Simone Weil (1909-1943)

Simone Weil nasce a Parigi, il 3 febbraio 1909, in una famiglia ebrea non praticante, molto colta e laica. Allieva, presso il liceo Henri IV, del filosofo Émile Chartier, detto Alain, entra poi all’École Normale Supérieure, dove consegue la laurea in Filosofia, materia che insegnerà per qualche anno in alcuni licei di provincia. Nello stesso periodo si impegna attivamente nel sindacato e nei gruppi politici della sinistra, tenendo corsi agli operai e pubblicando articoli di analisi politica su alcune riviste («L’Effort», «La Révolution prolétarienne», «L’École émancipée», «La Critique sociale», «Syndicats», «Nouveaux Cahiers», ecc.). Nel 1934-35 compie un’esperienza di lavoro in alcune fabbriche parigine per vivere, in prima persona, i disagi della condizione operaia, sperimentando nella realtà la riflessione che andava elaborando sul mondo del lavoro. Per poco tempo, prende parte alla Guerra Civile spagnola ma esce profondamente segnata dal contatto con la forza e la barbarie. Sollecitata sia dall’esperienza in fabbrica che dalla guerra, si avvicina al Cristianesimo e, senza mai trascurare l’impegno e l’analisi politica, concentra sempre più la sua riflessione sulla problematica religiosa, in una prospettiva universalistica. Sfollata a Marsiglia durante l’occupazione nazista, prende parte alle prime iniziative di resistenza collaborando alla distribuzione della stampa clandestina («Cahiers du témoignage chrétien»). Conosce il domenicano padre Joseph-Marie Perrin, con il quale nasce un intenso dialogo spirituale e una profonda amicizia. In quegli stessi mesi, collabora con i «Cahiers du Sud», redige la maggior parte dei suoi Cahiers e scrive i grandi testi sull’amore di Dio, sulla sventura, sull’esperienza mistica. Dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti, dove si reca per porre in salvo i genitori dal rischio della persecuzione nazista, torna in Europa, a Londra, per offrire la sua collaborazione ai servizi di France Libre e di France Combattante del Generale De Gaulle. La sua speranza, presto delusa, è di essere inviata in Francia per partecipare attivamente al movimento di Resistenza. Le viene invece affidato il compito di revisionare i documenti politici e le proposte costituzionali che, dalla clandestinità, arrivano al Commissariato per gli Interni, alle dipendenze di André Philip e Francis-Louis Closon. Deve compiere perciò, con gran dolore, la sua personale resistenza, tra le quattro pareti di un ufficio. Ma, da questa ferita, nascerà una messe di scritti d’altissimo livello in cui il pensiero politico e la riflessione religiosa confluiscono in un punto di sintesi davvero straordinario. In questo senso gli Scritti di Londra possono essere letti come il suo testamento spirituale. Ammalata di tubercolosi e debilitata da un regime alimentare volontariamente insufficiente, il suo stato di salute va rapidamente aggravandosi. Ricoverata presso l’ospedale di Middlesex e successivamente trasferita al Grosvenor Sanatorium di Ashford, nel Kent, muore, nel sonno, il 24 agosto 1943.

I suoi scritti saranno pubblicati postumi da padre Perrin e da Gustave Thibon e poi, soprattutto, da Albert Camus. L’amica e futura biografa Simone Pétrement curerà l’edizione dei Cahiers, nei quali confluiscono le sue straordinarie riflessioni filosofiche e spirituali.

Dal 1988 Gallimard ha avviato la pubblicazione delle Œuvres Complètes: i volumi finora apparsi sono riportati nella Bibliografia. Presso lo stesso editore è disponibile la più vasta antologia, in un unico volume, Œuvres, curata da Florence de Lussy, con la collaborazione di Domenico Canciani (Gallimard, Parigi 1999).

In Italia le Edizioni Comunità hanno curato, per molto tempo, la traduzione di buona parte degli scritti di carattere sociale e politico: L’ombra e la grazia, Oppressione e libertà, La condizione operaia, La prima radice; Rusconi e Borla hanno pubblicato soprattutto gli scritti filosofici e religiosi: Attesa di Dio, L’amore di Dio, La Grecia e le intuizioni precristiane. In seguito, Adelphi ha progressivamente tradotto e pubblicato: Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, Sulla Germania totalitaria, Venezia salva, Quaderni, Lettera a un religioso, Lezioni di filosofia, Attesa di Dio, La persona e il sacro.

Castelvecchi ha in corso un articolato programma di traduzione degli scritti di Simone Weil, accompagnati da introduzioni storiche, commento e apparato critico. Sono già usciti a cura di Domenico Canciani e Maria Antonietta Vito: Una Costituente per l’Europa. Scritti londinesi, 2013 e Dichiarazione degli obblighi verso l’essere umano, 2013.