XIX.

A un tratto si alzò e andò a sedere accanto al finestrino.

— riprese, e fissando gli occhi al finestrino, rimase così in silenzio per qualche minuto.

Poi sospirò faticosamente e di nuovo venne a sedersi di faccia a me. Il suo viso era diventato addirittura un altro, gli occhi facevano pena e una certa strana cosa, quasi un sorriso, gl'increspava le labbra. — — cominciò di nuovo, accendendo una sigaretta. — «».

Di nuovo si voltò verso il finestrino e guardò fuori con occhi stanchi, ma subito, con un visibile sforzo su di sè, continuo:

— Esitò e per due volte fece quel suo solito verso col naso.

Vedevo che gli era penoso nominare quell'uomo, ricordarlo, parlare di lui. Ma fece ancora uno sforzo e come se avesse tolto via un ostacolo che lo tratteneva, continuò risolutamente:

—. Di nuovo tacque. —

—. Evidentemente voleva dir qualcosa di brutto riguardo a lui ma si trattenne e disse in fretta: —

«non brutto»,