16
Non provai alcun nervosismo, quando andai da Bradley per la seconda volta. Anzi, trovai la cosa molto divertente.
«S'immedesimi nella sua parte» mi aveva ammonito Ginger, e fu esattamente quello che cercai di fare.
Il signor Bradley mi accolse con un sorriso cordiale, porgendomi una mano tozza. «Sono molto lieto di rivederla. Dunque ha riflettuto sul suo piccolo problema? Come le ho già detto, non c'è premura. Decida con calma.»
«È proprio quello che non posso fare» ribattei. «È una cosa... be'... è urgente.»
Bradley mi scrutò. Notò il mio atteggiamento nervoso, il modo in cui cercavo di evitare il suo sguardo. «Bene, bene. Vediamo allora che cosa possiamo fare. È venuto per una piccola scommessa, vero? Niente di meglio per distrarre la mente dai propri... guai.»
«Già.»
«Vedo che è un po' nervoso» commentò lui. «Soprattutto, prudente. Io apprezzo molto la prudenza. Ma non c'è nulla di cui debba preoccuparsi.
Né io né lei diremo nulla che, in linguaggio legale, potrebbe essere "usato contro di noi". Comunque, le do la mia parola d'onore che non ci sono ma-gnetofoni nascosti nella stanza, e che la nostra conversazione non verrà registrata in nessun modo. Faremo così: lei ha qualcosa che la preoccupa, trova in me comprensione e sente il desiderio di confidarsi. Sono un uomo d'esperienza, e potrei essere in grado di darle dei consigli. D'accordo?»
Mi dissi d'accordo e cominciai la mia storia.
Il signor Bradley fu molto abile. Cominciò a suggerirmi le parole e le frasi più difficili, m'incitò a parlare.
Fu così incoraggiante, che non ebbi difficoltà a raccontargli della mia in-fatuazione giovanile per Doreen e del nostro matrimonio segreto.
«Accade spesso» commentò Bradley. «Molto spesso. È comprensibile!
Un giovane pieno d'ideali. Una ragazza carina. E, prima che abbiano avuto il tempo di rendersene conto, sono marito e moglie. E poi, cos'avvenne?»
Continuai il mio racconto ma, di proposito, mi mantenni vago nei particolari. Gli parlai solo della mia delusione, mi dipinsi come un ragazzo sciocco che si era accorto troppo tardi d'esser stato un ragazzo sciocco.
Gli lasciai capire che avevamo avuto un litigio finale. Se Bradley ne avesse dedotto che mia moglie se n'era andata insieme con un altro uomo, tanto meglio.
«Ma, vede, quantunque lei non fosse... be', non fosse come l'avevo cre-duta, in fondo era una cara ragazza. Non avrei mai immaginato che si sarebbe comportata così.»
«Che cosa le ha fatto esattamente?»
Il torto che mia moglie mi aveva fatto, spiegai, era stato quello di ricom-parire nella mia vita.
«E che cosa pensava che le fosse accaduto?»
«Forse le sembrerà incredibile, ma io non avevo mai pensato nulla. Forse avevo creduto che fosse morta.»
«Poiché era ciò che inconsciamente desiderava. Perché avrebbe dovuto essere morta?»
«Non mi aveva mai scritto, non si era mai fatta viva. Non avevo mai più avuto sue notizie.»
«La verità è che lei voleva dimenticarla completamente.»
A modo suo, quell'omino dagli occhi furbi era uno psicologo.
«Sì, è così. Non è che volessi sposare nessun'altra.»
«Ma ora lo vuole, vero?»
«Be'...» feci mostrandomi restio a rispondere.
«Coraggio, si confidi con paparino» m'incitò l'odioso avvocato.
Timidamente, ammisi che, da poco tempo, avevo cominciato a conside-rare la possibilità di riammogliarmi... Ma non dissi altro, fermamente deciso a non dargli alcun particolare sulla ragazza in questione. Non intendevo dirgli assolutamente nulla di lei.
Anche qui, ebbi l'impressione d'aver simulato la reazione giusta. Lui non insistette. Disse, invece: «È più che naturale, mio caro amico. Ha fatto in passato la sua triste esperienza. Ora ha trovato senza dubbio la persona adatta a lei, in grado di condividere i suoi gusti letterari e il suo modo di vivere. Una vera compagna».
Capii, così, che Bradley sapeva di Hermia. Doveva esser stato facile, per lui, raccogliere informazioni sul mio conto. Qualsiasi indagine avrebbe ri-velato il fatto che io frequentavo regolarmente una sola donna.
«Non ha pensato al divorzio? Non è la soluzione più naturale?» chiese lui.
«Il divorzio è assolutamente fuori questione. Mia moglie non vuol saperne. Ora vorrebbe tornare da me. È irragionevole. Sa che c'è un'altra donna e... e...»
«Capisco... A quanto pare non c'è via d'uscita, a meno che... Ma è ancora giovane...»
«Vivrà ancora chissà quanti anni» sospirai amaramente.
«Oh, non si sa mai, signor Easterbrook. Ha detto che è vissuta molti anni all'estero?»
«Così dice lei. Non so dove sia stata.»
«Può darsi che sia stata in Oriente. Alle volte si possono prendere dei germi, da quelle parti... germi che restano in incubazione per anni! Poi si torna in patria, e improvvisamente il morbo viene fuori. So di due o tre ca-si del genere. Potrebbe accadere anche a sua moglie.» Bradley fece una breve pausa. «Se ciò può tirarle su il morale, io sono disposto a scommettere una piccola somma su questa possibilità.»
Scossi la testa. «Sono sicuro che vivrà ancora per molti anni.»
«Certo, le probabilità sono dalla sua parte, lo ammetto... Ma facciamo una piccola scommessa. Millecinquecento contro uno che la signora morirà fra ora e Natale: che ne dice?»
«Prima! Deve essere molto prima. Non posso aspettare.»
Non so se Bradley ne avesse dedotto che i rapporti fra Hermia e me erano arrivati a un punto tale per cui non potevo indugiare oltre, oppure che mia moglie mi aveva minacciato d'andare da Hermia e spifferare tutto.
Forse aveva anche pensato che c'era un altro uomo, che aspirava alla mano di Hermia. Ma non m'importava di quello che pensava Bradley. Volevo so-lo fargli premura.
«Questo cambia un poco le condizioni. Diciamo milleottocento contro uno che sua moglie lascerà questa terra in meno d'un mese. Ne ho la vaga sensazione.»
Pensai che fosse il momento di contrattare, e contrattai. Protestai che non avevo tutto quel denaro. Bradley fu scaltro. Sapeva esattamente di quale somma avrei potuto disporre in caso di emergenza. Sapeva che Hermia era ricca. Il vago accenno al fatto che in seguito, una volta sposato, non avrei sofferto materialmente per aver perso la scommessa, ne fu la prova. Inoltre, la mia fretta lo mise in una posizione di vantaggio. Non cedette.
Quando lo salutai, l'incredibile contratto era stato redatto e firmato.
«E ora, signor Easterbrook, gli ultimi accordi. Ha detto che la signora Easterbrook abita a Londra. Dove, esattamente?»
«Deve saperlo?»
«Debbo avere tutte le informazioni particolareggiate. Quindi le fisserò un appuntamento con la signorina Grey. Dovrà portarle un oggetto personale di sua moglie: un guanto, un fazzoletto, qualcosa del genere.»
«Ma perché? In nome di...»
«Lo so, lo so. Non lo chieda a me. Non ne ho la più vaga idea. La signorina Grey tiene per sé i propri segreti.»
«Ma che cosa avviene, là? Cosa fa, quella donna?»
«Deve credermi, signor Easterbrook, se le assicuro che non ne ho la più pallida idea! Non so nulla, e non voglio sapere. Basta.»
Bradley fece una pausa, quindi riprese, in tono quasi paterno:
«Ecco il mio consiglio, signor Easterbrook. Vada a trovare sua moglie.
Cerchi di placarla, le lasci credere che sta considerando l'idea di una ricon-ciliazione. Potrebbe dirle che deve andare all'estero per qualche settimana, ma che al suo ritorno, eccetera, eccetera...»
«E poi?»
«Dopo averle sottratto furtivamente un piccolo indumento personale, andrà a Much Deeping.» Bradley tacque un momento, pensieroso. «Vediamo, mi pare che m'abbia detto, nella sua visita precedente, che ha degli amici, o parenti, da quelle parti, no?»
«Una cugina.»
«Questo semplifica le cose. Sua cugina potrà certamente ospitarla per un giorno o due.»
«Che cosa fa, di solito, la gente? Scende alla locanda del villaggio?»
«Alle volte. C'è chi viene in macchina da Bournemouth. Ma io so molto poco, su questo punto.»
«Ma... che cosa penserà mia cugina?»
«Può dirle che l'hanno incuriosita le abitanti del Cavallo Pallido, e che vuole partecipare a una loro seduta. Niente potrebbe sembrare più logico.
La signorina Grey e la sua amica medium tengono spesso delle sedute. As-serirà che, naturalmente, è tutta una sciocchezza, ma che la cosa l'interessa.
Non c'è altro, signor Easterbrook. Come vede, nulla potrebbe esser più semplice...»
«E... e poi?»
Bradley scosse la testa sorridendo: «Le ho detto tutto quello che so. Poi entrerà in campo la signorina Grey. Non dimentichi di portare un guanto, o un fazzoletto, o qualche altra cosa. Poi, le consiglierei di fare un viaggetto all'estero. La riviera italiana è deliziosa, in questa stagione. Solo per una settimana o due».
Ribattei che non volevo andare all'estero. Intendevo restare in Inghilterra.
«Benissimo, allora, ma senz'altro non a Londra. Devo insistere su questo punto.»
«Perché?»
Bradley mi guardò con aria di rimprovero. «Garantiamo ai clienti la più completa... immunità, se obbediscono agli ordini.»
«Bournemouth potrebbe andare?» gli domandai.
«Sì, Bournemouth potrebbe andare. Stia in un albergo, faccia qualche conoscenza, si faccia vedere in compagnia. Conduca una vita irreprensibile, questo è molto importante. Potrebbe sempre proseguire per Torquay se si stancherà di Bournemouth» suggerì Bradley, con il tono cortese d'un agente turistico.
Ancora una volta dovetti stringere quella mano grassoccia.