CAPITOLO 21.
QUANDO, nel primo pomeriggio di domenica, Adam Fairley rientrò da Worksop, trovò Olivia da sola in biblioteca. Le andò incontro con un sorriso radioso, ancora sopraffatto dalle emozioni della notte prima.
Ma mentre Olivia sollevava il viso Adam trattenne il fiato per la paura. La donna era pallida e sembrava schiacciata da un enorme peso.
Adam le prese le mani e la trasse a sé senza parlare. La baciò sulle guance e la strinse in un caldo abbraccio. Olivia nascose il viso contro la sua spalla e Adam si accorse che stava tremando.
Dopo alcuni secondi la donna si staccò con delicatezza e lo guardò con i begli occhi color fiordaliso colmi di infelicità.
«Che c'è, Olivia?» le chiese dolcemente. «Sembri turbata e questo mi rattrista. É forse successo qualcosa di grave?» Non aveva ancora finito di parlare che Adam si rese conto di quanto fosse ridicola la sua domanda. Olivia era evidentemente turbata dalla piega presa dalla loro relazione e ciò lo terrorizzava.
Intanto Olivia lo guardava con gli occhi pieni di lacrime. «Penso di dovermene andare di qui, Adam. Immediatamente. Domani stesso.»
Adam sentì un tuffo al cuore mentre una morsa di paura gli stringeva la bocca dello stomaco. «Ma perché?» esclamò facendosi più vicino a lei e stringendole con maggiore forza la mano.
«Lo sai anche tu perché, Adam. Non posso restare dopo... dopo la notte scorsa. Sono in una posizione insostenibile.»
«Ma tu hai detto di amarmi», protestò lui.
Olivia sorrise debolmente. «E ti amo! Ti ho amato per anni interi.
E ti amerò sempre. Però non posso restare, Adam, sotto lo stesso tetto di mia sorella e avere una relazione di nascosto con te. Non posso assolutamente!»
«Olivia Olivia, non prendiamo decisioni affrettate. Se siamo discreti, forse...»
«Non è solo questo», lo interruppe Olivia precipitosamente.
«É che ciò che abbiamo fatto la notte scorsa è sbagliato. Abbiamo commesso un peccato... agli occhi di Dio», replicò in un sussurro.
Osservando l'espressione grave sul volto di lei Adam capì che Olivia parlava sul serio. Eppure non voleva che la voce della sua coscienza la allontanasse da lui. Non voleva che lo lasciasse. Non in quel momento né mai. Non dopo che finalmente si erano trovati dopo tutti quegli anni di solitudine e di infelicità per entrambi.
Con voce affannosa Adam replicò: «Capisco come ti senti Olivia, credimi, lo capisco. Sei una donna fondamentalmente buona e onesta. Ma noi non abbiamo fatto del male a nessuno, meno di tutti ad Adele. In coscienza non provo il minimo senso di colpa o di rimorso e neppure tu dovresti. Del resto sarebbe perfettamente inutile dal momento che non possiamo cancellare ciò che abbiamo fatto né possiamo nascondere a noi stessi il fatto di amarci. E io ti amo. Più di quanto abbia mai amato qualunque altra donna».
«Lo so», mormorò Olivia tristemente. «Eppure non possiamo pensare solo a noi stessi. Dobbiamo anteporre il dovere ad ogni cosa.»
Dagli occhi le sgorgarono infine le lacrime che aveva cercato di trattenere e sul suo volto si dipinse tutto l'amore che provava per lui. «So che non è da te comportarti in modo scorretto, Adam.»
«Quello che dici è vero, naturalmente. Eppure io non posso pensare di vivere il resto della mia vita senza di te, amore mio.»
Scosse il capo. «Non posso!» I suoi occhi luminosi la imploravano. «Ti prego, Olivia, resta con me almeno fino a luglio come avevi progettato e come mi hai promesso ieri notte. Da parte mia ti prometto che non cercherò di impormi, ti lascerò libera.»
Adam riprese le mani di Olivia tra le sue. «Giuro che non cercherò mai più di fare l'amore con te. Ti prego, Olivia, non abbandonarmi in questo mausoleo senza vita. Non lasciarmi solo in questa casa senza amore!»
Il cuore di Olivia traboccò di amore per lui. Lo amava tanto e la vita era stata così crudele con lui! Adam era un uomo sensibile, rinato, buono e pieno di vita. Mentre scrutava il bel volto teso di lui Olivia sentì vacillare la decisione di abbandonare immediatamente lo Yorkshire. «E va bene, resterò», disse infine con voce dolce. «Ma alle condizioni che hai appena detto.» Gli si fece più vicino sul divano e prese il suo volto angosciato fra le mani. «Non è che non ti desideri, amore mio, sai anche tu che e così», mormorò. «Ma non possiamo essere amanti in questa casa».
Adam si lasciò sfuggire un lungo sospiro di sollievo. «Signore, ti ringrazio», esclamò. Quel senso di gelo che lo aveva attanagliato gradualmente svanì mentre il sollievo lo rendeva quasi euforico.
«C'è solo una cosa», riprese dopo qualche secondo con estrema cautela. «Hai detto che non possiamo essere amanti in questa casa.
Ma se ti vedessi a Londra farebbe... potrebbe... fare una differenza? Forse laggiù potremmo essere liberi», concluse.
La delicata bocca di Olivia si incurvò in un sorriso. «Oh Adam, tesoro, sei impossibile,» replicò scuotendo la testa. Poi l'espressione dei suoi occhi si fece seria. «Non so come rispondere a questa domanda. Commetteremmo ancora peccato, non credi?» Arrossì e abbassò lo sguardo. «Proprio non so che cosa dirti. Devo rifletterci.»
«Ti prego, Olivia, non turbarti di nuovo», esclamò Adam consapevole della sua confusione. «Non parleremo più di questo aspetto del nostro rapporto. Almeno finché non sarai tu a volerlo.
Ma posso chiederti un favore, comunque?»
«Certamente, Adam», ribatté pronta Olivia.
«Quando sarò in città vuoi venire a cena con me? Accompagnarmi a teatro e in altri posti? Accetterai di frequentarmi, non è vero?» le chiese con una punta di disperazione nella voce.
«Sai bene che lo farò, Adam. Abbiamo sempre passato delle belle ore insieme a Londra. Perché le cose dovrebbero cambiare adesso?»
Quella risposta lo rassicurò. «Bene. Quand'è così non parliamone più.» Si alzò e andò a mettere un ciocco nel fuoco scacciando da sé il ricordo della passione travolgente della notte prima.
«Edwin ti è sembrato contento di essere tornato a scuola?» gli chiese Olivia.
Adam, che si stava accendendo una sigaretta, aspirò profondamente e rispose: «Sì, molto contento. Povero Edwin, deve essersi sentito piuttosto frustrato dalle premure opprimenti di Adele in tutti questi mesi». Sospirò. «Lo vizia davvero troppo.»
Appoggiò un gomito alla mensola del camino, quindi proseguì a voce più bassa: «Mi auguro che tu ti renda conto che Adele e io non ci frequentiamo come marito e moglie da oltre dieci anni».
«Sì, l'avevo sospettato», ribatté Olivia. Gli andò vicino e gli passò teneramente la mano sul viso e sui capelli. «Andrà tutto bene, Adam. Ne sono certa. Ma basta con i discorsi seri.
Lascia che ti versi uno sherry.»
Adam la guardò attraversare con passo elegante la biblioteca e, come folgorato, si rese conto che senza di lei la sua vita sarebbe piombata di nuovo nel baratro. Olivia era la sua vita!
In quell'istante decise di non separarsi mai più da lei, finché avesse avuto vita.