Maestra e scolaro

di K.M. O’Donnell [Barry N. Malzberg]

 

 

Titolo originale: The Student 

 

 

 

Io sono un mostro che vuole uccidere gli altri morsicandoli sul collo con i denti affilati e bere il loro sangue, ma finora sono riuscito a tenere tutto questo per me e nessuno conosce il mio segreto. Mi chiamo Edward Alan Arthur e ho dieci anni. L’anno scorso ne avevo nove e non uccidevo gli altri. L’anno prossimo ne avrò undici e avrò già ucciso della gente. Non manca molto, e poi non potrò più reprimere le mie tendenze e impedire che esplodano e che abbiano la meglio.

In questo momento sto parlando con la mia insegnante, la signorina Green. La signorina Green è l’insegnante di lettura per tutti quelli della quarta e da molto tempo è insoddisfatta del mio profitto. Adesso mi ha chiamato nel suo piccolo ufficio, dopo la scuola, in modo, come dice lei, da mettere le cose in chiaro una volta per tutte e scoprire perché non voglio leggere.

— Non hai problemi di vista — dice la signorina Green. —Non ci sono carenze nel tuo quoziente di intelligenza e inoltre, quando hai voglia di leggere, sai farlo piuttosto bene. Allora perché non ti dài da fare con il tuo lavoro e perché insisti a disturbare la classe durante le lezioni di lettura? 

La signorina Green è giovane, e sarebbe carina se non fosse per quella voce stridula. Proprio adesso, nella mia mente, le sono saltato addosso e i miei denti lucenti e forti stanno affondando nelle morbide pieghe bianche del suo collo. Nella mia mente il sangue sta scorrendo e io bevo, bevo. Ma nella stanza io tengo le mani unite in grembo e lo sguardo abbassato timidamente, in modo che lei non possa vedere cosa sta succedendo ai miei occhi.

— Perché sono tutte bugie — dico io — tutte bugie scritte da bugiardi. I libri non insegnano niente ai bambini sul mondo, ma sono scritti dagli adulti e così i bambini non vedono il mondo qual è. Gli adulti hanno fatto diventare il mondo orribile, e adesso scrivono i loro libri e ci raccontano le loro bugie così che noi non si possa vederlo com’è e non li si distrugga. 

La signorina Green si agita sulla sedia e per un attimo le sue mani si muovono, irrequiete. Io penso a quanto sarebbe bello alzarmi e lanciarmi su di lei. Prima la colpirei nella parte molle del cranio dietro l’orecchio, giusto per tramortirla, poi, mentre cade, l’afferrerei tra le pieghe del collo con i miei lucidi denti micidiali e comincerei a morsicare. Il sangue zampillerebbe fuori come una cascata di petardi e lei morirebbe prima di poter capire cosa le è successo. Ma nella stanza io cerco di scacciare tutti questi pensieri o almeno di portarli a un livello che mi permetta di continuare a tenere lo sguardo basso. Le mie mani si torcono, le dita si intrecciano, ma io non sono il tipo di mostro che strangola. Quando avevo otto anni, una notte fui visitato da strane Potenze che mi offrirono la possibilità di scegliere che tipo di mostro volevo essere, e io decisi di essere un vampiro. Così, anche se mi piacerebbe molto strangolare la signorina Green, le mie dita non ne hanno la forza. I denti sono una cosa diversa. Sono molto affilati e con le estremità appuntite, grazie alle Potenze che mi hanno insegnato come spazzolarli e trattarli, e potrebbero affondare nel suo collo in meno di un secondo una volta che fossi balzato su di lei.

— Questa è la cosa più ridicola che abbia mai sentito — dice la signorina Green. — Onestamente, Edward, non so dove tu abbia preso un’idea del genere. I libri sono la porta che conduce alla verità, e la lettura è la luce della coscienza. Anche se talvolta gli uomini usano la parola scritta per dire menzogne, questo non significa che debba essere sempre così. 

— Certo che è sempre così — ribatto io, immaginando piccole, frementi gocce del suo sangue. — Una volta che gli uomini scoprono come mentire, non dicono più la verità. Perché dovrebbero? Non rende. 

La signorina Green scorre i fogli che tiene in grembo e poi si appoggia allo schienale. — Devo essere onesta con te, Edward — dice. — Pensavo che potessimo risolvere i tuoi problemi discutendone noi due soli, per aiutarti ad accettare la lettura, ma mi sembra che questo non ci porti a nessun risultato. Perciò sarò costretta a farti vedere da un medico.

— Un medico? Volete dire un medico dei pazzi, non è vero? 

— Qualcuno che parlerà con te, Edward, e cercherà di scoprire perché la pensi così. 

— Pensate che sono matto, vero? — Di colpo sono in piedi, chino su di lei, e grido. Anche se sono piuttosto piccolo per la mia età, la signorina Green è molto esile e, in piedi, io la domino. — Solo perché io ho il Potere — dico — solo perché io so che le letture sono tutte storie e perché ho denti forti e micidiali che possono penetrare nel vostro collo e farvi morire... 

Di colpo mi fermo. Fino a questo momento non ho mai rivelato a nessuno il mio segreto. Devo essere davvero molto agitato per aver rivelato il mio segreto alla signorina Green. Lei cerca di alzarsi, ma le gambe non la reggono, e come una farfalla che cerchi di arrampicarsi su un filo d’erba ricade indietro. — Stai lontano da me, Edward — dice. I suoi occhi sono molto rotondi. — Vattene lontano da me, subito.

— No — ribatto io, avvicinandomi. — Vi ho già svelato il mio segreto e adesso è troppo tardi. Non avreste dovuto farmelo dire, ma l’ho detto, e adesso dovete pagare. È tutta colpa vostra. Non avrei fatto niente, se non mi aveste costretto a dirlo. 

— Per favore, Edward — dice alzando una mano — ci sono cose che non capisci, tu non capisci come vanno le cose, cosa sta succedendo... 

— No — dico, pregustando già nella mia mente il sapore del sangue. Ed è buono... buono. È da troppo che aspetto di usare il Potere. Avrei dovuto farlo molto tempo fa. Non sarei stato così infelice se avessi lasciato che il mio dono si rivelasse. Mi avvicino sempre di più e scopro i denti. 

— Adesso — dico. 

— Edward, Edward, non capisci, non è come credi tu, mi hai costretta tu a farlo, Edward. — E poi c’è un grido e uno scarto, il grido, evidentemente, deve essere mio, lo scarto è della signorina Green che si sposta di lato sulla sedia, e la sua faccia sta cambiando, cambiando. Si protende verso di me e mi addenta il collo, io sento gli affilati e micidiali strumenti della sua bocca e poi ogni cosa fluisce lontano da me. Avvolto da una specie di nebbia cado sul pavimento, guardando ottusamente in su. La signorina Green è sopra di me. La sua testa si abbassa. È sempre più vicina. 

— Non avresti dovuto dire che i libri sono pieni di bugie — dice. — Alle Potenze non farà piacere.