RINGRAZIAMENTI

Cominciamo dall’inizio: ringrazio i miei genitori di avermi messa al mondo e di non avermi mai tarpato le ali. Oggi non sarei qui se non avessero avuto fiducia in me, dandomi la libertà di esplorare e di compiere il lavoro che ritenevo necessario, anche se significava sacrificare il tempo che potevo passare con loro. Gracias, Mama, por siempre apoyarme, por traerme comida quando estoy trabajando, y por tener paciencia conmigo en todo lo que hago. Grazie, papà, per essere sempre stato il mio fan numero uno e avere trascritto sul nostro vecchio computer scassato le storie che ti dettavo a sei anni, quando decisi che sarei diventata una scrittrice. Il vostro sostegno è tutto per me, ed è una rassicurazione sapere che anche quando dubito delle mie capacità e temo di non essere all’altezza, voi continuate a credere in me. Gracias a mi Abuelita Lucila, Tía Stella, Tío Ellery, primas Ilana y Samantha, Tía Nora, Tío Hugo, Tío Henry, y toda mi familia en Colombia por su amor y apoyo constante. Nada me hace más feliz que hacerlos orgullosos.

Grazie alla mia primissima mentore, Kathryn Mora, per avermi ascoltata quando a tredici anni dichiarai che volevo scrivere. Grazie di avermi presa sul serio e di non avermi mai detto che ero troppo giovane: le nostre conversazioni via email sulla scrittura, la letteratura e l’editoria mi hanno insegnato moltissimo. Essere la tua “amica di penna” è stata un’esperienza straordinaria, e senza di te non avrei mai incontrato la mia fantastica agente, Katharine!

E a proposito, grazie alla mia strepitosa agente letteraria, Katharine Sands (per qualche motivo la mia vita pullula di Kathryn e Katharine), per avere intuito il mio potenziale quand’ero una tredicenne acerba sperduta a New York ma decisa a pubblicare. Dal giorno in cui ho trovato il numero della tua agenzia, ti ho mandato i miei testi campione e ti ho convinta al telefono a concedermi un appuntamento, sei stata la mia più accanita cheerleader, la mia paladina, e la persona che più ha creduto in Alza la voce anche quando io mi lasciavo prendere dal panico e dallo sconforto. Grazie di essere stata un’agente super fin dai blocchi di partenza: non ce l’avrei mai fatta senza di te!

Grazie a Brian Klems per essere stato il primo a pubblicarmi. È stato un onore scrivere per «Writers Digest» a tredici anni. Ti sono grata di avere giudicato il mio lavoro con la stessa serietà prestata a quello degli adulti. E ringrazio tutti i giornalisti con cui ho lavorato da allora, a partire dalle redazioni del «New York Times» e del «Guardian». Grazie di aver pubblicato le mie lettere aperte e di avermi offerto un podio da cui parlare al mondo.

Ringrazio l’adorabile squadra di Hachette e le mie editor, Miriam e Mollie, per avere creduto nel portato rivoluzionario di questo libro e avermi aiutata a tramutarlo in un capolavoro. Grazie a tutta la squadra di marketing e di promozione: senza di voi le informazioni contenute in queste pagine non sarebbero mai arrivate a chi potrà metterle a frutto. La fiducia dimostrata da tutti a Hachette e la vostra fede in Alza la voce sono state vitali per la sua realizzazione.

Un grazie specialissimo alla mia famiglia di attivisti: ai miei mentori adulti a Zero Hour, Kimberly Benson, Mary Heglar, Shravya Jain, Sebi Medina Tayac, Jair Carrasco, Laura Sanders, Mrinalini Chakraborty, e naturalmente alla manager delle mie future campagne politiche, Natalie Mebane, per avermi insegnato i segreti dell’organizzazione e della militanza che con questo libro ho avuto il privilegio di trasmettere alla nuova generazione di attivisti. E un riconoscimento particolare a Natalie: il tuo indefettibile sostegno è stato vitale per me e per Zero Hour. Senza le nostre ore al telefono, le tue bombe di saggezza scagliate a destra e a manca e il tuo aiuto a superare le situazioni più difficili non sarei mai riuscita a sopravvivere a questi ultimi anni. La nostra squadra per la campagna presidenziale sarà inarrestabile.

Grazie al team originario di Zero Hour, Nadia Nazar, Madelaine Tew e Zanagee Artis, per essersi buttati con me quando per la prima volta ho lanciato l’idea folle di costruire dal niente un movimento di giovani per il clima. Siete la ragione di tutti i successi di Zero Hour, ed è un onore lottare per la giustizia climatica al vostro fianco.

Grazie all’intera squadra di Zero Hour (sarebbe impossibile citarvi tutti per nome, ma credetemi quando vi dico che vi amo da morire), per la vostra dedizione al movimento, i vostri sacrifici, il vostro duro lavoro, il vostro talento e il vostro amore e sostegno inesauribili. Costruire un movimento con voi è stata la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia, e solo vivere l’inferno e il paradiso al vostro fianco mi ha permesso di acquisire le conoscenze necessarie a scrivere questo libro.

Grazie a Tokata Iron Eyes, Jasilyn Charger, Alethea Phillips, Nina Rosa e a tutti gli altri straordinari ragazzi indigeni per il vostro impegno di protettori della Madre Terra. Grazie di essere sempre stati presenti nei momenti più duri della lotta. Siete i miei eroi, e questo libro (come tutto il mio viaggio di attivista) non sarebbe mai stato possibile se non mi aveste indicato la strada e offerto un esempio da seguire.

Grazie a Sue Lenander, Helaina Piper, Michael Foster, Bogdana Manole e a tutti gli organizzatori di Seattle che mi hanno accolta nel mondo dell’attivismo quando ero una confusa studentella di liceo, assolutamente ignara del guaio in cui mi stavo cacciando. E un grazie di cuore alla squadra di Our Children’s Trust, che mi ha offerto il privilegio di vivere concretamente lo spirito di Alza la voce aiutandomi a intentare causa al governo del mio Stato. Sarò eternamente grata ad Andrea Rodgers e a tutta la squadra legale di Our Children’s Trust per l’opportunità di mettere il potere davanti alle sue responsabilità.

E naturalmente grazie a tutti i miei insegnanti, che si sono dimostrati così disponibili e pazienti nel corso di un processo progressivamente più impegnativo. Ringrazio il corpo docenti della Scuola Montessori di West Seattle, che dall’asilo alle elementari mi ha offerto un ambiente aperto di creatività e apprendimento in cui ho avuto la libertà di esplorare e di essere me stessa. Grazie ai miei insegnanti alla scuola media Westside, e soprattutto a Susannah Muench, creatrice di corsi, attività e lezioni meravigliosamente anticonvenzionali, che hanno affinato la mia creatività e il mio pensiero critico, trasmettendomi il coraggio di sfidare il mondo. Le tue conoscenze inesauribili su George Orwell e il ripetersi della storia mi hanno dato una capacità di contestare l’autorità che nemmeno quattro anni di liceo cattolico sono riusciti a erodere. Scherzo! Cara scuola cattolica, in realtà sei stata molto meglio di quanto avrei creduto possibile! Perciò ringrazio davvero la Holy Names Academy e tutti i miei insegnanti del liceo, che hanno sopportato la presenza in classe di una piccola attivista scatenata, i miei orari assurdi e la valanga di assenze per gli impegni di militanza. Grazie alla responsabile della frequenza scolastica, suor Linda Riggers, per avere sostenuto senza esitazioni il mio lavoro in favore della giustizia climatica e avermi dato la possibilità di svolgerlo, saltando letteralmente mesi di scuola. Grazie anche alla signora Little, alla signora Dawson e al resto della direzione per tutta la pazienza e l’aiuto quando mi affannavo tra lo studio e la lotta per cambiare il mondo. Grazie a tutto il corpo docenti e al personale di Holy Names per non avere mai cercato di frenarmi.

E naturalmente grazie ai miei eccentrici amici alla Holy Names Academy, in particolare Kendall e Olivia, che riescono sempre a farmi ridere e sono state al mio fianco in tutti gli alti e bassi degli anni di liceo. Essere una lesbica ebrea in una scuola cattolica femminile è un’esperienza piuttosto insolita. Ed è buffo che proprio la Holy Names Academy sia stata il luogo del mio coming out, in cui ho trovato la mia famiglia queer elettiva e la libertà di essere a mio agio nella mia pelle. A voi tutti studenti queer della HNA (voi sapete chi intendo): non credo che sarei riuscita a sopravvivere come attivista (e lesbica dichiarata) senza il vostro aiuto costante, i nostri eterni botta-e-risposta sarcastici e le nostre battute private, talmente oscure da sembrare una lingua straniera fuori dalla nostra cerchia.

Infine grazie a tutti gli organizzatori e attivisti, giovani e vecchi, incontrati nel corso del mio viaggio. Ciascuno di voi ha contribuito ai consigli e agli insegnamenti di questo libro. Devo alle vostre storie, alla vostra determinazione, al vostro entusiasmo e alle vostre idee l’energia e la speranza per proseguire in questo lavoro anche quando la strada è dura.

E a tutti coloro che incontrerò durante la promozione di questo libro, che avranno influenza su di me condividendo le proprie esperienze e offrendomi nuova ispirazione, un grazie speciale in anticipo.