CAPITOLO 9.
Un rumore di passi pesanti si avvicinò alla casa.
E la voce di Tai Tai si alzò per dire a Zio Felix di far salire l’albino sul portico.
“Fallo salire e fallo entrare,“ disse. ”Fallo entrare.
Vogliono vederlo.“ L’albino comparve per il primo sulla soglia. Dietro a lui comparve Zio Felix, tutto spaventato, e sempre col fucile in mano. Egli fu ben lieto di allontanarsi quando Tai Tai gli disse di andare in cucina a mangiare.
“Eccolo qui,” disse Tai Tai agli altri.
Gongolava d’orgoglio e appoggiò il fucile contro il muro, condusse l’albino nella stanza.
“Prenditi una seggiola e siedi,” gli disse.
Will guardò l’albino con stupore.
“Come ti chiami, amico?” gli chiese.
“Dave,” l’albino rispose.
“Dave come?” chiese Will.
“Dave Dawson,” l’albino rispose.
“Sei capace di trovar l’oro?” Will chiese.
“Non lo so,” l’albino disse. “Non ho mai provato.” “Bene, allora,“ disse Will, ”è meglio che ti metti a pregare perché se non riesci a trovarlo la gente di questa casa andrà in bestia e te la farà vedere brutta.“ Tai Tai lo interruppe.
“Ma sì che sarà capace di trovarlo,“ disse. ”Egli è capace e non sa di esserlo.“ “Io voglio vederlo l’oro che troverai,” continuò Will, sempre rivolto all’albino. “Voglio vederlo, e toccarlo, e morderlo coi denti anche.“ Tai Tai tornò ad interromperlo.
“Non me lo spaventare,“ disse. ”Non me lo spaventare, Will. Egli diventerà un potente trova-oro, con gli anni. è ancora giovane, adesso. Bisogna lasciarlo crescere.“ Darling Jill e Rosamond non toglievano gli occhi di dosso all’albino. Rosamond lo guardava un po’ con paura. Ma Darling Jill lo guardava senza paura affatto; era piena di curiosità e di ardore.
L’albino la guardava di rimando, e si morsicava le labbra, si domandava chi fosse mai. Pensava di non aver mai visto una ragazza così bella, e tremava un poco.
“Che te ne sembra di questo posto, amico?” Will gli chiese.
“Non c’è male,” rispose Dave.
“Non preferiresti essere a casa tua, nelle paludi?” Will gli chiese.
“Non lo so,” rispose Dave.
Egli ritornò a guardare Darling Jill, e come Darling Jill gli sorrise osò risponderle con un sorriso.
“Ma guarda!“ Tai Tai esclamò. ”Guardatelo!
Guardali, lui e Darling Jill! Questa si che è bella!“ Sino a quel momento Tai Tai non aveva considerato Dave come un uomo. Lo aveva considerato come qualcosa di diverso da un uomo. Ma ora, vedendo Darling Jill sorridergli, cominciò a capire che poteva anche essere un uomo.
Chiese Will: “O che direbbe tua moglie, amico, se ti vedesse far così l’occhio dolce a Darling Jill?“ “è bella,” disse, per tutta risposta, Dave.
“Chi?” Will esclamò. “Tua moglie?” “No,” rispose Dave.
E guardava Darling Jill. Soggiunse: “Lei.” “Mica sei il primo ad averlo scoperto, amico,” disse Will, “ma bada che è anche dura da prendere se non è lei che lo vuole. Troppi ne ha che la cercano. Vedi quel grassone lì nell’angolo, per esempio? Bene, quello è uno che le sta dietro, Dio solo sa da quanto tempo le sta dietro eppure non è ancora riuscito a prenderla.“ Pluto guardava inquieto il giovane alto e snello seduto al centro della stanza. Non gli piaceva il modo in cui Darling Jill lo stava osservando. Quello era il principio di qualcosa che maturava.
Disse Tai Tai: “è meglio mettere il ragazzo sull’avviso, visto che è un maschio e che qui ci sono delle donne.“ “A che servono le parole?“ disse Will. ”Se hai tolto in casa un gallo, non puoi impedirgli di cantare.“ “Qualche volta servono anche le parole,” disse Tai Tai.
E rivolto a Dave, continuò: “Vedi quella ragazza che siede là in mezzo?
Quella è la moglie di Buck e si chiama Griselda, una bella donna in gamba come le donne che il Signore Iddio faceva di mano propria ai suoi tempi.
Ma tu lasciala stare, non è per te. L’altra, con le fossette, è Rosamond. è la moglie di Will, e anche lei devi lasciarla stare. Quella infine che guardi con tanta attenzione è Darling Jill. Non è la moglie di nessuno, ma questo non significa che puoi usare liberamente con lei. Io desidero che sposi Pluto, quell’uomo grasso lì nell’angolo. Egli si presenta alle elezioni per sceriffo, e tu, se vuoi, potrai votar per lui quando sarà ora.“ Disse Will: “Non serve raccomandargli di lasciar stare Darling Jill.
Son tutte parole sprecate. Guarda come si fanno l’occhio dolce.“ Tai Tai si strinse nelle spalle.
“Io ho detto quello che dovevo dire,“ disse. ”Se poi Darling Jill vuol fare la matta, non posso mica impedirglielo.“ Tacque e per un po’ rimase zitto. Fu però di nuovo lui, mentre Dave e Darling Jill si guardavano, a rompere il silenzio.
“Il Signore Iddio è stato buono con me,” disse.
“Mi ha dato le figlie, più belle e la più bella nuora che un uomo possa desiderare.“ Disse: ”Questa è una grande grazia, ma potrebbe anche essere un male. Con tante belle ragazze in casa potrebbe capitarmi qualche guaio. Eppure non mi è capitato nulla, fino ad oggi. Sono stato risparmiato. C’è solo Darling Jill che fa la matta, qualche volta. Ma, in compenso, ho avuto la fortuna dalla mia, fino ad oggi.“ “Oh, padre,” Griselda disse, “non ricominciare…” Tai Tai si andava scaldando. Non le diede retta.
“Io non ho vergogna di niente,“ disse. ”Griselda è la più bella figliola che abbia mai vista, senza dubbio. Non vi è uomo vivo che abbia mai visto un paio di gambe più belle delle sue. Perdio! le ha così belle che alle volte mi viene voglia di mettermi a camminare sulle mani e le ginocchia e fare come i cani quando trovano una cagna in caldo.
Oh sì! mi viene voglia di mettermi giù, sulle mani e le ginocchia, e leccare qualcosa…“ Will lo interruppe, strizzando l’occhio a Griselda e Rosamond.
“Mica vuoi darci a intendere che gliele hai viste?” chiese.
“Mica vuoi darci ad intendere che gliele hai viste tutte intere, per esempio?“ “Altro che se gliele ho viste!” Tai Tai gridò.
“Gliele ho viste, sì,“ disse. ”Appena ho un momento libero cerco sempre di sorprenderla mentre si spoglia o fa qualcosa d’altro. Altro che! Altro che!“ Disse: “E quando gliele ho viste una volta bisogna che ricominci. Non posso più star calmo! Non posso più aver pace! E più gliele vedo più mi sento come uno di quei vecchi cani… Più forte quella voglia mi prende… Me ne sto seduto nell’aia, e cerco di non pensarci, ma è inutile, quella voglia vien su, vien su… Cerco di non pensarci, sto magari seduto tutta una giornata a cercare di non pensarci, ma finisce sempre che debbo alzarmi e mettermi a girare intorno alla casa sulla punta dei piedi con la speranza di sorprenderla mentre si spoglia o fa altro… Così è! Ah, perdio, e so che cosa significa!“ Griselda era diventata rossa.
“Oh, padre!“ disse. ”Mi avevi promesso di non parlar più a questo modo sul mio conto.“ “Figliola,“ disse Tai Tai, ”tu non sai qual lode io faccia di te a parlare in questo modo.“ Disse: “Io dico la cosa più bella che un uomo possa dire di una donna. Quando un uomo sente quella voglia di mettersi giù sulle mani e le ginocchia… ebbene, figliola, quell’uomo è un uomo, e sei tu che lo rendi uomo, figliola!“ Egli si frugò nelle tasche e tirò fuori una moneta da un quarto di dollaro, la mise in mano a Griselda.
“Tieni,“ disse, ”prendi qua e comprati qualche gingillo la prossima volta che vai ad Augusta.
Vorrei poterti dare di più…“ Will lo interruppe, di nuovo strizzando l’occhio a Griselda e Rosamond.
“Non hai paura di scoprirti così?“ gli disse. ”Tu corri il rischio di non poter più vedere Griselda.
Essa starà attenta a non lasciarsi vedere, ora che sa come fai.“ “Su questo t’inganni di grosso,” Tai Tai rispose.
“Io sono più vecchio di te e ne so più di te sulle donne,“ disse. ”Griselda non starà affatto attenta a non lasciarsi vedere… Certo non lo ammetterà qui in pubblico, ma la prossima volta che riuscirò a vederla sarà ben felice di lasciarsi vedere. Ne gongolerà, te lo assicuro… Perché sa che io sono capace di apprezzare quello che vedo. No, Griselda?“ Era di fuoco, Griselda. E disse solo: “Oh, padre!” “Vedi?“ Tai Tai gridò. ”L’hai sentita? Non passerà molto ch’essa sarà nella sua camera con la porta spalancata e io sarò là davanti a guardarla, a guardarla e saziarmi la vista. Una figliola come lei ha tutto il diritto di farsi vedere. E non sarò certo io a biasimarla se si fa vedere.“ “Oh padre, smettila, ti prego,” Griselda disse.
Essa si nascose la faccia nelle mani.
“Tu mi avevi promesso di non parlar più a questo modo,” soggiunse.
Tai Tai, nel calore del discorso, non si era accorto che Darling Jill stava tirandosi dietro Dave verso la porta.
Li vide quando i due avevano già raggiunta la porta.
Saltò allora in piedi e afferrò il fucile, lo puntò contro Dave.
“Ehi, tu!” gridò. “Torna subito indietro!” Darling Jill corse a lui e gli mise le braccia intorno al collo.
“Oh, padre,“ disse, ”lascia che andiamo fuori un momento. Vogliamo solo sederci un po’ al fresco. Lasciaci fare, Tai Tai. Egli non scapperà, te lo giuro.“ E rivolta all’albino, soggiunse: “Vero che non scapperai, Dave?” “No, non voglio,” Tai Tai disse.
“Oh, padre! oh, Tai Tai!” disse Darling Jill.
“Solo per un minuto.” Pregava, stringendolo sempre più forte con le braccia.
“E chi mi assicura che non scapperà?” Tai Tai disse.
Darling Jill si rivolse di nuovo all’albino, di nuovo gli chiese: “Vero che non scapperai, Dave? Vero?” Il giovane scosse il capo con energia. Non osava parlare, ma se avesse osato avrebbe pregato anche lui Tai Tai di lasciarlo andar fuori con Darling Jill.
“No, questo non mi persuade,” Tai Tai disse.
“Una volta che sarà fuori,“ disse, ”chi potrà impedirgli di svignarsela se nessuno lo sorveglia?
Basta che faccia un salto e subito è perso nel buio, e addio, non lo ritroveremo mai più. Io non voglio correre questo rischio.“ S’intromise Will.
“Lascia pure che vada con lei,“ disse. ”Non scapperà. Ho idea che Darling Jill gli piaccia troppo per scappar via. Vero, giovanotto?“ Il giovane assentì. Voleva persuaderli della sua sincerità a forza di assentire. E tanto assentì che Tai Tai rimise a posto il fucile.
“Bene, ti lascerò andare per un momento.” Tai Tai gli disse. “Ma bada che se cerchi di svignartela, te la farò pagare salata quando ti riacciuffo.
Ti metterò una catena ai piedi e ti terrò incatenato fino al giorno che mi trovi il filone dell’oro.“ Darling Jill si portò fuori il giovane. Se lo portò sul portico di dietro, attraverso l’andito buio. C’era il secchio dell’acqua sul portico, ed essi andarono al pozzo, lo riempirono.
Darling Jill si appese al braccio di lui, gli domandò: “Ti piaccio più di tua moglie?” “Vorrei aver sposato te,” Dave rispose.
La teneva con le mani tremanti.
“Non sapevo che vi fosse una ragazza così bella nel nostro paese,“ disse. ”Sei la ragazza più bella che abbia mai vista… Sei morbida, e parli come un uccello, e fai buon odore, buon odore…“ Sedettero sul gradino più basso del portico. Darling Jill fremeva per le parole di Dave. Era la prima volta che un uomo le parlava in quel modo.
“Perché sei tutto bianco?” gli chiese.
“Così sono nato,” egli le rispose. “Io non posso farci nulla.” “Ma è splendido che tu sia così,” disse Darling Jill. “Non somigli a nessuno degli uomini che ho conosciuto.” Con voce rauca egli le chiese: “Mi sposeresti?” “Sei già sposato,” disse Darling Jill.
“Non voglio restar sposato come lo sono ora,” diss’egli. “Voglio sposare te. Mi piaci… Ti voglio bene… Mi sembri così bella!“ “Oh,“ Darling Jill disse, ”se mi vuoi bene tanto non c’è bisogno di sposarci.“ “Perché?” “Perché di no.” “Ma che posso fare se non ti sposo?” “Sciocco!” Darling Jill disse. “Sciocco!” “Avrei un po’ paura,“ disse Dave. ”Essi mi picchierebbero, mi farebbero qualcosa… Non so che cosa mi farebbero.“ “Mio padre è stato cattivo a legarti,” Darling Jill disse. “Ma io sono contenta che ti abbia portato qui.” “Ora ne sono anch’io contento,” disse Dave.
“Ora non scapperei. Voglio restar qui, ora, e vederti sempre.” Darling Jill gli si avvicinò di più, e gli passò il braccio intorno alla vita, gli mise la testa sulla spalla.
Egli la strinse a sé selvaggiamente.
“Ti piacerebbe baciarmi?” chiese Darling Jill.
“Oh,” Dave rispose. “Mi lasceresti fare?” “Sì,” disse Darling Jill. “Vorrei che tu lo facessi.” Dave allora la baciò, stringendola a sé con furore.
E d’un tratto la sollevò, partì con lei in braccio attraverso l’aia. Corse con lei, nel buio, e non sapeva dove.
“Dove mi porti?” Darling Jill gli chiese.
“In qualche posto dove non possano trovarci,” rispose Dave. “Non voglio che vengano a prendermi e mi dividano da te proprio ora.“ Andò con lei in braccio sino in fondo all’aia e lì sedette, con lei sulle ginocchia, appiè d’una quercia. Essa si teneva forte al suo collo; non voleva che lui rallentasse la stretta.
“Quando troveremo l’oro,“ gli disse, ”ne prenderemo una parte e andremo via insieme.“ Gli chiese: “Ti piacerebbe che andassimo via insieme?” “Oh, sì,” egli rispose. “Ora stesso andrei via, se tu lo volessi.” “Io farò quello che dici tu di fare,” Darling Jill mormorò. “Farò tutto quello che vuoi tu.” Su queste parole rimasero senza parlare un momento.
Poi Dave le chiese: “Perché ti chiamano Darling Jill?” “Il mio nome è Jill,“ Darling Jill rispose, ”e quando ero bambina tutti mi chiamavano Darling.
Quando sono cresciuta hanno continuato a chiamarmi Darling Jill.“ “è un nome perfetto per te,“ disse Dave. ”Io non saprei come chiamarti diversamente. Sei Darling, e sei Jill.
Sei Darling! Darling!“ “Baciami,” Darling Jill disse.
Dave la sollevò con tutto il corpo per avvicinarsi la sua bocca alle labbra. Erano stesi sulla terra, ora, dimentichi di ogni altra cosa del mondo. Tremavano.
Tai Tai e Will apparvero in quel momento sul portico, a cercarli.
E Tai Tai chiamò, poi diede in una bestemmia.
Allora Will corse a prendere una lanterna. Dalla casa disse a Tai Tai di non spaventare il giovane con le sue grida. Come tornò, Tai Tai gli tolse la lanterna di mano e attraversò l’aia, si mise a correre avanti e indietro in ogni direzione. Gridava e bestemmiava, in questo mentre, e girava intorno a se stesso, cercando.
“Lo sapevo,” gridava. “Lo sapevo. Me lo aspettavo.” Anche Rosamond e Griselda erano venute fuori, e attraversarono l’aia, si fermarono, cercando, dove era il pozzo.
“Li troveremo,” disse Will. “Non possono essere andati lontano.” “Lo sapevo, lo sapevo,“ Tai Tai gridò. ”Il mio albino se l’è svignata.“ “Ma no,“ disse Will. ”Non credo che sia scappato.
Scommetto che è nascosto qua vicino e non si mostra perché tu gli fai paura con le tue grida.
Scommetto che è con Darling Jill. è uscito di casa per stare con lei. Cerchiamo lei e troveremo anche lui.“ “Ah lo sapevo,“ Tai Tai gridò di nuovo… ”Lo sapevo che doveva finire così. Me lo aspettavo.“ Dal pozzo, Rosamond e Griselda chiamarono.
“Non lo avete ancora trovato?” Ma Tai Tai non si diede la pena di risponder loro. Non si fermò nemmeno.
“Saranno certo in qualche posto qua intorno,” disse Will.
Tai Tai fece il giro di tutta la casa, cercando, e per poco non cadde, nella sua furia, dentro la buca.
Correndo alla cieca attraversò di nuovo tutta l’aia.
Giunto all’altezza delle querce, la luce della sua lanterna rivelò i capelli bianchi come neve dell’albino.
Spiccò un salto in avanti, Tai Tai, e vide i due stesi sulla terra. Gli occhi di Darling Jill scintillarono come due stelle nella fioca luce della lanterna, eppure né lei né l’altro badarono alla sua presenza.
Will si accorse che il vecchio si era fermato, capì che li aveva trovati, ma non capiva perché non chiamasse e si avvicinò a vedere.
“Hai mai visto una cosa simile?” esclamò Tai Tai, sottovoce. “Non si riesce quasi a crederlo.” Anche Griselda e Rosamond si avvicinarono, e Will aspettò che arrivassero, indicò Dave e Darling Jill a Griselda.
Per un momento tutti guardarono, in silenzio, nell’incerta luce, poi Tai Tai si sentì d’improvviso spinto via, trascinato verso la casa.
“Che diavolo vi piglia, adesso?“ esclamò. ”Che vi piglia, ragazze? Perché mi spingete?“ E inciampava, con la sua lanterna in mano.
“Dovreste vergognarvi, tu e Will,” disse Rosamond.
“Star lì a guardarli! Dovreste vergognarvi. Andate via! Via!” Tai Tai fu spinto via ancora per qualche metro insieme a Will.
“Ma che storia è questa?” borbottava. “Si può sapere che vi piglia?” “Vergogna! Vergogna!“ Griselda disse. ”Star lì tutti e due a guardarli! Vergogna, padre! Vergogna Will!“ “O che facevo di male?“ disse Tai Tai. ”Voglio essere un mulo se ci capisco niente… Non facevo nessun male, ero lì fermo, e voi ragazze mi date la croce addosso. Vergogna! Vergogna! Di che dovrei vergognarmi?“ Andò avanti insieme a Will, attraverso l’aia. Arrivato dov’era il pozzo si fermò.
“Ma che diavolo facevo di male?” gridò. “Mi piacerebbe almeno saperlo.” “Oh,“ disse Will, ”alle donne non piace che gli uomini guardino quando una di loro è lì sul fatto.
Per questo ci hanno mandato via,“ disse.
“Come?“ Tai Tai esclamò. ”Erano sul fatto, quei due? Ma guarda. Non l’avrei mai pensato! No davvero!“ esclamò. “Non si vedeva niente in quella poca luce!”