La fine del viaggio

La gravità… attrae! Questo vi era ovvio già prima di cominciare a leggere, e lo sarà ancor più ora che siete arrivati qui. Al contempo, però, spero che ormai concordiate con me che la gravità è attraente, il che è decisamente meno ovvio.

Questo libro è stato scritto con la volontà di mostrarvi quanto attraente sia la gravità e come essa sia legata in maniera indissolubile a quanto sappiamo del mondo che ci circonda e degli angoli più remoti dell’universo, che sono comunque governati dalle sue leggi.

Quello compiuto insieme è stato un viaggio virtuale nel mondo della gravità così come ci è stata svelata da Einstein più di cento anni fa. Posso ben immaginare che per alcuni di voi sia stato estenuante, perché vi avrà costretto a uno sforzo non comune di immaginazione, esponendovi inoltre a concetti che riconosco non semplici da accettare, almeno la prima volta che li si incontra. È successo lo stesso anche a me, quando a vent’anni mi sono messo da solo a studiare questa teoria. D’altro canto, non si può negare che vi avessi avvertiti di portare nel vostro bagaglio un’abbondante dose di immaginazione e una buona scorta di pazienza.

In questo viaggio abbiamo cercato risposte a una serie di domande semplici ma non banali, che desidero richiamare qui.

Perché una mela cade dall’albero anziché galleggiare nello spazio? Cos’è lo spaziotempo? In cosa consiste la sua curvatura, e come si produce? Si può curvare il tempo? Come funziona un buco nero e come possiamo «costruirne» uno? Com’è possibile fotografarlo, se non emette luce? Cosa sono le onde gravitazionali e perché sono difficili da misurare?

Forse queste domande vi sembreranno ancora assurde e senza risposta. O forse no, forse ora le trovate ragionevoli e persino interessanti. Forse, infine, sapete che a ciascuna di esse corrisponde una risposta tutto sommato comprensibile. Se questo fosse il caso, saprei che lo sforzo fatto nello scrivere questo libro – e il vostro, nel leggerlo! – non è stato vano.

Il nostro viaggio insieme finisce qui, almeno per il momento. Spero che, una volta chiuso, questo libro lasci comunque dietro di sé una traccia del messaggio più importante che ha cercato di trasmettere: non esitate a usare la vostra curiosità e porvi delle domande, anche quelle che possono apparire più bizzarre. Lasciate che la vostra intuizione vi faccia da guida, ma non da padrona. Come ho dimostrato con innumerevoli esempi, la nostra idea del «funzionamento» del mondo è inevitabilmente legata all’esperienza che ne abbiamo, necessariamente limitata. Quello che sperimentiamo nel corso della nostra vita sulla Terra non è che una goccia nell’oceano del fisicamente possibile. Infine, e più di ogni altra cosa, non mettete limiti alla vostra immaginazione. Prima della matematica avanzata, delle complesse simulazioni e dei sofisticati esperimenti – tutti comunque indispensabili – viene l’agilità delle nostre menti e i loro viaggi di immaginazione. Sono loro che, più di ogni altra cosa, ci consentono di estendere i limiti della conoscenza.

Francoforte, 25 settembre 2020