«Avanti, Jeeves!», già pubblicato in questa collezione, ha felicemente affermato in Italia il nome di P. G. Wodehouse, umorista delizioso, che sa trarre dai fatti quotidiani e comuni i più impensati e divertenti effetti. Il suo umorismo, che più che dal Dickens e dal Thackeray, i quali hanno un fondo piuttosto amarognolo, con un sorriso in pelle in pelle, deriva dal Jerome, senza le complicazioni a cui questi si abbandona, ed è d’una squisita semplicità, come si può vedere in questo amenissimo romanzo, ove un allevamento di polli in mano d’uno speculatore originale conduce non solo a degli incontri sentimentali e a degl’idilli di una grande finezza, ma a situazioni d’una comicità traboccante. Non c’è narrazione che si possa raccomandare al pubblico semplicemente per la forza delle vicende che vi si svolgono, per quanto ingegnose, sottili e sorprendenti. Un lavoro d’arte è specialmente illuminato, se arte c’è e degna di rispetto, dall’anima dei personaggi, in quanto son riflessi o immagini della realtà vissuta. Ebbene, il Wodehouse in questo è veramente maestro: le sue creature son tutte vitali e plasmate nell’esperienza viva, e non ci sarà nessuno che, dopo aver letto l’«Amore tra i polli» ed aver seguito le varie fila della trama con sempre crescente interesse, non rimarrà affezionato o dimenticherà mai quel dilettosissimo carattere di Ukridge, che sembra uscito, non dalla fantasia d’uno scrittore, ma pari pari dal fondo della nostra realtà di ieri e di oggi.

A questo «Amore tra i polli» seguono altri volumi — scelti tra i migliori del fecondo autore inglese — quali Ukridge e Benissimo, Jeeves!, dove si ritrovano gli allegri personaggi ormai familiari al grande pubblico. Il diritto di traduzione è stato regolarmente acquistato presso gli editori inglesi.