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SOPHIE
Domenica, 27 luglio 1997
Ho fatto una cosa molto stupida, imperdonabile, non ci sono scuse. Amo Leon e so bene che se ieri ha preso a pugni suo fratello l’ha fatto per proteggermi, perché quell’idiota aveva allungato le mani, perciò non vuol dire affatto che farebbe mai del male a me. Il problema è che... considerato il modo in cui si comportava mio padre con mamma quando ero piccola, mi sono sempre ripromessa di non innamorarmi mai di un uomo incline alla violenza.
Credo di aver sempre invidiato Frankie per il fatto che aveva un padre come Alistair. Un uomo gentile e premuroso. Innocuo. I miei sentimenti per lui sono sempre stati complicati. Da una parte penso a lui come a una figura paterna, ma dall’altra noto il suo fascino maturo, la sua somiglianza con Kevin Costner. È il primo uomo che abbia mai dimostrato attenzione nei miei confronti, che abbia mostrato interesse per quello che volevo fare nella vita. Mi chiedeva come andava a scuola, e se ero felice.
Così è successo che... l’ho baciato. Ecco, l’ho detto. E sinceramente adesso mi sento uno schifo. Non è così che sono, non è questa la persona che voglio essere. Non vado in giro a baciare uomini sposati, o i padri delle mie amiche. Non ho mai tradito la fiducia di nessuno, prima d’ora.
È successo all’ora di pranzo, e da quel momento il senso di colpa non mi ha più mollato.
Avevo appena cominciato il turno ed ero nella stanza 5 per rifare il letto e sostituire i bicchieri sporchi, quando Alistair ha spalancato la porta pensando che non ci fosse nessuno. Si è scusato subito e stava per andarsene, ma poi deve aver notato qualcosa, nella mia espressione forse. In effetti non sono mai stata brava a nascondere i miei sentimenti.
«C’è qualcosa che non va?» mi ha chiesto, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Mi ha poggiato una mano sul braccio con fare rassicurante, e io ho sentito un brivido lungo tutto il corpo. In quel momento volevo uno come lui, un uomo maturo e forte, sempre allegro, un uomo incline a vedere il lato positivo delle cose, non uno capace di fare quello che ha fatto Leon ieri al Basement. Non potrò mai dimenticare come si era comportato Alistair la sera in cui Jason è affogato. Quando eravamo arrivate in albergo, io ero nel panico più totale, scossa da un tremore violento e col vestito sporco di vomito, ma lui era riuscito a rassicurarmi, mi aveva messo una coperta sulle spalle e mi aveva fatto bere un po’ di whisky dicendomi che si sarebbe sistemato tutto. Che lui avrebbe sistemato tutto. E io ero rimasta lì col bicchiere in mano, a tremare e a farmi rassicurare dalle sue parole. Ovviamente c’era anche Frankie, seduta accanto a me, anche lei con una coperta sulle spalle, in preda a una crisi di pianto. Però, quando ripenso a quella sera, la prima cosa che mi viene in mente non è Frankie, ma Alistair.
Insomma mi sono ritrovata a dirgli tutto, di Leon, del fatto che è il cugino di Jason e dei miei sensi di colpa perché so di non potergli dire cosa è successo. Gli ho anche detto del pugno che Leon ha dato a Lorcan e del fatto che so di doverlo lasciare. Mentre io gli riversavo addosso tutti i miei guai come una ragazzina in preda al panico, lui si è seduto accanto a me sul letto e mi ha messo una mano sulle spalle. Quel gesto mi ha rincuorata, mi ha fatto sentire meglio. A Leon non posso dire certe cose, ma ad Alistair sì. Ho cominciato a piangere, e mi è venuto da nascondere il viso sul suo petto. Sentivo il profumo del suo dopobarba – costoso, da uomo maturo – e quello del detersivo sulla camicia. Lui mi lisciava i capelli e mi accarezzava la schiena. A un certo punto ho alzato il viso, i nostri sguardi si sono incrociati. Un attimo dopo, senza neanche rendermene conto, ci stavamo baciando. Per un lungo momento mi sono dimenticata del posto in cui ero e di chi era lui, c’erano solo le sue labbra dolci e virili, la sua lingua che cercava la mia...
Ma d’un tratto mi sono come svegliata da quell’estasi e mi sono subito staccata, imbarazzata da morire. È stato solo un momento di debolezza, perché ero arrabbiata con Leon. Non avrebbe mai dovuto accadere niente del genere. Anche lui si è mostrato subito mortificato: si è alzato e mi ha chiesto scusa passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Gli ho detto che non doveva preoccuparsi, che era stata colpa mia. Gli ho anche rivelato che da ragazzina avevo una cotta per lui. Probabilmente baciarlo era sempre stato una specie di sogno proibito. E tale avrebbe dovuto restare, nient’altro che una fantasia. Mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno. Un’altra promessa. Un altro segreto. Un’altra cosa di cui sentirmi in colpa.
Ma gliel’ho promesso, naturalmente.
Ho tradito la mia migliore amica e il mio ragazzo. Come farò a guardare in faccia Leon, e Frankie, e persino sua madre, dopo quello che ho fatto?