerò subito a mettere in pratica i suoi consigli».

«Eccellente. Allora ci vediamo giovedì, Dominique. Si riguardi».

Quando riattaccò, non poté fare a meno di pensare che quelle parole di congedo somigliavano più a un avvertimento che a un saluto premuroso.