Anthony Browne guardò il biglietto che l'inserviente gli aveva portato. Corrugò la fronte e si strinse nelle spalle. Disse al ragazzo:
«Va bene, fallo passare.»
Quando il colonnello Race entrò, Anthony stava accanto alla finestra e un raggio di sole gli colpiva obliquamente le spalle.
Il giovane si volse e vide dinanzi a sé un uomo alto dal portamento militaresco, col viso abbronzato e i capelli color grigio ferro... un uomo che aveva già conosciuto prima di allora, ma che non vedeva da parecchi anni, un uomo di cui sapeva molte cose.
Dal canto suo Race notò la figura atletica e la bella testa del giovanotto. Una voce indolente, ma piacevole a udirsi, disse:
«Colonnello Race? Eravate amico di George Barton, se non erro. Ha parlato di voi l'ultima sera. Una sigaretta?»
«Sì, grazie.»
Mentre accendeva un fiammifero, Anthony aggiunse:
«Vi aspettavamo quella sera, ma non siete comparso... tanto meglio per voi.»
«Su questo punto vi sbagliavate. Il posto vuoto non era per me.»
«Davvero? Barton diceva...»
Race lo interruppe.
«Lo so, George Barton ha detto che aspettava me. Ma i suoi piani erano ben diversi. Quella sedia, signor Browne, avrebbe dovuto essere occupata, mentre le luci erano spente per lo spettacolo, da un'attrice di nome Chloe West.»
Il giovanotto spalancò gli occhi.
«Chloe West? Mai sentita nominare. Chi è?»
«Una giovane attrice poco nota che assomiglia vagamente a Rosemary Barton.»
Anthony si lasciò sfuggire un sibilo.
«Comincio a capire.»
«Le era stata data una fotografia di Rosemary affinché potesse accentuare la somiglianza con la pettinatura e col trucco e le era stato consegnato anche il vestito portato da Rosemary la sera in cui morì.»
«Questo dunque era il piano di George? Le luci si riaccendono... tutti rimangono impietriti: Rosemary è ritornata... Il colpevole perde la testa e grida: "Sono stato io... sono stato io!".» Anthony fece una pausa, poi aggiunse: «Mi pare un'idea troppo balorda... anche per un somaro come la buon'anima di George».
«Non vi capisco.»
Anthony rise.
«Suvvia, colonnello... vi pare possibile che la persona che ha avuto il sangue freddo di premeditare un assassinio come quello di Rosemary Barton si comporti poi come una ragazzina isterica? Ci vuol altro che un'attrice camuffata da Rosemary per far perdere la testa a un simile assassino.»
«Ricordatevi che Macbeth era un delinquente incallito, eppure è crollato alla vista dell'ombra di Banco.»
«Già, ma perché aveva visto un autentico fantasma! E un fantasma genuino può portare con sé l'atmosfera di un altro mondo. Io credo nei fantasmi, lo confesso... ci credo da sei mesi... e specialmente in un determinato fantasma.»
«Quale?»
«Quello di Rosemary Barton. Potete ridere finché vi pare. Intendiamoci, non l'ho visto... ma ho sentito la sua presenza. Sembra che la povera Rosemary non sappia rassegnarsi alla sua sorte.»
«Credo di sapere il perché.»
«Perché è stata assassinata?»
«Per dirla in altre parole, perché è stata fatta fuori. Che ne dite, signor Tony Morelli?»
Seguì una pausa di silenzio. Anthony sedette, gettò la sigaretta nel camino e ne accese un'altra. Poi disse:
«Come avete fatto a scoprirlo?»
«Ammettete di essere Tony Morelli?»
«Non mi sogno nemmeno di perdere il mio tempo a negarlo. Evidentemente avete telegrafato in America e ottenuto tutte le informazioni necessarie.»
«E ammettete che quando Rosemary Barton ha scoperto la vostra identità, l'avete minacciata di farla fuori se non avesse tenuto la bocca chiusa?»
«Ho fatto il possibile per incuterle tanta paura da indurla a tenere la bocca chiusa» assentì Anthony in tono disinvolto.
Il colonnello Race provò una strana sensazione. Quel colloquio non andava secondo le sue previsioni. Guardò l'uomo che gli stava dinanzi, comodamente seduto in una poltrona, e di colpo gli parve di vedere in lui qualcosa di familiare.
«Volete che ricapitoli quel che so sul vostro conto, Morelli?»
«Sarà divertente.»
«Siete stato condannato a un anno di reclusione, negli Stati Uniti, per un tentativo di sabotaggio alla fabbrica di aeroplani Ericsen. Scontata la pena, siete uscito e le autorità vi hanno perso di vista. In seguito si è saputo che eravate a Londra, all'albergo Claridge, sotto il nome di Anthony Browne. All'albergo avete fatto amicizia con Lord Dewsbury e per suo tramite avete conosciuto vari fabbricanti di armamenti. Siete stato ospite in casa di Lord Dewsbury e valendovi della vostra posizione privilegiata siete riuscito a farvi mostrare cose che non avreste mai dovuto vedere. È una strana coincidenza, Morelli, ma subito dopo la vostra visita alle varie fabbriche d'armi sono stati sventati per puro miracolo vari gravissimi tentativi di sabotaggio e sono accaduti molti incidenti.»
«Le coincidenze sono una cosa sbalorditiva» osservò Anthony.
«Infine, dopo un altro lasso di tempo, siete riapparso a Londra e avete rinnovato la vostra conoscenza con Iris Marie, ma avete trovato sempre qualche scusa per non andare a casa sua, affinché la famiglia non si accorgesse dell'intimità che stava nascendo tra voi e la ragazza. Avete persino tentato di indurla a sposarvi in segreto.»
«Ma siete straordinario» esclamò Anthony. «Non capisco come abbiate fatto a scoprire tutte queste cose... Alludo alle mie minacce a Rosemary e alle paroline dolci che ho sussurrato a Iris. Sono cose, queste, che esulano dall'ambito dei servizi segreti dell'esercito.»
Race si volse di scatto a guardarlo.
«Avete parecchie cose da spiegare, Morelli.»
«Non direi. Anche se tutti i fatti che m'avete esposti corrispondessero alla verità, che significa? Ho scontato la mia condanna. Mi sono fatto parecchi amici interessanti. Mi sono innamorato di una creatura incantevole e naturalmente sono impaziente di sposarla.»
«Tanto impaziente da preferire che la cerimonia avesse luogo prima che la famiglia della ragazza potesse scoprire qualcosa dei vostri precedenti. Iris Marie è ricca.»
Anthony fece un cenno d'assenso.
«Lo so. Quando ci sono quattrini, le famiglie sono sempre propense a fare un gran trambusto. Capirete, Iris non sa nulla del mio torbido passato; e francamente preferirei che continuasse a ignorarlo.»
«Temo proprio che verrà a sapere tutto.»
«Peccato» mormorò Anthony.
«Forse non vi rendete conto...»
Anthony scoppiò a ridere.
«Oh, non sono scemo! Capisco benissimo. Rosemary Barton conosceva il mio passato inconfessabile e allora l'ho uccisa. George Barton cominciava a sospettare di me e ho ucciso anche lui! Ora sono a caccia della dote di Iris! Tutto è perfettamente concatenato... ma voi non avete nemmeno la parvenza di una prova.»
Race lo fissò attentamente per qualche secondo, poi si alzò.
«Tutto quello che ho detto è vero» disse. «Ma non funziona.»
A sua volta Anthony gli piantò gli occhi in faccia.
«Che cosa non funziona?»
«Voi non funzionate!» ribatté il colonnello passeggiando su e giù per la stanza. «Il resto funzionava alla perfezione prima che vi vedessi... Ma ora vi ho visto... e non funziona più. Voi non siete un briccone. E se non siete un briccone... siete dei nostri. Ho ragione, vero?»
Anthony lo guardò in silenzio. A poco a poco, un sorriso gli illuminò il volto.
«È strano, ma fra noialtri ci si riconosce al fiuto. Per questo ho sempre evitato di incontrarvi. Avevo paura che mi catalogaste a prima vista. Allora era importante che nessuno sapesse... era importante fino a ieri. Ora, grazie al cielo, la banda di sabotatori internazionali ai quali davo la caccia è caduta nella rete. Ho lavorato tre anni per questa missione. Ho frequentato determinati ambienti, ho fatto l'agitatore e a poco a poco sono riuscito a crearmi la reputazione che mi occorreva. Alla fine fu stabilito che facessi un colpo importante e che mi beccassi una condanna. Bisognava che la faccenda avesse un aspetto genuino perché io potessi stabilire la mia buona fede.
«Quando sono uscito, l'ingranaggio ha cominciato a funzionare. Si trattava di una vasta organizzazione che aveva il comando supremo nell'Europa centrale. A poco a poco sono riuscito a avvicinarmi al comando supremo. Come agente dell'organizzazione sono venuto a Londra e mi sono installato al Claridge. Dovevo condurre una vita mondana e ecco in che modo ho fatto la conoscenza di Rosemary Barton. Un giorno, Con mio grande sgomento, ho scoperto che lei sapeva come io fossi stato in carcere in America col nome di Tony Morelli. Mi sono spaventato... ma per lei! per lei! La gente con la quale lavoravo l'avrebbe ammazzata senza esitare un attimo se fosse venuta a conoscenza di quel che sapeva. Ho fatto del mio meglio per incuterle timore affinché tenesse la bocca chiusa, ma non avevo grandi speranze. Rosemary non conosceva la discrezione. Mi restava una cosa sola da fare... svignarmela. Quel giorno stesso ho visto Iris Marie e ho giurato che, finita la mia missione, sarei ritornato per sposarla.
«Quando sono ricomparso a Londra e ho preso contatto con Iris, la mia opera era praticamente finita, ma dovevo ancora rimanere nell'ombra per un po' di tempo. Ecco perché ho girato al largo da casa sua... sapevo che i parenti avrebbero potuto assumere informazioni sul conto mio e era necessario che lo evitassi. Poi, a un dato momento, ho cominciato a preoccuparmi per lei. Sembrava spaventata... e George Barton si comportava in modo strano. Ho tentato di convincerla a lasciare la casa e a sposarmi, ma lei ha rifiutato. Forse ha avuto ragione. Poi sono stato letteralmente catturato per quel terribile pranzo. Eravamo già a tavola quando George ha accennato che voi avreste dovuto raggiungerci. Mi sono affrettato a dire che forse sarei stato costretto a andarmene presto. Volevo evitare di incontrarvi. La mia missione era quasi finita, ma preferivo non farmi vedere in vostra compagnia.
«Quel che è successo poi, lo sapete. George è morto. Io non ho nulla a che vedere con la sua morte né con quella di Rosemary. E non so chi li abbia uccisi.»
«Non avete nemmeno un sospetto?»
«Deve essere stato un cameriere, oppure una delle cinque persone attorno alla tavola, ma non credo che sia stato un cameriere. Io non sono stato... e nemmeno Iris. Sandra e Stephen Farraday sono certamente indiziati, ma se si trattasse di scommettere, come alle corse, io punterei su Ruth Lessing.»
«Avete qualche elemento per sostenere la vostra convinzione?»
«No. Sospetto di lei... ma non capisco nemmeno come potrebbe aver fatto! In entrambi i casi la sua posizione a tavola era tale da metterla quasi nell'impossibilità di manomettere la coppa delle vittime. Vi dirò che più ripenso a ciò che è accaduto l'altra sera, più mi pare impossibile che George sia stato avvelenato... eppure lo è stato!» Fece una pausa. «E poi c'è un'altra cosa che mi disorienta. Avete scoperto chi ha scritto quelle lettere anonime che hanno messo in sospetto George?»
Race scosse il capo.
«No. Credevo di averlo scoperto, ma mi sbagliavo.»
«Vedete, il fatto più interessante della faccenda è che da qualche parte c'è qualcuno che sa che Rosemary è stata avvelenata... Ora, se non tenete gli occhi aperti, quel qualcuno sarà la terza vittima!»