Che ci sia sale
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Per un momento, nella sua camera d’ospedale, a James Samuel Vincent quasi si fermò il cuore. Provò quella sensazione quando si rese conto con spavento del fatto che non solo Dio era una donna, ma, guarda un po’, il Salvatore del mondo era nero. James era strafatto di analgesici, e la Sua immagine gli apparve sfumata, come in un sogno. Si trovò a cercare parole che non gli venivano, a sforzarsi di muovere le braccia come a dire, Prima di giudicarmi… Ma poi i suoi pensieri andarono a una giornata limpida e azzurra sul bordo di una piscina, e a quella sua nipote, Winona, che scivolava giú dal buco di un salvagente e andava a fondo, ai suoi riccioli bruno-rossicci che turbinavano dove l’acqua era alta. A quel punto James si era girato, sfilandosi il guantone dalla mano e dicendo ad Elijah di restare dov’era, ed era corso verso la piscina, alla massima velocità consentitagli dalle sue gambe di sessantasettenne, una velocità peraltro discreta, spostandosi dal prato perfettamente curato alla scivolosa arenaria del bordovasca, dove, prima che riuscisse a tuffarsi, gli era mancato il terreno sotto i piedi e il James era precipitato nelle tenebre.
Jimmy Jr. Era di nuovo il piccolo Jimmy Jr, un ragazzino di dodici anni in piedi sotto il ventilatore a soffitto della cucina a guardare la madre che frantumava le stoviglie di porcellana fine, i piattini e le tazze da tè, il servizio da otto dei piatti piani e fondi, i calici di cristallo. I suoi genitori avevano avuto una discussione. I suoi genitori avevano sempre discussioni, ma questa volta la discussione si era trasformata in un litigio in grande stile. Erano state dette brutte cose che non potevano essere cancellate né ritirate.
Il padre, Jimmy Senior, aveva accettato un trasferimento alla caserma dei vigili del fuoco di Fresno senza consultare la moglie. Un trasferimento significava restare nel posto nuovo per tre anni di seguito, ma a Nancy Portsmouth piaceva. Sí, Portsmouth era cara (soprattutto per una famiglia monoreddito), ma era un buon posto dove mettere radici e far crescere un figlio.
– A Fresno c’è bisogno di pompieri. Ci pagheranno perfino la casa –. Jimmy Senior era un vigile del fuoco, ma a Portsmouth negli ultimi tempi un sacco di vigili del fuoco erano stati licenziati per via dei tagli di budget.
Quella domenica mattina Nancy Vincent aveva ruggito come una leonessa. Aveva i capelli rossi, ma di solito non perdeva le staffe, a meno che la facessero davvero arrabbiare. – A Fresno una volta ci sono stata, a un convegno di bibliotecari. È un inferno. Non porteremo Jimmy in un posto simile.
L’ultima casa dove avevano abitato, appena l’anno prima, era a Hartford, in Connecticut. Nancy non si era lamentata quando da Hartford si erano spostati a Portsmouth. Erano state fatte delle promesse. Sarebbero rimasti in quella nuova città finché Jimmy non si fosse diplomato.
– Quando ci trasferiremo a Fresno, – disse ora Jimmy Senior, – prenderemo un cane.
– Jimmy vuole un gatto, – disse Nancy.
Jimmy Senior scosse la testa. – Nessun maschio vuole un gatto.
Jimmy voleva restare a Portsmouth. – Per favore, se restiamo qui mi vanno bene sia un cane sia un gatto –. A dodici anni, quasi tredici, era già piú alto di suo padre. All’epoca non poteva sapere che un giorno avrebbe avuto due figli: uno da un matrimonio e l’altro da una relazione extraconiugale. E sarebbe stato il figlio nato dalla relazione extraconiugale ad avere l’aspetto, i modi e il temperamento del padre.
– I traslocatori verranno il mese prossimo. L’ultimo giorno di scuola, – concluse Jimmy Senior. – È tutto sistemato. Fate i bagagli.
Si mise un nuovo giaccone di pelle scamosciata. A volte, nelle sere d’estate, a Portsmouth si alzava un venticello dall’oceano, ed era meglio essere ben coperti. Poi se ne andò al pub a bere Guinness con gli amici.
– Io vado a trovare la mia famiglia, – gli gridò dietro Nancy.
– Tu una famiglia non ce l’hai.
– Ho mio zio Monroe.
– E i soldi dove li prendi, ragazzina?
Erano tre mesi che Nancy non lavorava. La situazione economica era dura anche per i bibliotecari a Portsmouth, coi suoi ristoranti, negozi e musei. Ma Nancy aveva naso per gli affari. Lei e Jimmy Jr erano clienti affezionati dell’emporio dell’usato della vicina Kittery.
Jimmy Senior partí in avanscoperta per Fresno con una settimana d’anticipo. Nancy andava di stanza in stanza nel loro appartamento a tre piani cantando Bye Bye Love e recuperando le cose a cui teneva di piú.
– C’è stato un cambiamento di programma, – disse a Jimmy.
Lui era scioccato dall’efficienza della madre, un talento che doveva aver sviluppato facendo la bibliotecaria. Nancy mise in una valigia di cuoio le foto di Jimmy da piccolo. Quelle del matrimonio le lasciò dov’erano. Prese il certificato di nascita e la tessera della previdenza sociale di Jimmy, le giacche invernali, gli stivali, alcune paia di pantaloni, calzoncini e camicie, e disse: – Chi ha detto che le donne non viaggiano leggere?
Ciascuno dei due fece uno scatolone coi suoi libri preferiti. A Jimmy piacevano Dickens, Poe e Melville. Era capace di passare una notte intera a leggere Moby-Dick.
Jimmy ebbe a malapena il tempo di salutare i suoi due migliori amici. Lukas e Boone erano ragazzi in gamba, avevano l’acne e anche a loro piaceva leggere fino a notte fonda. Cavalcavano bici Schwinn Deluxe Racer. All’epoca Jimmy non poteva sapere che il B-52 di Lukas Fall sarebbe stato abbattuto durante una missione in Vietnam. Invece Boone McAllister sarebbe diventato un obiettore di coscienza e avrebbe aperto a Portsmouth un negozio di alimenti naturali per veterani. Quella sera, seduto sui gradini del suo condominio, Jimmy sapeva solo che quei due gli sarebbero mancati tanto. Nancy Vincent non lo correggeva mai quando fingeva che Boone e Lukas fossero suoi cugini. Diceva che era normale cercare di farsi una nuova famiglia quando la tua era piccola e poco unita. I genitori di Jimmy erano entrambi figli unici. O almeno lo era la madre. Jimmy Senior non parlava mai dei suoi, a meno che fosse ubriaco. Persone del Maine, era il massimo a cui arrivasse. Gente del Sud, diceva Nancy riguardo ai propri genitori. Il genere di bianchi del Sud, specificava, che non sopportano le discriminazioni, come se le parole bastassero a compensare Jimmy per quei nonni che non aveva mai conosciuto. L’unico parente che le restasse era lo zio Monroe. Fino a poco tempo prima, Jimmy aveva pensato che fosse un personaggio di fantasia, come quelli dei fumetti, o le sirene e i tritoni.
– Preparati, – l’aveva avvisato Boone. – Nel Sud le persone sono strane –. Ma a Jimmy sembrava che le persone fossero già abbastanza strane nelle stazioni di servizio, nelle tavole calde e nei motel in cui si fermarono durante il viaggio in macchina di trentadue ore fino a Tybee Island, in Georgia. Cospargevano rabbiosamente di ketchup le patatine fritte, chiedevano indicazioni che poi non seguivano e attaccavano bottone come se tu fossi un vecchio amico appena ritrovato. A volte Jimmy aspettava in macchina mentre la madre correva in bagno a «rinfrescarsi un po’». Se ne stava lí sul sedile del passeggero, con le lunghe gambe tirate su a mo’ di tenda, mangiando Fritos e guardando la gente che andava e veniva, in viaggio ma in un certo senso anche immobile, come bloccata. Rinfrescarsi voleva dire telefonare a suo papà. Rinfrescarsi voleva dire che sua mamma usciva di corsa dalla stazione di servizio e attraversava la strada senza neanche guardare. (Due volte per poco non l’avevano messa sotto). Rinfrescarsi voleva dire un silenzio di tomba mentre lei premeva sull’acceleratore come se non vedesse l’ora di prendersi una multa per eccesso di velocità. Rinfrescarsi voleva dire l’espressione gelida che le compariva in volto quando lui osava chiedere di suo papà.
Ad arrivare a Tybee impiegarono una vita. Fecero una sosta a Manhattan per assistere a una replica gratuita all’aperto del musical Non puoi portarlo con te, una cosa che secondo Jimmy né lui né la madre avevano bisogno di sentirsi ricordare. A Washington D.C., andarono ad ammirare il Lincoln Memorial. In Maryland pernottarono in un Holiday Inn e presero la colazione offerta dalla casa coi buoni a punti.
– Se la colazione è offerta dalla casa, perché ci vogliono i buoni a punti? – chiese lui alla madre in tono irritato.
Nancy evitò di dargli corda. – Lo zio Monroe è molto simpatico.
– Quand’è l’ultima volta che l’hai visto?
– Avevo cinque anni, mi pare. Ricordo che aveva una pescheria.
– Stupendo. Potrò vendere il pesce. E da grande farò il pescatore.
– Mi sembra un’idea fantastica –. Sua madre affrontava la vita con spirito giovanile. E forse sarebbe rimasta giovane per sempre. I problemi della vita matrimoniale non le si leggevano in faccia come capitava ad alcune donne. Bisognava essere carine per portare i capelli cosí corti, esponendo i lineamenti agli occhi del mondo intero. Lei se li era tagliati con le forbici subito prima di partire da Portsmouth. Aveva lasciato un mucchietto di ciocche rosse sulle piastrelle bianche e nere della cucina. E aveva lasciato lí anche il suo sogno di restare a Portsmouth fino alla pensione. In un cottage stile Cape Cod. Le dimensioni perfette per una famiglia di tre persone.
– Questa me la sono pagata coi miei soldi, – aveva detto quando erano partiti sulla Cadillac Coupe de Ville rosa del 1951, che era l’unica cosa che fosse intestata a suo nome. – Neanche morto, tuo padre si farebbe vedere su un’auto rosa. Cavoli, forse è per questo che l’ho comprata.
Lo zio Monroe diede loro il benvenuto nel suo scalcinato bungalow da tre stanze, con un cenno del capo, e un sorriso tirato come a dire cosí è la vita. Aveva la barba grigia e una faccia lunga da cane bastonato. Be’, papà ha detto che volevo un cane e ora eccolo qui. Impossibile somigliare a un cane piú dello zio Monroe. Era un pensiero cattivo ma, da quando se n’erano andati da Portsmouth, in lui si stava sviluppando una certa acidità. Non aveva ancora visto nemmeno un arcobaleno, e nella sua vita gli arcobaleni erano stati una presenza fissa. Nella sua Portsmouth c’erano un sacco di nuvole e un sacco di sole, e a quelli doveva i colori che spuntavano fuori dal nulla e infiammavano il cielo.
Era una fortuna che Nancy non si fosse portata dietro molta roba. Quella dello zio Monroe era una casa da scapolo. I tempi in cui vendeva il pesce erano passati, ma la casa era piena di teste di pesce in plastica, giornali arrotolati sui tavoli, vecchie pentole e padelle, letti duri, un divano a scacchi che pungeva le gambe e un piccolo televisore che prendeva solo qualche canale, giusto per guardare il notiziario della mattina se c’era una tempesta in arrivo.
– Tu, zio, non credi nella comodità, – disse allo zio Monroe la madre di Jimmy mentre usciva zoppicando dalla camera da letto dopo la prima notte sul materasso duro come una pietra.
– La comodità non è funzionale, – fu la risposta dello zio Monroe.
– Mi piace la tua idea di comodità, – rincalzò lei quando l’acqua calda diventò gelata cinque secondi dopo che lei era entrata nella doccia.
– L’acqua arrugginisce, e affonda le corazzate, – disse lui.
– Ha parlato il pescivendolo.
– Ex pescivendolo, cara. Ho venduto tutto.
Nancy rise. – Di’ un po’, siamo davvero parenti o è tutto uno scherzo? – La settimana dopo, lui ordinò da Sears due materassi nuovi e li piazzò nella camera dove dormivano Jimmy e sua madre. Portò anche a casa un mazzo di limonio e aster comprato da Piggly Wiggly.
Dopo due settimane che erano lí, Nancy Vincent perse un po’ del suo entusiasmo. Faceva lunghe passeggiate sulla spiaggia color sale, ma di sera, senza Jimmy. E aveva cominciato a borbottare fra sé e sé, attacchi improvvisi che a lui facevano venir voglia di tapparsi le orecchie: «Idiota. Stupida. Deficiente. Cosa ho avuto per la testa in tutti questi anni?»
– Quand’è che torniamo a Portsmouth? – le chiese Jimmy dopo tre domeniche trascorse lí.
– A tempo debito.
– Cosa vuol dire?
Lo zio Monroe si intromise. – Vuol dire che il tuo vecchio era uno stronzo. E che Portsmouth te la puoi scordare.
– Zio, modera il linguaggio, – disse Nancy.
Lo zio Monroe alzò le braccia al cielo. – Il mio amico King Tyrone ha appena preso una valanga di granchi. Mai preso in mano un granchio blu? – chiese rivolto a Jimmy.
– A me piace l’aragosta, – rispose lui.
– Non riconoscerebbe un granchio blu nemmeno se gli pizzicasse il naso, – ammise Nancy.
Lo zio Monroe fece un muso cosí lungo che Jimmy pensò che avrebbe toccato terra. – È un vero peccato. Un peccato e una vergogna.
Tybee significa sale in lingua yuchi, gli cinguettò sua madre. Sono stati gli indiani yuchi a fondare Tybee Island. Sono stati loro i primi a vivere qui. E adesso dove sono finiti?, avrebbe voluto chiedere Jimmy. Una bella spiaggia poteva essere una cosa importante per qualcun altro, ma non per lui. Innanzitutto, preferiva spiagge piú selvagge e indomite, con scogli, falesie e pontili traballanti su cui ti sbucciavi le ginocchia. Gli piacevano le spiagge freddissime del Maine, le spiagge di suo padre, con quel gelo che quando ti tuffavi ti sferzava le terminazioni nervose. Le estati a Portsmouth non erano mai cosí afose e appiccicaticce. L’umidità e il caldo di Tybee Island erano su tutto un altro livello. Dato che al caldo bisognava «farci l’abitudine», come diceva sempre lo zio Monroe, Jimmy prese ad alzarsi all’alba, prima che i bagnanti si impadronissero della spiaggia e il sole si impadronisse della giornata.
Un mattino, dopo che per quasi due settimane aveva declinato l’offerta dello zio di andare a granchi, decise che non aveva niente da perdere ad aggregarsi anche lui. Altrimenti avrebbe dovuto sorbirsi l’ennesima lezione sulla storia di Tybee Island da parte di sua madre. Nancy stava cercando in ogni modo di stimolare il suo interesse. Lo so che quest’isola non sembra niente di speciale, Jimmy, ma un tempo era una meta popolare. Andar per sale, diceva la gente. Quelli che si sentivano male arrivavano qui da ogni dove in cerca di aria fresca.
Lo zio Monroe lo portò in pick-up a casa di King Tyrone, a sei isolati dalla sua. Era una baracca su un molo di fronte alla palude. King Tyrone era un uomo magro e scuro di pelle, sulla quarantina. Jimmy restò stupito vedendo che era cosí tanto piú giovane dello zio Monroe. Fu anche stupito dalla profusione di fiori di limonio e aster che circondava la proprietà.
– Piggly Wiggly un corno, – disse.
Lo zio Monroe fece spallucce. – Cerchiamo di non venir qui a far casino.
Uscirono subito sull’acqua. King Tyrone non apprezzava la compagnia di chi non era suo parente. E a volte non sopportava neanche quella dei parenti.
– Lo chiamano l’uomo morto, – disse aprendo un granchio e mostrando a Jimmy l’interno carnoso. – È cosí che si distingue il maschio dalla femmina. Se c’è questa roba arancione, significa che è una femmina e aveva dentro le uova.
Erano nella barchetta da pesca di King Tyrone, coi granchi che brulicavano tutt’attorno. Jimmy guardò i granchi blu che strisciavano l’uno sull’altro sul ponte del peschereccio grigio e bianco e gli venne da piangere. Avevano qualcosa di bello e di triste.
– Stasera ci facciamo una gran scorpacciata –. Lo zio Monroe diede a Jimmy una calorosa pacca sulle spalle.
Jimmy osservò King Tyrone che prendeva una quindicina di granchi a mani nude e li ficcava in un barile di legno. Aveva le mani piene di calli, e sembrava non far caso alle chele.
– Non fanno male? – chiese.
– Dopo un po’ ti abitui –. A volte, quand’era fuori sull’acqua, King Tyrone pensava che sarebbe stato bello avere una moglie e dei figli ad aspettarlo a riva. Ma l’oceano era imprevedibile. E la sua famiglia era assillata dalla sfortuna. – Le chele non mi preoccupano piú.
Quella sera, mentre sua madre stendeva dei fogli di giornale sul tavolo da picnic in cortile, Jimmy osservò lo zio Monroe che in cucina immergeva i granchi in un pentolone rosso pieno d’acqua bollente. Osservò il loro frenetico dimenarsi e come lentamente cambiavano colore. Pensava che non li avrebbe mangiati, ma il suo appetito ebbe la meglio. Quella sera mangiò bene.
L’indomani mattina, la madre andò con lo zio Monroe da Stingray’s, il ristorante di pesce del paese, e riempí un modulo per fare domanda come cameriera.
– Da qualche parte bisogna pur cominciare, – disse. – Inutile tergiversare.
Il giorno dopo che sua madre aveva cominciato a lavorare da Stingray’s, Jimmy prese la vecchia bicicletta sgangherata dello zio Monroe e fece i dieci chilometri fino a Fort Pulaski. A Nancy non disse niente, perché altrimenti si sarebbe preoccupata per il traffico sulla Highway 80. Pagò il biglietto d’ingresso e scattò delle fotografie del forte da mandare a Boone McAllister e Lukas Fall. Loro gli avevano scritto per dirgli che stavano leggendo Niente di nuovo sul fronte occidentale. Lui rispose con una lettera in cui raccontava del soldato confederato il cui fantasma si diceva vagasse di notte per Fort Pulaski in cerca della propria testa. Dopo la visita, pedalò lungo i viottoli sterrati intorno al forte. Passò accanto a piante, fiori e uccelli il cui canto aveva un che di tropicale, di straniero. A Portsmouth queste specie di uccelli non ci sono, scrisse a Lukas e Boone. Tornò fino a casa con ben calcato in testa un vecchio cappello di paglia da pescatore che apparteneva a suo zio Monroe, e per la prima volta non patí il caldo del pomeriggio.
A Portsmouth, una sera, poco tempo prima che lui e sua madre se ne andassero, Jimmy stava rientrando da casa di Boone quando aveva udito una voce che aveva riconosciuto come quella di suo padre. Si era voltato e aveva visto Jimmy Senior e i suoi colleghi pompieri che passeggiavano lungo la strada, trasudanti gioia, alcol e corruzione. Sulle spine, stava dicendo suo padre, dando una pacca sulla schiena a uno dei suoi amici, tieni la tua donna sulle spine e tornerà sempre da te. Un capello di un’altra ragazza, un numero che per te non significa niente e per lei tutto. La sicurezza che ostentano è solo una maschera. Non ho mai conosciuto una donna che non fosse piena di dubbi. E mentre parlava, Jimmy Senior aveva una donna a braccetto, un’altra rossa, una donna che per mezzo secondo Jimmy aveva voluto illudersi fosse sua madre. Solo che i suoi vestiti erano piú giovanili, piú attillati. Un maglione rosso che si intonava ai capelli, e pantaloni da sci. Jimmy si era guardato intorno e poi aveva alzato gli occhi, come se si aspettasse di trovare uno skilift, ma a Portsmouth non c’erano skilift.
Jimmy Senior chiamò una volta da Fresno. – Fresno è un inferno, – ammise parlando con Nancy. – Io ho il deserto. Tu hai la spiaggia.
Il padre di Jimmy non disse che voleva tornare insieme alla madre. La madre di Jimmy non disse che voleva il divorzio. – Tybee Island è carina, – disse invece. – Mi piace questa zona della costa atlantica. La gente è rilassata e cordiale.
– Sei ancora nella fase luna di miele. Aspetta di conoscerla meglio.
– Sarà esattamente quello che farò. Aspettare –. Si concesse di strascicare la voce.
– Passami mio figlio, per favore.
– Tuo figlio? Le smagliature sulla pancia ce le ho io, – replicò lei con una risata.
– Be’, Nancy, quando torni da me, ti farò trovare la crema al burro di cacao.
– E chi ti dice che torno?
A quel punto anche lui ridacchiò e, quando Jimmy venne al telefono, gli disse: – Jimmy, ricordati che quando sei fesso il mondo non ci pensa due volte a metterti sotto. E tua madre è fessa.
– Papà, mi manchi –. Jimmy guardò sua madre. L’espressione che aveva in faccia diceva che lui era Giuda. E lei era Cristo. All’epoca non poteva sapere che nel giro di un anno suo padre si sarebbe trasferito a Huntington, Long Island, e loro l’avrebbero raggiunto. Per Jimmy Senior sarebbe iniziato il periodo di lavoro retribuito piú lungo della sua vita. Jimmy Jr si sarebbe diplomato alla Huntington High School e avrebbe ottenuto una borsa di studio per la University of Michigan.
– Jimmy, ragazzo mio, mi sa che devo schiacciare un pisolino, – disse Jimmy Senior. – È ora di disfare tutte le cazzate che ho fatto.
La marea della sera stava salendo e Jimmy si tirò su i calzoncini kaki e si immerse fino alle ginocchia nell’Atlantico. Da quando erano arrivati a Tybee Island, non aveva ancora nuotato in quell’oceano. La spiaggia era piatta e la sabbia soffice e fine. Jimmy si mise in punta di piedi e avanzò ancora, e l’oceano tiepido reagí sbattendogli contro un’onda che lo mandò a gambe all’aria, spingendolo in un risucchio e sfidandolo ad aprire la bocca per respirare. Nelle viscere del risucchio di Tybee Island, Jimmy rifiutò la sfida. Impose ai suoi muscoli di rilassarsi e alla sua mente di calmarsi, cazzo, finché l’oceano non l’avesse mollato. Riemerse in superficie e inalò aria fresca. Se n’era scordato. Si era scordato di quant’era bravo a nuotare. Di quant’era bello… nuotare.
James Samuel Vincent aprí gli occhi, ed era di nuovo nel reparto di terapia intensiva di neurologia del Columbia Presbyterian. «Mia nipote?», cercò di dire a Beverly, il suo Dio nero. Ma le parole gli uscirono tutte impastate: – MIINIPIIIT.
Il volto sfumato di Dio gli si avvicinò. C’era un vago sentore di sigarette. Quindi Dio fumava, pensò.
– Eravamo preoccupati, – disse Beverly.
Quindi Dio si preoccupava. Ciò significava che lui, James Samuel Vincent, era sulla via del paradiso? Oppure dell’inferno? Batté di nuovo le palpebre, cercando di cogliere l’espressione del volto di questo Dio straniero. Ma quel volto non si metteva a fuoco. Era altrettanto sfuggente dei suoi pensieri. La stanza sembrava levitargli intorno, in un alternarsi di azzurro scintillante e cruda luce bianca.
– MIINIPIIIT, – azzardò di nuovo.
Beverly Christie, che era abituata alle cose assurde che gli analgesici facevano agli anziani, si sporse in avanti e sussurrò: – Rufus e Claudia stanno arrivando.
Ruff, disse la mente di James, il mio Ruff. Invece la sua bocca disse: – Wuf Wuf –. Fu allora che si rese conto di avere la bocca tappata. Avvolta nella plastica. Era attaccato a un respiratore automatico. Quella scoperta lo spinse a scalciare e dimenarsi.
– Hai fatto una brutta caduta, – disse Beverly. – Hai battuto la testa.
Quindi era vivo. E le braccia e le gambe? Perché non riusciva a muoverle?
– Ti hanno ricoverato al Columbia Presbyterian, – disse Beverly. – Adele è coi bambini.
James sentiva qualcosa. Un prurito. Un pizzicorio. Signore. Cristo. Gesú. Addirittura le lacrime. Erano piú di trent’anni che non piangeva. E poi per chi stava piangendo? Per se stesso?
– Winnnnn, – disse.
E Beverly lo capí. Gli accarezzò i capelli argentei e sussurrò: – Winona e Elijah saranno contentissimi. Continuano a chiedere di te. Gli abbiamo detto che il loro nonno stava dormendo come Rip Van Winkle, solo non per cent’anni.