Ringraziamenti

Terminata la stesura di un libro, così come accade quando si concludono molte altre attività, è difficile rammentare tutti i particolari che lo hanno accompagnato. Resta un vago ricordo di quando si è avuta la prima idea per il libro, di come le idee sono cambiate, sono state accantonate o rivedute, di come si è articolato il processo di scrittura, di quando sono state scritte determinate cose. Ogni volta, quando completo un manoscritto, provo la stessa sensazione: che il libro sia stato scritto quasi miracolosamente.

In questo caso, però, ricordo di aver intravisto l’idea per la struttura dell’opera nel corso di una conversazione con Ian Malcolm, editor di questo libro per Harvard University Press, nell’estate del 2017 a Londra. In precedenza avevo pensato a un breve testo sul ruolo del comunismo nella storia globale, ma fu solo in occasione di quel pranzo a Londra che mi resi conto di come avrei potuto sviluppare quell’idea integrandola con gli altri argomenti che mi stavano a cuore. La reinterpretazione del ruolo storico del comunismo è ora nella prima parte del capitolo 3.

Il capitolo 3, che parla del capitalismo politico e della Cina, è stato letto e commentato per iscritto (in ordine alfabetico) da Misha Arandarenko, Christer Gunnarsson, Ravi Kanbur, Debin Ma, Kalle Moene, Mario Nuti, Henk Over­beek, Marcin Piatkowski, Anthea Roberts, John Roemer, Bas van Bavel, Peer Vries, Li Yang e Carla Yumatle (che ha anche commentato il capitolo 5).

Il capitolo 2, che tratta del capitalismo liberal-meritocratico e degli Stati Uniti, è stato letto e commentato per iscritto (sempre in ordine alfabetico) da Misha Arandarenko, Andrea Capussela, Angus Deaton, Salvatore Morelli, Niels Planel, John Roemer, Paul Segal (che ha commentato anche il capitolo 1) e Marshall Steinbaum.

Le osservazioni di tutti sono state preziose e ho valutato, spero con attenzione, ogni commento di ciascuno.

Sono grato anche a Minxin Pei, Marcin Piatkowski, Nishant Yonzan e Chunlin Zhang per avermi fornito dati e calcoli inediti. Mi sono confrontato sulla struttura del libro anche con Glen Weyl.

L’intero manoscritto è stato letto da due eccellenti recensori anonimi, di cui ho accolto praticamente tutte le osservazioni. L’ha letto, naturalmente, anche Ian Malcolm, che ha formulato alcune utili critiche e proposto miglioramenti. Come nel mio libro precedente, Louise Robbins si è incaricata dell’editing, facendo un eccellente lavoro, e di verificare le mie affermazioni. Anne McGuire ha controllato tutti i rimandi bibliografici. A tutti loro va la mia più profonda gratitudine.

Il manoscritto è stato letto (su loro richiesta) anche da due eminenti studiosi della disuguaglianza, Jamie Galbraith e Thomas Piketty. Il loro interesse è per me motivo di grande soddisfazione.

Ho scritto il libro mentre insegnavo al Graduate Center della City University of New York dove, nell’ambito dello Stone Center on Socio-Economic Inequality, ho lavorato a stretto contatto con Janet Gornick. Come in passato, il sostegno e l’aiuto di Janet sono stati fondamentali. Ogni volta che dovevo assentarmi, le lasciavo la versione più recente del manoscritto: sapevo che si sarebbe occupata lei di pubblicarlo se mi fosse successo qualcosa. Sono molto grato a Janet e al Graduate Center per avermi concesso un anno sabbatico nel periodo che mi ha visto impegnato nella stesura del libro.

Come tante altre volte, sono riconoscente a mia moglie e ai miei due figli, ormai adulti. Saranno loro a vedere come andranno le cose di cui parlo alla fine del capitolo 5.