CAPITOLO OTTO

Sandy si sentiva a pezzi. Si era sempre vantato di come fosse in grado di sopportare il poco sonno. Durante l’Up Helly Aa sarebbe andato avanti due o tre giorni senza dormire, aiutato solo dal bere, dal ballare e dalla compagnia. Pensò che la stanchezza fosse dovuta allo shock. Non aveva mai capito le reazioni dei parenti dei defunti, al lavoro. Sapeva che avrebbe dovuto essere compassionevole, ma i loro visi vuoti e i loro occhi esausti lo irritavano. Avrebbe voluto sbatacchiarli. Forse, in futuro, sarebbe stato meno impaziente. Era stato un grande sollievo l’arrivo di Jimmy Perez. Sandy aveva guardato il battello avvicinarsi da Laxo con una sorta di disperazione, desideroso di farlo accelerare, sapendo quanto fosse patetico voler dare in mano tutto al suo capo, non essendo in grado di farlo da solo.

Ora, era davvero felice che Perez fosse stato così gentile con Ronald. Sandy era sempre andato d’accordo con il cugino, nonostante fossero molto diversi. Sandy non era mai stato uno studioso. Considerava Ronald il suo migliore amico; quando aveva deciso di sposarsi, lui gli aveva chiesto di fargli da testimone. Jackie ed Evelyn non erano mai state amiche. C’era sempre stato un po’ d’attrito dovuto all’invidia e alla competizione, e se Joseph e Andrew erano più civili, Sandy aveva sentito un po’ di tensione anche lì. Forse lui e Ronald erano diventati così amici perché i loro genitori non approvavano.

Perez non aveva detto nulla dopo aver lasciato casa Clouston, a parte il fatto che avrebbe voluto portare i suoi stivali di gomma, l’erba era troppo bagnata. Passò mezz’ora senza dire una parola e questo spaventò Sandy. Gli piaceva parlare, persino come rumore di sottofondo, aveva sempre la radio o il televisore accesi quando era da solo nel suo appartamento.

Erano vicini alla macchina. «E ora?», chiese lui, pensando che se non avesse domandato nulla avrebbero trascorso tutto il giorno lì, con Perez fermo a guardare verso la spiaggia.

«Non so te, ma io sto morendo di fame. Un posto buono per fare una colazione decente?»

«Non ci sono caffetterie sull’isola, ma mia madre fa un’ottima frittura». Non appena finì di parlare, Sandy capì di aver fatto un errore. Evelyn era imbarazzante. Avrebbe raccontato all’ispettore le storie della sua infanzia, avrebbe portato fotografie di lui con la varicella, avrebbe chiesto quanto ci avrebbe messo ancora il figlio a essere promosso, e avrebbe raccontato del nuovo lavoro di Michael a Edimburgo. Ma era troppo tardi per rimangiarsi l’offerta; Perez era già entrato in macchina e aveva acceso il motore. L’ispettore si sporse in avanti e pulì la condensa sul parabrezza con un fazzoletto sporco.

«È proprio quello che ci serve. Da che parte?». Scesero verso Setter, lungo il lago dove le strolaghe si sarebbero accoppiate durante la stagione, poi si avvicinarono al campo con i recinti di maiali, al cui interno si vedevano quattro suini rossastri. Tra tutte le bestie della fattoria, Sandy amava i maiali. Sua madre doveva aver sentito la macchina arrivare perché aveva aperto la porta e li stava aspettando. Utra era la fattoria più grande di Lindby, perché includeva la maggior parte di Setter. Il padre di Sandy aveva allargato la casa nel corso degli anni, spinto da Evelyn, che aveva voluto camere separate per i figli e un bagno più grande. I soldi erano pochi di quei tempi. Joseph Wilson non aveva lavorato sulle barche, non aveva mai guadagnato tanto quanto i pescatori. Evelyn non lo aveva mai detto ma Sandy pensava a quanto fosse stata dura per lei guardare le altre donne con i loro vestiti eleganti comprati durante i viaggi a Bergen o Aberdeen.

«Entrate», disse la donna, non appena scesero dalla macchina. «Dovete scaldarvi e mangiare qualcosa. Il bollitore ha appena cominciato a fumare. Che cosa terribile! Non potevo crederci. Povera Jackie. Non so come farà a sopportare la vergogna».

Sandy sperava che Perez non avesse notato la nota di soddisfazione nella sua voce. Il ragazzo sapeva a cosa stesse pensando Evelyn. L’istruzione del figlio e tutti i loro soldi non gli saranno di alcun aiuto adesso. Rimanendo indietro per evitare il suo abbraccio, vide che la pioggerellina si era fermata e il cielo si stava schiarendo. Forse il tempo sarebbe migliorato a breve. Poi rifletté che, certamente, Perez aveva capito a cosa stesse pensando la madre. Riusciva a entrare nella testa delle persone come un indovino o un mago.

Dentro, vide la madre attraverso gli occhi di Perez: piccola, tonda, capelli corti che aggiustava lei stessa quando non riusciva ad andare a Lerwick, quel giorno aveva addosso il suo maglione migliore perché aspettava ospiti. Abbastanza energia da alimentare la centrale delle Shetland. Aveva già scaldato la teiera e fatto il tè e stava ancora parlando. Ma non è una donna stupida, pensò Sandy, e Perez capirà anche quello. Ha ottenuto tutti quei soldi dall’Arts Trust per il teatro comunale e tutti dicono che è stata il migliore presidente che il Forum dell’isola abbia mai avuto.

C’era un agnellino in una scatola di cartone vicina al Rayburn. «Un’orfana», disse Evelyn. «La stiamo crescendo noi stessi. Nessun altro si darebbe la briga, ma Joseph è fissato».

Una volta messo il tè in infusione si girò. «Cosa posso darvi da mangiare? Abbiamo un po’ di bacon e Mima mi ha dato una dozzina di uova ieri, ho tante cose da offrirvi. Che ne pensate?».

Sandy si ricordò il giorno in cui suo padre aveva ucciso il maiale. Visto che era a uso familiare non c’era bisogno di mandarlo al mattatoio, ma era un lavoro orribile. I maiali facevano un rumore orribile quando gli veniva tagliata la gola. Sembravano percepire cosa stava per succedere. Sandy era rimasto sull’isola quel giorno, ma non era stato molto utile. Era stato lì a guardare con Anna. Suo padre era forte, aveva finito il lavoro con l’aiuto di Ronald, ed Evelyn aveva raccolto il sangue in un recipiente.

«Direi che è perfetto, signora Wilson», disse Perez. Si era già messo a suo agio. Aveva lasciato le scarpe nella veranda e si era accomodato sulla sedia solita del padre di Sandy. Evelyn sorrise, prese una padella dal muro, e aprì la piastra del Rayburn.

«Signora Wilson! Nessuno mi chiama così da un bel po’ in questa casa, da quando quel politico del Partito Nazionale Scozzese è venuto a fare propaganda qui».

La cucina era calda e Sandy si appisolò quasi, sentendo la conversazione tra Perez e la madre come se fossero molto lontani da lui.

«A che ora ha visto Mima per l’ultima volta?», chiese Perez.

«Erano le quattordici. Ho fatto un salto per fare una chiacchierata riguardo allo scavo. Le due studentesse erano lì. Che ragazze simpatiche, anche se penso che Hattie dovrebbe mangiare un po’ di più. È molto magra. Tutta pelle e ossa». Fece una pausa per prendere fiato.

Sandy sapeva che la madre sperava di sistemarlo con una di quelle “ragazze simpatiche”. Pensava che potesse sposarsi e darle dei nipoti. Michael, dopotutto, era stato obbligato a sposare un’avvocato di Edimburgo e ad avere una bambina che andava già all’asilo privato. Ma non era come avere un nipotino a portata di mano. Jackie aveva appena centrato un primo obiettivo. A Sandy piacevano le studentesse. Hattie non così tanto, troppo energica e intelligente per lui, ma Sophie sì, era molto più flemmatica. Le piaceva bere e ridere, ed era provocante. Elegante, ma, allo stesso tempo, amichevole. I ragazzi lo prendevano in giro perché aveva sempre donne diverse, ma stava cominciando a pensare che fosse l’ora di sistemarsi. Era stancante correre dietro alle studentesse e c’erano più uomini single che donne single nelle Shetland. Ma davvero voleva finire come Ronald, sposandosi con una persona che lo comandava e rimproverava? Sarebbe stato come vivere a casa dei genitori, di nuovo.

«Lo scavo è così eccitante!». Evelyn si distrasse dalla morte di Mima per la passione del momento. «Hattie pensa che lì ci sia una casa di un mercante. Fu costruita quando la Lega anseatica stava cominciando a collassare e alla gente veniva detto che non si doveva più commerciare con Bergen. Ho trovato un teschio. Parte di un teschio. Hattie pensa che possa appartenere al mercante che ha costruito la casa. È stato portato via per essere datato. Hanno esplorato meglio la fossa e Sophie ha trovato altri pezzi. Parte di una costola e parte del bacino. Immaginate che attrazione turistica potrebbe essere, se scavassimo meglio il sito. Vorrei fare la ricostruzione di una casa dell’epoca. Potremmo tenere laboratori, organizzare giornate in famiglia. Dobbiamo guardare al futuro così da poter dare lavoro ai nostri giovani».

Sandy soffocò uno sbadiglio, pensò di nuovo a quanto Evelyn avesse in comune con Anna. Lui non si sarebbe mai preoccupato per il futuro dell’isola. Aveva lasciato Whalsay non appena aveva potuto e considerava Lerwick la sua casa ormai. «Mamma, non si starà mica bruciando il bacon?».

Evelyn scosse la padella, e guardò male Sandy che aveva messo in discussione la sua abilità nel friggere un paio di fette di bacon.

«Quando è stata a Setter, Mima era in casa o fuori con le ragazze?», chiese Perez.

«Eravamo tutte dentro. Il tempo era peggiorato e Mima aveva invitato le ragazze a entrare per una bevanda calda. Quando sono arrivata, loro tre erano in cucina, ridevano per una battuta. Sembrava che Mima avesse la loro età e che questo progetto le avesse dato nuova linfa. Per questo, l’incidente è una così grande tragedia».

Per la prima volta, Sandy pensò che alla madre dispiacesse davvero. Aveva sempre trattato Mima come una seccatura, una ragazzina ribelle che causava imbarazzo alla famiglia, ma ora riusciva a vedere quanto le sarebbe mancata. Ma non le dispiaceva che Ronald si fosse messo nei guai.

Sua madre stava ancora parlando, le parole erano come un sottofondo dei suoi pensieri. «Ho bevuto un po’ di tè e poi le ragazze sono uscite. Si erano inzuppate e Mima aveva messo le loro cose ad asciugare vicino al Rayburn. C’era più vapore che in una lavanderia, la condensa alle finestre non lasciava vedere nulla fuori. Mima mi aveva preparato le uova e non potevo perdere altro tempo a chiacchierare. Dovevo guidare e mi ero bagnata nel tragitto fino alla macchina. Le ragazze erano tornate al loro lavoro. Riuscivo a vedere i loro impermeabili gialli dal finestrino». Evelyn tolse il bacon dalla padella e lo mise in un piattino nel forno per tenerlo al caldo.

«Quindi è stata pochissimo tempo da sola con Mima?»

«Qualche minuto». Ruppe quattro uova nella padella, schiaffò il bacon sopra e ci aggiunse una fetta di pane.

«Come le sembrava?»

«Come le ho detto, in ottima forma. Maliziosa. Come sempre».

«Le ha detto di avere qualche piano per la serata?»

«No, non usciva mai col buio. Le piaceva troppo la televisione».

«Ha notato se il bucato fosse fuori quando è andata via?»

«Ho visto che era lì quando sono arrivata e le ho chiesto se voleva che glielo ritirassi io. Mi disse che era lì da due giorni ormai e uno in più non avrebbe fatto male a nessuno. Mima era così».

Apparecchiò il tavolo e mise il cibo davanti a loro. Sandy si risollevò dal torpore abbastanza per mangiare, capì a malapena che Perez si stava complimentando con sua madre per il cibo, e si accorse vagamente di una discussione riguardo all’allevamento dei maiali, il miglior trattamento per i capezzoli bruciati dal sole dei maiali.

Sandy notò con ammirazione come Perez riportò la conversazione verso la morte di Mima. Pensò che non sarebbe mai stato così bravo a interrogare nemmeno se avesse fatto l’ispettore per il resto della carriera.

«E poi è andata dai Clouston?», Perez chiese a Evelyn, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.

«Sì, dopo il tè. Sandy era tornato per il weekend ma era al bar con gli amici». Guardò verso il figlio con disapprovazione; Sandy fece finta di non accorgersene. Lo aveva già sentito prima. «Tende a vedere questo posto come un hotel. Joseph guardava lo sport in televisione. Non avevo nulla da fare e non ho voglia di infastidire Anna durante il giorno. Con un bambino devi approfittare di ogni attimo di pausa, e so che lei è sempre indaffarata. Le giovani mamme, di questi tempi, non sembrano capire che hanno bisogno di riposarsi».

«Come li ha trovati?»

«Abbastanza bene. Stanchi, ovviamente, ma è normale con un neonato in casa. Anna è sempre molto gentile, anche se mi sembrava tesa. Mi sono chiesta se non avessi interrotto una litigata».

«E Ronald?»

«Ronald è sempre stato un po’ lunatico, fin da bambino».

A quel punto, Sandy rispose. «Questo non lo puoi dire, mamma. Non è vero. Forse voleva solo starsene un po’ da solo».

«È stato fortunato a trovare una donna del genere e la tratta anche male». Evelyn mise i piatti nel lavandino e aprì il rubinetto, passando la mano sotto l’acqua. «Li lascerò un po’ a mollo e li laverò quando andrete via».

«Male in che senso?», chiese Perez.

«È nuova di qui. Sono sposati solo da un paio di anni. Dovrebbe fare qualche sforzo in più per metterla a suo agio. Il problema di Ronald Clouston è la pigrizia. Non cambierà mai. La Cassandra gli va bene. Lavora solo alcuni mesi all’anno. Il resto del tempo lo passa sdraiato. Gli piacciono i soldi. A tutti i Clouston piacciono. Ma non vogliono mai contribuire al bene della comunità». Prese un asciugamano dal Rayburn, si asciugò le mani, e lo ripiegò con cura.

«La pesca non è un lavoro piacevole», disse Perez. «A me viene il mal di mare solo per andare all’Isola di Fair sulla Good Shepherd. Penso che non sia così bello passare l’inverno nell’Atlantico».

«Mmh», rispose Evelyn sprezzante. «Di questi tempi, stare sulle navi consiste nello schiacciare bottoni. Non è così differente dallo stare in ufficio».

Sandy si domandò come sua madre potesse sapere tutte quelle cose sulla pesca. Se Perez non fosse stato lì le avrebbe chiesto sarcasticamente: Sai tutto al riguardo, eh? Quand’è stata l’ultima volta che hai trovato un vento a forza otto da nordovest? Riusciresti ad affrontare nevischio e freddo, il ponte ricoperto di ghiaccio e la puzza del pesce?

«Per caso Ronald ha menzionato il fucile e la caccia quando era lì?»

«Non ha parlato granché. Anna aveva un’idea per finanziare gli scavi. Ha esperienza nel trovare fondi, visto il suo lavoro precedente. Ronald ha sempre detto di avere interesse per la storia ma non si è mai mosso per preservarla».

«Cosa faceva Anna prima di trasferirsi?»

«Era una sorta di assistente sociale, specializzata in delinquenza minorile. Ma è sempre stata interessata alle tradizioni; è questo che l’ha portata qui».

Sandy vide l’ispettore sogghignare e si chiese cosa gli stesse passando per la mente. Forse pensava che Anna trattasse Ronald come uno dei suoi bambini cattivi.

«Ronald ha bevuto qualcosa mentre era lì?», chiese Perez.

«Una lattina, ma sono stata lì solo mezz’ora».

«Ronald beve molto?»

«Tutti gli uomini bevono molto», disse Evelyn pungentemente. Sandy sapeva che stava per tornare sull’argomento, e fu sollevato quando furono interrotti dal bussare alla porta della cucina. Prima che potessero rispondere, si aprì. Una delle studentesse era lì. Era piccola e minuta, a Sandy sembrava avere dodici anni. Aveva i capelli mossi ed enormi occhi neri, e pareva sepolta nella mantellina che le arrivava fino alle ginocchia, dove cominciava l’orlo degli stivali gialli.

«Evelyn», disse Hattie. «È vero? Ho appena sentito che Mima è morta».