Il colonnello Race varcò il portone di New Scotland Yard. Riempì un modulo e poco dopo stringeva la mano dell'ispettore capo Kemp nel suo studio.
I due uomini si conoscevano bene.
«Siete stato molto gentile a telefonarmi, colonnello» dichiarò Kemp. «In questo caso avremo certamente bisogno del vostro aiuto.»
«Mi sembra che le indagini siano state affidate molto in alto.»
Kemp non fece professione di modestia. Tutti sapevano che lui si occupava personalmente dei casi eccezionali per importanza e delicatezza. Rispose in tono grave:
«Ci sono di mezzo i Kidderminster. Capirete che bisogna andare cauti.»
Race fece un cenno d'assenso. Si era incontrato varie volte con Lady Sandra Farraday. Sapeva che, data la sua posizione inattaccabile, poteva essere pericoloso coinvolgerla in un caso sensazionale. L'aveva udita parlare in qualche riunione a carattere politico, senza eloquenza, ma chiaramente, con cognizione di causa. Era una di quelle donne la cui vita pubblica è tutta nei giornali e la cui vita privata sembra non esistere.
Eppure, pensava Race, anche le donne di quello stampo avevano una vita privata. Conoscevano la disperazione, l'amore e l'angoscia della gelosia. Potevano perdere il controllo e arrischiare perfino la vita, spinte dalla passione.
Domandò incuriosito:
«E se fosse stata proprio lei, Kemp?»
«Chi? Lady Sandra? Credete che sia stata lei, colonnello?»
«Non so, ma se fosse stata lei... o se fosse stato suo marito, che a sua volta è protetto da Kidderminster, che cosa fareste?»
Gli occhi verde-mare dell'ispettore capo Kemp fissarono imperturbabili quelli neri del colonnello.
«Anche se fosse stato uno di loro, faremo del nostro meglio per dar corso alla giustizia. Lo sapete benissimo. Nel nostro paese, nulla può procurare l'impunità agli assassini. Però dovremo avere prove inconfutabili.» Race disse: «Bene, sentiamo ora i fatti come risultano a voi».
«George Barton è morto per avvelenamento da cianuro di potassio... come sua moglie. Avete detto che vi trovavate proprio nel ristorante?»
«Sì. Barton mi aveva invitato al pranzo. Avevo rifiutato. Il suo progetto non mi garbava affatto. Gli avevo detto che se aveva dei dubbi sulla morte di sua moglie, doveva rivolgersi a chi di ragione... a voi.»
«Già, avrebbe dovuto farlo.»
«Invece si è ostinato a seguire una sua idea. Voleva tendere un tranello all'assassino. Si è rifiutato di dirmi in cosa consisteva. Comunque la faccenda mi lasciava perplesso, mi preoccupava... tanto che ieri sera sono andato al Luxembourg per osservare. Naturalmente ero seduto a una tavola lontana perché non volevo farmi vedere. Purtroppo non posso dirvi nulla. Non ho visto niente di sospetto. Camerieri e invitati sono stati le sole persone a avvicinarsi alla tavola.»
«Questo restringe il campo delle indagini, non vi pare?» osservò Kemp. «L'assassino è uno degli invitati, oppure il cameriere, Giuseppe Bolsano. L'ho interrogato ancora stamane e l'ho trattenuto pensando che poteste volergli parlare, ma non posso credere che c'entri per qualcosa. Serve al Luxembourg da dodici anni; ha moglie e tre figli, e la sua condotta è sempre stata irreprensibile. E ben voluto da tutti i clienti.» «Allora non rimangono che gli invitati.»
«Sì. Gli stessi che erano presenti alla morte della signora Barton.»
«A proposito della morte della signora Barton, che ne pensate ora, Kemp?»
«Ho ripreso la cosa in esame dal momento che sembra evidente la connessione con la morte di Barton. Allora se ne occupò Adams. Non fu quel che si suol definire un chiaro caso di suicidio, ma il suicidio era senza dubbio la soluzione più probabile, e in mancanza di altri indizi ci si dovette fermare su questa tesi. Come sapete ci sono parecchi casi del genere nei nostri annali. Suicidi con punto interrogativo. Il pubblico non sa nulla del punto interrogativo, ma noi lo teniamo sempre presente. Qualche volta continuiamo a indagare alla chetichella. Capita che emerga qualcosa... e capita che non emerga nulla, come nel caso della signora Barton.»
«Fino a oggi.»
«Già, fino a oggi. Qualcuno ha fatto sapere al signor Barton che sua moglie era stata assassinata. Lui s'è messo all'opera per conto suo e ha lasciato praticamente intendere di essere sulla buona pista. Se ci fosse o no, non si sa, ma l'assassino deve aver creduto che ci fosse e ha provveduto a toglierlo di mezzo. Mi pare che la situazione si possa riassumere così. Spero che siate d'accordo con me.»
«Certo, sembra chiaro. Chissà qual era il tranello architettato da Barton. Ho notato che c'era una sedia vuota alla tavola. Forse aspettava un testimone. In ogni caso, lo stratagemma è andato ben oltre gli intenti di Barton. Il colpevole si è allarmato e non ha aspettato che il trabocchetto scattasse.»
«Abbiamo cinque persone sospette» disse Kemp. «E poi dobbiamo approfondire le circostanze del primo delitto.»
«Siete ormai convinto che non si trattava di suicidio?»
«Mi pare che questo assassinio lo provi. Tuttavia non credo che si possa biasimare la polizia per aver accettato la tesi del suicidio come la più probabile. C'erano indizi in proposito.»
«Depressione dovuta all'influenza?»
Un sorriso passò sul volto impassibile di Kemp.
«Questa fu la tesi accettata nel corso dell'inchiesta condotta dal magistrato. Concordava con le testimonianze mediche e salvava i sentimenti di tutti. Inoltre c'era una lettera per la sorella, scritta a metà, che conteneva disposizioni per la distribuzione di certi oggetti personali. Questo provava che l'idea di sopprimersi era passata per la mente della signora Barton. Era depressa... ma nove volte su dieci, quando si tratta di donne, il suicidio è provocato da un amore infelice. Gli uomini invece si uccidono per lo più per preoccupazioni finanziarie.»
«Allora sapevate che la signora Barton aveva una relazione?»
«Sì, l'abbiamo scoperto subito.»
«Stephen Farraday?»
«Sì. Si vedevano in un appartamentino dalle parti di Earl's Court. La cosa è durata più di sei mesi. Probabilmente c'è stato un alterco... o forse lui si è stancato della donna. In ogni modo la signora Barton non sarebbe stata la prima a togliersi la vita in un accesso di disperazione.»
«Avvelenandosi col cianuro di potassio in un ritrovo pubblico?»
«Perché no, se voleva compiere un gesto clamoroso, sotto gli occhi dell'amante. Da quanto ho potuto appurare, la signora Barton non era molto attaccata alle convenzioni... tutta la cautela era dalla parte di lui.»
«C'è qualche elemento per stabilire se la moglie di Farraday fosse al corrente della faccenda?»
«A quanto ci consta non ne sapeva nulla.»
«Tuttavia può darsi ne fosse al corrente, Kemp. Lady Sandra è il tipo capace di simulare.»
«Verissimo. Infatti li consideriamo entrambi come indiziati: la moglie per gelosia, il marito per salvare la propria carriera. Il divorzio sarebbe stato una vera catastrofe per Farraday. Non che un divorzio di per se stesso sia una cosa grave come un tempo, ma nel suo caso gli avrebbe alienato il clan Kidderminster.»
«E la segretaria?»
«Indiziata anche lei. Può darsi che avesse un debole per George Barton. All'ufficio dicono fosse così. Nel pomeriggio di ieri una telefonista stava imitando Barton mentre teneva tra le sue la mano di Ruth Lessing e dichiarava che non avrebbe mai potuto fare senza di lei. La signorina Lessing ha sorpreso la scena e ha licenziato la ragazza su due piedi. Le ha pagato un mese di stipendio e l'ha buttata fuori. Evidentemente la cosa l'ha punta sul vivo.
«D'altra parte la sorella ha ereditato un patrimonio vistoso. Questa è una circostanza da ricordare. Sembra una creatura dolce, ma non si può mai dire. E poi c'è l'altro corteggiatore della signora Barton.»
«Sono impaziente di sentire quel che sapete sul suo conto» disse lentamente Race.
«Ne sappiamo ben poco... e quel che sappiamo non serve molto. Ha il passaporto in perfetto ordine. È cittadino americano, ma non si riesce a avere alcuna informazione precisa sul suo conto. Abita al Claridge e è riuscito a fare amicizia con Lord Dewsbury.»
«Agente segreto?»
«Può darsi. Sembra che Browne abbia detto di interessarsi di armamenti. Dewsbury gli ha fatto visitare le fabbriche e poco tempo dopo è stato scoperto quel tentativo di sabotaggio... appena in tempo. Browne ha coltivato la conoscenza con tutti gli amici di Dewsbury che si occupano di armamenti. Di conseguenza gli sono state mostrate molte cose che secondo me non avrebbe dovuto vedere. In due o tre casi si sono verificati gravi inconvenienti nelle fabbriche, poco dopo che lui le aveva visitate.»
«Vale la pena di tener d'occhio questo signor Browne?»
«Sì. Pare che abbia l'arte di rendersi simpatico e che la sfrutti in lungo e in largo.»
«E che c'entrava la signora Barton? George Barton si occupa di armamenti?»
«No, ma sembra ci fosse una certa intimità tra loro. Forse lui le avrà rivelato qualcosa. Voi sapete, meglio di chiunque altro, colonnello, quanto sia facile a una bella donna far cantare un uomo.»
Race fece un cenno di assenso, interpretando giustamente le parole dell'ispettore capo come un'allusione all'ufficio di controspionaggio che lui aveva diretto un tempo e non come un'insinuazione a suoi personali cedimenti.
Dopo un attimo riprese:
«Avete dato un'occhiata alle lettere ricevute da George Barton?»
«Sì. Le abbiamo trovate nella sua scrivania ieri sera. Anzi, le ha trovate la signorina Marie.»
«Quelle lettere mi interessano in modo particolare, Kemp. Qual è l'opinione del perito calligrafo in proposito?»
«Carta grossolana, inchiostro ordinario... impronte digitali di George Barton e di Iris Marie... una quantità di impronte non identificate sulla busta. Il testo delle lettere è scritto a stampatello da una persona che, secondo i periti, ha una buona istruzione e gode di una salute normale.»
«Una buona istruzione? Allora non si può trattare di un domestico.»
«Presumibilmente no.»
«Questo aumenta l'interesse.»
«Le lettere provano, comunque, che qualcun altro aveva dei sospetti sulla morte della signora Barton.»
«Qualcuno che non ha voluto rivolgersi alla polizia. Qualcuno che voleva risvegliare i sospetti di Barton ma non voleva poi proseguire. Strana faccenda, Kemp. Non credete che Barton possa essersele scritte lui stesso?»
«Non lo si può escludere, ma perché lo avrebbe fatto?»
«Come preliminare al proprio suicidio... al suicidio che lui intendeva far apparire come un delitto.»
«Nella speranza che Stephen Farraday finisse con la corda al collo? È un'idea... ma in tal caso avrebbe fatto in modo che tutto indicasse Farraday come il colpevole. Stando così le cose, non abbiamo alcun elemento positivo contro Farraday.»
«E il cianuro? Si è trovato come era confezionato?»
«Sì, è stato rinvenuto un pezzetto di carta bianca sotto la tavola, con tracce di cianuro cristallizzato. Niente impronte digitali. In un romanzo giallo si sarebbe trattato di una carta tutta particolare o piegata in modo singolarissimo. Vorrei tanto spiegare agli autori di romanzi gialli come si svolgono in realtà le cose: imparerebbero presto che molto spesso gli indizi mancano e che nessuno nota mai niente di particolare!»
Race sorrise.
«Un'affermazione forse eccessiva. Nessuno ha notato qualcosa di particolare ieri sera?»
«Ho in programma per oggi l'interrogatorio degli invitati. Ieri sera ho raccolto da ognuno una breve dichiarazione, poi sono andato in Elvaston Square con la signorina Marie e ho esaminato le carte di Barton. Oggi raccoglierò le deposizioni particolareggiate anche delle persone che erano sedute alle altre due tavole dell'alcova...» Sfogliò alcune carte. «Eccole qui. Gerald Tollingston, ufficiale dei granatieri, e Patricia Brice-Woodworth, due giovani fidanzati. Credo che avessero occhi soltanto l'uno per l'altra. Poi c'è il signor Pedro Morales, un individuo dall'aria un po' equivoca, che viene dal Messico; era in compagnia della signorina Christine Shannon, una biondina in cerca di fortuna. Lei non avrà certamente visto nulla. È una di quelle donne il cui cervello funziona soltanto quando si tratta di arraffare quattrini. Cominceremo con l'interrogare Giuseppe, il cameriere, che è già qui. Ora lo faccio chiamare.»