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Il viaggio per il COMPRO & VENDO fu ancora più snervante del solito. Frank faticò a caricare sulla navetta il trolley di tela scozzese e il motorino per bambini, trascinandoli in fondo senza cavare un occhio a qualcuno con il suo bolide o rovesciandoglielo addosso. Si sentì come il mulo di Ciuccio Scalcia.

La tizia del banco dei pegni non era interessata alla spilla rubata, e solo quando lui le dimostrò che le luci delle ruote si accendevano andando su e giù per il negozio, gli offrì cinque sterline per la motocicletta.

«Tutto qui?» domandò la donna.

Frank allungò una mano nel trolley, cominciando a tirare fuori la collezione di pellicole in sedici millimetri. Gli si spezzò di nuovo il cuore. Quando si era inerpicato sullo sgabello, ficcando la testa nel solaio, aveva ripensato a Morgan Freeman in Le ali della libertà, che apriva il coltellino a serramanico, pareva riflettere se impiccarsi o no e poi incideva il proprio nome accompagnato dalla frase «sono stato qui» su una trave di legno del soffitto. Chi avrebbe mai saputo che Frank era stato lì? Non aveva nemmeno un coltellino a serramanico.

Aveva afferrato un pesante scatolone, spostandolo lentamente verso di sé e togliendo i contenitori dei film un po’ alla volta. Salendo e scendendo dallo sgabello, li aveva appoggiati nel corridoio. Alla fine si era seduto sul tappeto, fissandoli. Alcuni erano squadrati, piatti, di cartone; altri tondi, di latta color argento. Esisteva anche solo la minima possibilità di riuscire a vederli? Non disponeva neppure di un proiettore.

Impilò i contenitori sul bancone. La tizia si voltò, armeggiando con la tastiera del computer. «Se un cliente fosse disposto a comprarli, con che cosa li guarderebbe?» chiese.

«Con un proiettore a sedici millimetri.»

«Ce l’hai?»

Frank si diede una rapida occhiata in giro, sicuro che ne avessero almeno uno in vendita. Zero assoluto: solo cataste di lettori dvd e cinque diverse console di videogiochi attrezzate per la visione dei film. «No, io no», fu costretto a rispondere.

«Hmmm», mugugnò la donna, fissando lo schermo del computer.

«Sono pezzi da collezione», precisò Frank. E poi, ricordandosi le parole della tizia a proposito dei dvd: «Vintage!»

La donna si girò, iniziando ad aprire una delle scatole rotonde di latta.

«Attenta!» esclamò lui. E dopo, leggermente più calmo: «C’è pericolo che si srotolino».

«Volevo solo controllare che non fossero vuote e che dentro ci fosse sul serio un film», commentò la tizia, dopo avere aperto e richiuso la confezione color argento.

«Ho portato una bolletta del gas.» Frank le mostrò la tessera del pullman e una bolletta arretrata con una dicitura rossa sulla busta.

«Tra non molto ti sospenderanno la fornitura. È per questo che stai sgombrando casa?»

Lui rispose di sì, vergognandosi della verità e di tutto ciò che comportava.

Un pomeriggio, durante una partita a battaglia navale nella sala comune di Greyflick House, Puzzola John gli aveva indicato gli ospiti probabilmente colpiti da demenza senile, descrivendogliene i sintomi. Frank si era sentito in colpa a ridacchiare di una malattia che gli aveva strappato via la moglie: non l’avrebbe mai fatto con Sheila, magari ribattezzandola Non Ricorda Che Cosa Sia Una Tazza e Crede Che Il Marito Voglia Avvelenarla. Comunque, si era unito all’amico nell’affibbiare ai presenti nomignoli da nativi americani. Cammina Storto, Vede Cose Che Non Esistono, Se Ne Frega Dell’Igiene Personale, Si Lamenta Sempre, Va A Zonzo Di Notte, Si Distrae Facilmente, Sbaglia I Nomi Dei Personaggi Famosi... Secondo Puzzola c’era anche un poveretto che aveva perso qualsiasi inibizione e si divertiva a spogliarsi in pubblico, convinto che le giovani parenti degli altri ospiti, le operatrici sanitarie e le infermiere di passaggio lo trovassero attraente. Frank era affetto dalla stessa forma di demenza? Si credeva un playboy?

Lui uscì dal banco dei pegni con il trolley vuoto e settantacinque sterline in saccoccia, più una spilla rubata. Andò da Puzzola John, improvvisò una battuta senza senso sul trolley di Schrödinger e, mentre l’amico era in bagno, gli fregò metà della sua erba.