- [←862]
-
La questione di coloro che hanno optato per l’Italia in seguito al Trattato di pace del 1947 è stata risolta nel 1965. La Jugoslavia si impegnò a corrispondere all’Italia 122 milioni di dollari, mentre l’Italia a risarcire gli optanti. La modalità del pagamento è stata stabilita con un accordo: l’Italia aveva un debito di 120 milioni di dollari nei confronti della Jugoslavia per i danni di guerra. I rimanenti due milioni sono stati pagati dalla Jugoslavia in contanti. Per quanto riguarda gli abitanti della zona B (Buie e Capodistria) che hanno optato per l’Italia dopo il 1954, la Jugoslavia, in base al Trattato di Roma del 1983, si è impegnata a versare loro 110 milioni di dollari in dieci rate con un periodo di moratoria di cinque anni. Sono state pagate solamente due rate (circa 17 milioni di dollari). A partire dal 1992, quando è stata riconosciuta dall’Italia come Stato successore del Trattato di Roma, la Slovenia ha deciso di onorare la sua parte del debito (cioè il 62 per cento, ovvero 57.707.679 dollari). In seguito al rifiuto del governo italiano di indicare il conto su cui versare la suddetta somma, essa decise di aprire un conto particolare presso la Dresdner Bank del Lussemburgo. Alla Croazia rimane un debito di 35 milioni di dollari (dal quale va tolta la sua quota dei 17 milioni versati dall’ex Jugoslavia). È problematica invece la questione delle 5.236 persone che hanno ottenuto svincolo dalla cittadinanza jugoslava e i cui beni sono stati nazionalizzati prima del 1947. Tra esse almeno tremila erano proprietari di beni e hanno diritto alla restituzione. E questo il pomo della discordia tra l’Italia e la Croazia. «La Voce del Popolo», 8.4.2004. Secondo Damir Kajin, il vicepresidente della Dieta di Zagabria nel 2005, per quanto riguarda i beni abbandonati, restavano da risolvere realisticamente 500-800 casi, «La Voce del Popolo», 9.2.2005. Cfr. anche «Il Piccolo», 19.11.2001; Šušmelj, Trpko sosedstvo cit., pp. 122-24.