Jules Maigret
«A Maigret ho dato un’altra regola: non bisognerebbe mai togliere all’essere umano la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti.»
(Intervista di Giulio Nascimbeni a Georges Simenon, 18 maggio 198522)
Il commissario Maigret, creato dalla fantasia di Georges Simenon, è un personaggio letterario, protagonista di settantacinque romanzi e ventotto racconti di genere poliziesco rappresentati in numerose produzioni cinematografiche, radiofoniche e televisive.
L’autore lo descrive come un uomo dalla corporatura massiccia, ereditata dalla sua origine contadina, largo di spalle, dall’aspetto distinto, ma dall’indole burbera; amante della buona cucina, bevitore d’abitudine e accanito fumatore di pipa.
Il suo metodo investigativo consiste nell’immergersi nelle atmosfere dei luoghi in cui i delitti sono stati commessi e, lasciandosi guidare dal proprio istinto, nell’immedesimarsi e cercare di comprendere la personalità e l’umanità dei diversi personaggi di un caso criminale, sino al punto, talora, di arrivare a giustificare il loro comportamento e a cambiare la sorte a cui sarebbero andati incontro.
In tal senso, con le inchieste di Maigret, Simenon ha imposto sin dagli anni trenta del novecento una svolta importantissima nel modello di romanzo poliziesco europeo, poiché con il suo commissario abbandona lo schema del giallo classico»all’inglese» imperniato su delitti perfetti, investigatori infallibili, ambientazioni mondane e altolocate, e introduce invece personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell’attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali.
Le opere dedicate a questo personaggio hanno contribuito in maniera decisiva al successo internazionale di Simenon, apprezzato dalla critica letteraria anche per i suoi numerosi romanzi dove non compare Maigret come protagonista.
Maigret è certo un investigatore diverso dai suoi colleghi della letteratura anglosassone, ma nxhe Maigret, quando serve usa la violenza:
Per tutta risposta l’altro sparò in aria. Allora il commissario si decise. Il pozzo era profondo tre metri: con un balzo fulmineo Maigret piombò letteralmente sulla schiena dell’assicuratore, schiacciando sotto il suo peso anche una gamba di Else.23
Ma maigret non è neanche un uomo rispettosissimo della legge, a lui interessa la giustizia. Cosi non manca di commettere azioni che potrebbero farlo finire in galera:
Maigret accennò un sorriso beato. [e disse]
«Ancora?... E va bene! Forse è meglio che le dica subito che quel baule sono stato io a portarlo via dall’albergo...».
«Vuoto?».
«Neanche per sogno! Con dentro il cadavere!».
«E così sostiene che il delitto...?».
«È stato commesso all’Hôtel Moderne, nella camera di Grafopulos. Ed è questo il lato più seccante della storia... Non ha un fiammifero?...».24
E in seguito nella stessa indagine.
Poiché accorreva gente dagli uffici vicini, Delvigne sbarrò loro il passo mormorando senza convinzione:
«Non è niente... È l’assassino che si è ucciso... Ha confessato...».
E uscì chiudendo a chiave la porta, mentre Maigret si accarezzava i capelli contropelo con l’aria più soddisfatta del mondo.25
(continua)
Ispettore Lucas
Appare sin da Pietro il Lettone, primo romanzo con protagonista il commissario. Sempre pronto ai pedinamenti e agli ordini impartiti dal capo, è uno dei più fedeli collaboratori di Maigret. Tenta goffamente di imitare lo stile del commissario e come lui fuma la pipa. Uno dei rari riferimenti al suo aspetto fisico si ha in Maigret si sbaglia (1953), nel quale si fa cenno al fatto che Lucas ha le gambe piuttosto corte. In alcuni romanzi, come in Il mistero del crocevia e Il viaggiatore di terza classe e nei racconti Peine de mort e La Fenêtre ouverte (entrambi del 1936), l’ispettore viene presentato col grado di brigadiere. In Maigret e l’affittacamere, Maigret lo descrive come il suo»braccio destro», e certamente gli è affezionato, al punto che, nello stesso romanzo, si dice che»Maigret lo chiama spesso»figliolo», benché non vi fossero che dieci o dodici anni fra i due», ma quando è arrabbiato arriva anche a considerarlo un imbecille (in Maigret e la chiromante). Nel racconto Mademoiselle Berthe et son amant (L’amico della signorina Berthe) si accenna al fatto che Lucas sia stato ucciso in servizio poco prima del ritiro in pensione di Maigret, anche se in quasi tutti i romanzi scritti successivamente, Simenon torna a riproporre Lucas come uno dei collaboratori più stretti del commissario.
Ispettore Janvier
Albert Janvier è l’ispettore più anziano della squadra di Maigret: preciso, attento e preparato, conosce a tal punto il modo di agire del commissario che spesso lo anticipa nelle indagini. Il commissario Maigret lo designa come suo erede al comando della squadra omicidi. Non a caso infatti, in Maigret e l’uomo solitario viene detto che è l’unico ispettore a cui Maigret dà regolarmente del tu. In Maigret e l’affittacamere Janvier viene gravemente ferito durante un appostamento.
Ispettore Torrence
L’ispettore Joseph Torrence è un uomo molto robusto alla maniera di Maigret. Viene ucciso nel primo romanzo dedicato a Maigret, Pietr-le-Letton, ma riappare nei romanzi e nei racconti successivi, anche in senso temporale. Descritto quasi sempre come ispettore di poche parole e di sostanza, anche se in Maigret e l’uomo solitario viene definito come»il più ciarliero della Polizia Giudiziaria», quando fiuta una pista»la segue con l’ostinazione di un cane da caccia».
Quello era proprio il modo di fare di Torrence che, quando trovava una pista, la seguiva con l’ostinazione di un cane da caccia.26
Maigret non ha con lui la stessa familiarità che dimostra ad altri:
[Maigret disse]
«Occupati anzitutto di questa telefonata. Lei, Torrence.»
Non gli dava del tu, benché lo conoscesse da molto tempo prima che Lapointe. È vero che quest’ultimo aveva più l’aria di un giovane studente che di un ispettore di polizia.27
Ispettore Lapointe
Simenon in moltissime occasioni usa l’appellativo il giovane (o il piccolo) nei confronti dell’ispettore Lapointe. Egli è infatti l’ultimo acquisto della Brigata speciale coordinata dal commissario Maigret. Considerata la sua minima anzianità lavorativa gli toccano i compiti più rognosi, che gli ispettori più anziani non vogliono fare. Nonostante ciò, negli anni di collaborazione con Maigret, si rivela un ottimo ispettore, preciso e devoto nei confronti di Maigret, è il più veloce a stenografare e trascrivere i rapporti[5]. Appare per la prima volta nel romanzo L’amica della signora Maigret e prenderà parte a trentasette inchieste condotte da Maigret. Simenon, che non ha mai amato i nomi di battesimo per i suoi personaggi principali, darà un nome a Lapointe, Albert, e solo per il romanzo Maigret al night-club.
Ispettore Lognon
L’ispettore Lognon non fa parte della squadra di Maigret, è un commissario di quartiere, ma appare in modo costante nei romanzi dedicati al commissario. Il suo è il ruolo del lamentoso, è infatti famoso nell’ambiente della polizia parigina come il Lagnoso. In alcuni romanzi si fa riferimento agli appellativi con cui viene soprannominato nell’ambiente della polizia: il malgracieux (scortese) per il suo carattere un po’ scostante, o anche malchanceux (sfortunato)[7], per la sua aria dimessa e la fama di perdente (non riesce fra l’altro a far carriera in polizia). È sposato con una donna di nome Solange (Maigret e il fantasma) costantemente afflitta da malanni e acciacchi, che scarica sul marito le sue frustrazioni e incolpa Maigret del fatto che il marito non abbia fatto carriera in polizia. Maigret è personalmente legato a Lognon, ma non ne condivide i metodi di indagine e il suo atteggiamento di autocompatimento. L’ispettore Lognon è co-protagonista in ben due romanzi, Maigret, Lognon e i gangster, Maigret e la giovane morta e un racconto, Maigret et l’inspecteur malgracieux. Nel romanzo Maigret e il fantasma, il Lagnoso viene gravemente ferito da un’arma da fuoco e il commissario Maigret indaga sulle circostanze che hanno portato al ferimento di Lognon.
L’ispettore Lognon ha un brutto carattere:
[Maigret parla a Lognon]-All’altro capo del filo, l’ispettore restava in silenzio, probabilmente con gli occhi fissi davanti a sé ed i denti serrati.28
Anche in famiglia non è certo apprezzato:
Quello che la signora Lognon aveva detto del marito non era del tutto sbagliato. A forza di voler far bene, quell’imbecille si cacciava immancabilmente nei guai. Era convinto che tutti si accanissero contro di lui, vittima innocente di una congiura ordita per impedirgli di salire di grado e occupare finalmente, nella Squadra speciale del Quai des Orfèvres, il posto che meritava.29
(continua)
Il nipote Lauer
Nel romanzo Maigret e anche nel racconto Mademoiselle Berthe et son amant (L’amico della signorina Berthe) compare un nipote di Maigret, Philippe Lauer, per l’esattezza figlio di una sorella della signora Maigret. Anch’egli poliziotto, ha iniziato a lavorare al Quai des Orfevres proprio con la squadra del più famoso zio, il quale però, in entrambe le vicende, è ormai in pensione. Tuttavia, nonostante grande impegno e ostinazione, Lauer dimostra di non essere all’altezza del suo celebre zio, tanto che, dopo la disavventura nella quale si trova invischiato nel romanzo Maigret, decide di rinunciare alla carriera in polizia giudiziaria e di tornare in Alsazia. Soltanto nel racconto Jeumont, 51 minuti di fermata compare un altro nipote di Maigret, Paul Vinchon, detto Popaul, ispettore alla frontiera belga, a Jeumont. Non è chiaro se, nelle intenzioni di Simenon, la figura del nipote Paul Vinchon sia la stessa che successivamente diventerà il Philippe Lauer sopra citato.
Altri ispettori
Saltuariamente, solo in alcune inchieste, compaiono altri ispettori che fanno parte della squadra di Maigret: Lourtie, Jerome, Bonfils, Dufour, Neveu, Vacher, Jussieu, Baron, personaggi ai quali però Simenon, di volta in volta, dedica solo pochi cenni. Nelle inchieste che coinvolgono personaggi provenienti o originari della Costa Azzurra, Maigret si avvale talvolta della collaborazione del commissario Bastiani, della polizia di Nizza. In alcuni romanzi, come Maigret e il fantasma, compare anche Mr.Pyke, un ispettore inglese di Scotland Yard, al quale Maigret chiede collaborazione o informazioni riguardanti personaggi inglesi coinvolti nelle sue inchieste. In La rivoltella di Maigret il commissario, dovendo concludere la sua inchiesta a Londra si trova a collaborare direttamente con Mr.Pyke. Un altro personaggio che più volte compare nelle inchieste è Joseph, l’usciere del Quai des Orfèvres, spesso indicato come»il vecchio Joseph», dato che da moltissimi anni presta il suo servizio negli uffici della polizia parigina.
Amadieu, il successore
Nel già citato romanzo Maigret, che vede protagonista il commissario Maigret ormai in pensione, costretto a condurre una indagine in forma privata per togliere dai guai il nipote poliziotto, si trova che è il commissario Amadieu ad aver preso il posto di Maigret al Quai des Orfevres dopo il suo pensionamento. Dai metodi e dal carattere molto diversi dal suo predecessore, e fondalmente poco apprezzato da Maigret:
Amadieu, durante l’interrogatorio, segnava un punto per ogni risposta negativa. Eh, già! Qualcuno si era permesso di sconvolgere le sue abitudini e pretendeva di insegnargli il mestiere! Ma lui si sarebbe attenuto alle regole fino in fondo, perché era un uomo di sani princìpi, lui! E gliel’avrebbe fatta vedere, prima o poi!30
Giudice Coméliau
Il giudice Ernest Comélieu è da sempre a capo della Procura. In pratica è il capo del commissario Maigret, il vero antagonista del nostro. Il rapporto è comunque improntato sul reciproco rispetto, nonostante le differenti vedute su indagini e procedure giudiziarie. In Maigret e l’uomo solitario, ambientato nel 1965, si fa cenno al fatto che a quell’epoca il giudice era già morto, mentre doveva essere sicuramente già in servizio nel 1946.
«Lettera a un giudice»31 è indirizza a un giudice Ernest Comelieau:
Dottor Ernest Comélìau,
Giudice istruttore,
23 bis, rue de Seine Parigi (VIe)
Dottor Paul
Il dottor Paul è il medico legale del Quai des Orfévres. Famosi sono i suoi rapporti asciutti, come i suoi modi di interagire coi colleghi. Il dottor Paul è un personaggio realmente esistito: anatomopatologo della polizia parigina negli anni cinquanta, buontempone e amico di Simenon. Il dottor Paul continuerà ad eseguire autopsie fino all’età di settantasei anni, quando morirà. Nella finzione, verrà sostituito da diversi altri dottori: il dottor Tudelle in Maigret e gli aristocratici, il dottor Collinet in Maigret e il libanese, il dottor Bourdet inMaigret e l’informatore.
Dottor Mœrs
Il dottor Moers è il capo della sezione scientifica della polizia giudiziaria. Lavora, con la sua sezione, nei sottotetti del Quais des Orfévres. Da molti colleghi è considerato la vera memoria storica della polizia parigina ed è una presenza costante al palazzo di giustizia dove le sue ricerche scientifiche si sono rilevate spesso determinanti nella risoluzione dei casi.
La signora Maigret
La moglie di Maigret è una donna originaria dell’Alsazia, fedele al marito, è al suo fianco nei momenti in cui Maigret riesce, tra un’indagine e l’altra, a ritirarsi nel suo appartamento di Boulevard Richard-Lenoir. Anche quando questo capita nel cuore della notte, Maigret non fa mai in tempo ad aprire la porta di casa, che trova la moglie ad aspettarlo sulla soglia, accogliente e comprensiva. È un’ottima cuoca, sempre pronta a cucinare qualche buon piatto non appena il marito riesce a liberarsi dal suo impegno di lavoro. Nella finzione il personaggio si chiama Louise Léonard, nativa di Colmar, anche se nel racconto breve L’amoureux de Madame Maigret, viene chiamata Henriette, il nome della madre di Simenon. Tuttavia quasi sempre viene chiamata signora Maigret anche dal commissario stesso. In Les Mémoires de Maigret si scopre che ha sposato il commissario nel 1912, mentre in Maigret et l’homme du banc si viene a conoscenza del fatto che la coppia ha avuto una figlia, morta dopo pochi giorni di vita. In L’amie de Madame Maigret si sostituisce al marito nel ruolo dell’investigatore, ma anche in altre occasioni si presta per il marito in piccole commissioni che lo aiutano nelle sue indagini. In Maigret e il capellone imprudente si accenna al fatto che, poiché il commissario non guida l’auto, la signora Maigret si sia decisa, sebbene ormai non più giovane, a prendere la patente di guida principalmente per potersi talvolta recare con il marito nella loro casa di campagna, a Meung-sur-Loire in Alsazia; casa che la coppia frequenta solo nelle giornate libere, fino a che il commissario è in servizio, e nella quale si trasferiranno definitivamente (nel romanzo Maigret) quando il commissario andrà in pensione.
La»signora Maigret» appare come una donna semplice e compressa allo astesso tempo. Sicuramante più semplice del marito di cui è però anche confidente ed aiutante ad un tempo;
«Vicino allo zerbino...» ripeté Maigret. «Prendi carta e matita...».
Lei obbedì senza capire ed umettò la punta della matita.
«Scrivi... Prima il padrone dell’albergo, che e venuto intorno alle nove a sentire come stavo... Poi il dottore, un po’ prima delle dieci... Metti i nomi in colonna... A mezzogiorno è passato il procuratore, e il commissario è entrato proprio quando l’altro se ne stava andando...».
«C’è ancora Leduc!» arrischiò la signora Maigret.
«Giusto! Aggiungi Leduc! È tutto? Più, naturalmente, un qualsiasi cameriere dell’albergo od un viaggiatore che può aver lasciato cadere il biglietto in corridoio».32
La moglie è anche abitudinaria e se ne rende conto:
Fosse in viaggio o no, coricata presto o tardi, ciò che non le avveniva quasi mai, la signora Maigret aveva la mania di alzarsi a ore impossibili. Già il giorno prima l’ex commissario l’aveva rimproverata avendola trovata alle sette del mattino pronta, senza sapere che cosa fare.
«Non posso abituarmi a restare a letto» gli aveva risposto. «Mi sembra di aver da sbrigare le solite faccende...»33
«Chi è questa gente?...» fece la signora Maigret, che pur essendo la moglie di un commissario della Polizia giudiziaria aveva tuttavia conservato il suo candore di autentica ragazza di campagna.34
Ma la professione del marito la coinvolge, e quando si coivolge Maigret non ritrova le sue vecchie care (e comode abitudini):
[Maigret] Prese un autobus al volo, e quando arrivò davanti alla porta di casa si stupì di non sentire i soliti rumori in cucina né odore di cibo. Entrò, passò per la sala da pranzo dove la tavola non era ancora apparecchiata, e alla fine trovò la signora Maigret che, in sottoveste, si stava togliendo le calze.
La situazione era così insolita che non disse neanche una parola, e lei, vedendo i suoi occhi sgranati, scoppiò a ridere.
«Seccato, Maigret?».35
Ma è sempre premurosa e spesso materna con lui:
La signora Maigret, che aveva ascoltato la telefonata, sospirò rassegnata mentre il commissario prendeva il cappello. Ormai ci aveva fatto l’abitudine.
«Pensi di rientrare, stanotte? Portati almeno una sciarpa».36
La signora Maigret, che sgranava i piselli nell’ombra calda, dove l’azzurro del suo grembiule e il verde dei baccelli creavano chiazze sontuose, la signora Maigret, che non stava mai con le mani in mano, fosse pure alle due del pomeriggio della giornata più calda di un agosto già torrido, la signora Maigret, che sorvegliava il marito come si fa con un neonato, sbottò:
«Scommetto che stai già per alzarti...».37
I coniugi Pardon
I coniugi Pardon sono i soli amici dei coniugi Maigret, di cui i lettori sono a conoscenza. Una volta al mese le due coppie si incontrano per delle cenette a base di manicaretti cucinati dalle due donne. Con il dottor Pardon, suo coetaneo e forse l’unico amico personale, il commissario Maigret sente di avere una tacita intesa, un’affinità dettata non solo dal fatto che prima di entrare in polizia egli aveva iniziato gli studi di medicina, ma soprattutto per il fatto che avverte una vicinanza fra le loro due professioni, nel modo spesso intuitivo con cui devono approcciarsi alle loro indagini, che siano mediche o giudiziarie, nel fatto che spesso entrambi si trovano di fronte a verità umane drammatiche, e che a volte sono costretti a decidere del destino di un uomo. Il legame e le affinità tra i due sono delineati in Une confidence de Maigret.