Confesso che ho vissuto
Queste memorie, o ricordi, sono discontinue ed a tratti si smarriscono perché così appunto è la vita. L'intermittenza del sonno ci permette di sostenere i giorni di lavoro. Molti dei miei ricordi sono svaniti a evocarli, sono divenuti polvere come un cristallo irrimediabilmente ferito.
Le memorie del memorialista non sono come quelle del poeta. Uno è vissuto forse meno, ma ha fotografato molto di più e ci appassiona con la precisione dei particolari.
L'altro ci consegna una galleria di fantasmi scossi dal fuoco e dall'ombra della sua epoca.
Forse non ho vissuto in me stesso; forse ho vissuto la vita degli altri.
Da quanto ho lasciato scritto in queste pagine sempre si staccheranno - come sugli alberi d'autunno e come al tempo della vendemmia - le foglie gialle che vanno a morire e le uve che rivivranno nel vino che è sacro.
La mia vita è una vita fatta di tutte le vite: le vite del poeta.