Anthony Browne era accigliato e aveva gli occhi fissi nel vuoto mentre pensava a Rosemary Barton.

Era stato proprio uno sciocco a impegolarsi con quella donna. E tuttavia c'erano delle scusanti! Senza dubbio era una creatura incantevole a vedersi. Quella sera all'albergo Dorchester, non aveva avuto occhi che per lei. Bella come una bambola... e forse non più intelligente!

Eppure Browne se n'era incapricciato. Si era dato d'attorno per trovare qualcuno che potesse presentarlo a quella donna. Cosa davvero imperdonabile, poiché avrebbe dovuto badare soltanto al lavoro. In fin dei conti non sprecava le sue giornate al Claridge per suo diletto. Ma Rosemary Barton era abbastanza affascinante per indurre un uomo a dimenticare il dovere almeno momentaneamente. Era facile ora darsi pugni in testa domandandosi perché era stato tanto sciocco.

Per fortuna non c'erano rimpianti. Non appena si erano scambiati poche parole, il fascino della donna si era attenuato. Le cose avevano ripreso le loro proporzioni normali. Quello non era amore... nemmeno infatuazione; soltanto pochi momenti piacevoli.

E lui li aveva goduti. E anche Rosemary. Lei ballava come un angelo e dovunque lui la portasse, gli uomini si voltavano a guardarla. Era un vero piacere portare in giro Rosemary, sempre che non ci si aspettasse da lei una grande conversazione. Browne si rallegrava di non averla sposata. Una volta sopito l'incanto di quel viso perfetto, di quel corpo statuario, come sarebbe finita? Non aveva nemmeno la capacità di ascoltare intelligentemente. Era il tipo di donna capace di pretendere una dichiarazione d'amore in piena regola ogni mattina al momento di sedersi a tavola per la prima colazione!

Era facile pensarla così, ora. Ma non era forse vero che lui, Browne, era caduto nella rete? Aveva passato giorni e giorni a telefonarle, l'aveva condotta a feste e a balli, l'aveva baciata in taxi. Era stato molto vicino a perdere la testa per lei, fino a un certo episodio sconcertante, incredibile.

Ricordava esattamente come l'aveva vista quel giorno, con una ciocca di capelli castani che le ricadevano su un orecchio, le ciglia abbassate e lo scintillio degli occhi azzurro cupo. E ancora la smorfia maliziosa di quelle labbra rosse e morbide.

«Anthony Browne. Bel nome!»

«Rispettabilissimo» aveva risposto il giovane con disinvoltura. «C'è stato un ciambellano di Enrico VIII chiamato Anthony Browne.»

«Un antenato?»

«Non lo giurerei.»

«Non ti conviene!»

Lui aveva alzato le sopracciglia:

«Appartengo al ramo coloniale della famiglia.»

«E non al ramo italiano, per caso?»

«Oh, alludi alla mia carnagione olivastra» aveva detto Browne ridendo. «Mia madre era spagnola.»

«Questo spiega tutto.»

«Spiega che cosa?»

«Molte cose, signor Anthony Browne.»

«Ti piace tanto il mio nome?»

«Te l'ho già detto: è un bel nome.» Poi all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno: «Molto più bello di Tony Morelli».

Per un attimo lui aveva stentato a credere alle sue orecchie! Era incredibile! Impossibile!

L'aveva afferrata per un braccio. Di fronte a quel gesto violento lei si era ritratta.

«Mi fai male!»

«Come hai scoperto quel nome?»

La sua voce era aspra, minacciosa. Rosemary rideva, ora, entusiasta dell'effetto prodotto. Che sciocca!

«Chi te l'ha detto?»

«Qualcuno che ti ha riconosciuto.»

«Ma chi? È una cosa seria, Rosemary. Devo saperlo.»

Lei gli aveva lanciato un'occhiata obliqua.

«Un mio cugino pecora nera, Victor Drake.»

«Non ho mai conosciuto nessuno che si chiamasse così.»

«Al tempo in cui l'hai conosciuto penso che non si servisse di quel nome. Forse voleva risparmiare dolori alla sua famiglia.»

Anthony aveva risposto lentamente:

«Capisco. Sarà stato... in carcere.»

«Già, stavo facendo una paternale a Victor, dicendogli che disonorava la famiglia; naturalmente lui non mi badava neppure, quando a un tratto mi ha guardata ridendo e mi ha detto: "Mi sembra che tu non sia sempre così schizzinosa, bella mia. L'altra sera ti ho vista ballare con un ex carcerato... credo che sia uno dei tuoi migliori amici, anzi. Si fa chiamare Anthony Browne, ma in galera era Tony Morelli".»

Anthony aveva mormorato con disinvoltura:

«Bisogna che rinnovi la conoscenza con quell'amico della mia gioventù. Noialtri avanzi di galera dobbiamo rimanere solidali.»

«Troppo tardi» aveva detto Rosemary scuotendo il capo. «È partito ieri per il Sud-America.»

«Capisco. Sicché sei la sola a conoscere il mio colpevole segreto?»

«Sì. E non lo dirò a nessuno.»

«Te lo consiglio.» La voce era aspra. «Senti, Rosemary, questa faccenda è pericolosa. Ti piacerebbe avere il viso sfigurato? Ci sono persone che non esitano un attimo di fronte a una faccenduola come quella di rovinare la bellezza di una donna. Capita anche di essere fatti fuori. E non succede soltanto nei libri e nei film, ma anche nella vita reale.»

«Mi stai minacciando, Anthony?»

«Ti avverto.»

Avrebbe accettato l'ammonimento? Si rendeva conto che lui parlava con la massima serietà? Che sciocca! Non c'era traccia di buon senso in quell'incantevole testolina. Non si poteva contare che lei tenesse la bocca chiusa. E tuttavia Anthony doveva sforzarsi di farle capire il proprio concetto.

«Devi dimenticare di aver mai sentito il nome di Tony Morelli, chiaro?»

«Ma a me non importa nulla, Anthony. Sono una donna di larghe vedute. È un'emozione per me scoprire un delinquente tra i miei amici. Non devi vergognarti.»

Che sublime idiota era quella donna! Lui la guardò gelido, domandandosi come aveva potuto credersi innamorato di lei. Non aveva mai potuto soffrire gli imbecilli... nemmeno quelli di sesso femminile e dotati d'un viso affascinante.

«Cerca di dimenticare il nome di Morelli» disse ancora. «Parlo sul serio. Non ripeterlo mai più.»

Ma doveva sgomberare. Era l'unica cosa da farsi. Non si poteva fidare di quella scervellata che avrebbe divulgato ogni cosa alla prima occasione.

Lei gli sorrideva, ma il suo sorriso ammaliante lo lasciava impassibile.

«Via, non fare quella faccia terribile. Mi accompagnerai al ballo degli Jarrows, la settimana prossima?» «Non ci sarò. Parto.»

«Non prima del mio pranzo di compleanno! Non puoi abbandonarmi così. Conto su di te. Non mi dire di no. Sono stata così male con quella tremenda influenza... e anche adesso mi sento molto debole. Non bisogna contrariarmi. Devi venire al mio pranzo.»

Browne avrebbe potuto resistere, avrebbe potuto mandare tutto al diavolo e allontanarsi.

Invece, attraverso una porta aperta, vide Iris che scendeva le scale. Iris con la sua figuretta diritta e snella, con quel volto pallido messo in risalto dai capelli scuri, con gli occhi grigi. Iris molto meno bella di Rosemary, ma dotata della personalità che Rosemary non avrebbe mai avuto.

In quel momento lui detestò se stesso per essere caduto vittima, anche in piccola misura, del facile fascino di Rosemary. Provò quel che provava Romeo rievocando Rosalina dopo aver veduto Giulietta.

Anthony Browne cambiò parere.

In un batter d'occhio s'impegnò a una linea d'azione totalmente diversa.

Giorno dei morti
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