Glossario
Acetum, liquido simile all’aceto, utilizzato per pulire e disinfettare le ferite.
Agmen quadratum, formazione dell’esercito romano con in testa e in coda due legioni consolari, ai lati due ali della cavalleria e al centro i bagagli di tutte le quattro unità.
Ahriman, spirito oscuro zoroastriano e antitesi di Ahura Mazda. Ahriman simboleggia tutto ciò che è malvagio, noto nello zoroastrismo come “la menzogna”.
Ahura Mazda, signore della luce e della saggezza, Ahura Mazda è la divinità suprema dello zoroastrismo e rappresenta tutto ciò che è buono, noto come “la verità”.
Ala (pl. alae), unità di cavalleria romana di dimensioni variabili tra le poche centinaia e il migliaio di elementi.
Ambulatum, “manovra” di addestramento in cui i legionari partecipavano a finte missioni, marciando in tenuta completa a passo militare o veloce. Spesso le coorti venivano messe l’una contro l’altra, incaricate di aggirare il fianco o tendere un’imboscata ai commilitoni nel tentativo di testare e rafforzare la resistenza e la prontezza di ciascuna unità in vista della reale battaglia.
Angone, un giavellotto dotato di barbigli preferito dalle tribù barbare a est del Reno.
Annona militaris, la paga del legionario, corrisposta in parte in moneta e in parte in natura.
Aquilifer, portatore di stendardo in una legione romana, e portatore dell’aquila legionaria.
Auxilium Palatinum (pl. auxilia palatina), questi reggimenti scelti di fanteria del tardo Impero Romano prestavano servizio come guardie principali dell’imperatore nel suo esercito presenziale. Le legioni degli auxilia palatina si sarebbero distinte per il loro aspetto, dal momento che molte esibivano un simbolo decorativo unico sull’armatura che rimandava alle loro origini; ad esempio i Cornuti indossavano corni (o più probabilmente piume) sui lati dell’elmo, proprio come facevano le tribù barbare dalle quali erano stato reclutati.
Balista (pl. balistae), arma da lancio romana, impiegata soprattutto sul campo di battaglia come arma antiuomo.
Ballistarius (pl. ballistarii), fante romano munito di armi da lancio, la cui arma primaria è una versione ridotta, a mano, della balista, nota come manuballista – un precursore della moderna balestra.
Belon, speciale bandiera inastata in cima all’ippodromo di Costantinopoli ogni volta che l’imperatore voleva radunare lì la popolazione perché udisse novità importanti.
Beneficiarius, ufficiale di marina con incarichi amministrativi.
Buccina, antenato della tromba e del trombone, questo strumento era utilizzato per le chiamate della guardia notturna e per vari altri scopi negli accampamenti militari.
Campidoctor (pl. campidoctores), ufficiale legionario incaricato dell’addestramento dei soldati.
Candidatus (pl. candidati), i candidati erano le guardie del corpo personali e personalmente selezionate dell’imperatore romano, per certi versi successori della vecchia guardia pretoriana.
Castrum (pl. castra), fortezza o campo fortificato.
Cataphractus (pl. cataphracti), “catafratto”, cavalleria pesante dell’Impero Persiano-sassanide. I cavalieri indossavano alti elmi con pennacchio e armature a scaglie, così come i cavalli protetti da testiere e corazze sempre a scaglie. Si ritiene che alcuni indossassero su gambe e braccia cotte di maglia. Potevano caricare con le lance incatenate alla corazza della cavalcatura (per dare slancio e stabilità in quest’epoca precedente all’introduzione delle staffe) o, come arcieri a cavallo, impegnare il nemico da lontano. Nel IV secolo, Roma inserì molti di questi cavalieri nei ranghi dell’esercito imperiale.
Chi-rho, una delle prime forme di cristogramma, utilizzata nell’Impero Romano cristianizzato. Si forma sovrapponendo le prime due lettere del termine greco per Cristo, chi = ch e rho = r, in modo da creare il seguente monogramma:
Classis Alexandrina, flotta militare istituita da Augusto per sorvegliare il Mediterraneo sudorientale.
Clibanarius (pl. Clibanarii), cavalleria d’assalto ultrapesante dell’esercito sassanide. Cavallo e cavaliere erano rivestiti di ferro e le parti vitali avevano una doppia protezione con una corazza a piastre (alla lettera clibanarius significa “forno metallico”). Indossavano inoltre caratteristiche maschere, schinieri e manopole di ferro. Per via del peso delle loro armature e del calore interno potevano combattere per breve tempo, ma sul campo di battaglia potevano spesso avere un ruolo decisivo, dilaniando i ranghi nemici. La loro arma principale era la lancia incatenata.
Clibanus, un piccolo forno di argilla utilizzato dai legionari per cuocere il pane.
Comes, comandante di un’armata di legioni comitatenses.
Comes domesticorum, capo della guardia “domestica” dell’imperatore.
Comitatensis (pl. comitatenses), gli eserciti campali romani. Una riserva mobile centrale, composta da legioni di migliaia di unità, pronta a spostarsi rapidamente per contrastare irruzioni alle frontiere. Queste legioni erano considerate il fior fiore del tardo esercito romano, seconde solo alle legioni palatine dell’esercito presenziale.
Contubernium (pl. contubernia), raggruppamento di otto legionari all’interno di una centuria (dieci contubernia per centuria). Questi soldati condividevano la tenda e ricevevano sanzioni disciplinari o ricompense tutti insieme, come unità.
Cornu (pl. cornua), un corno a forma di ‘G’ usato nei giochi imperiali e nelle cerimonie.
Cotile, unità romana di misura di capacità, più o meno equivalente a 0,25 litri.
Cubiculum, camera da letto.
Culina, cucina.
Cursus publicus, servizio imperiale di posta che utilizzava strade finanziate dallo Stato, stazioni di transito, stalle e fantini appositi. I fantini avevano il compito di consegnare messaggi in tutto l’impero.
Decurione, capo di una torma (turma) di cavalleria romana.
Diocesi, divisione amministrativa e geografica del tardo Impero Romano. Ogni diocesi era suddivisa in una serie di province.
Dirham, moneta d’argento dell’Impero Persiano. Molto dopo che la moneta romana era stata considerevolmente svalutata, il dirham era ancora in argento puro, segno delle sorti mutevoli delle due potenze.
Dominus, rispettoso termine onorifico che indicava sovranità.
Draco, stendardo legionario che divenne popolare al tempo della nostra storia. Era formato da una testa di drago in bronzo che emetteva un lamento quando la attraversava il vento, e un drappo svolazzante che formava la coda, agitandosi al vento come se fosse vivo.
Drafsh, vessilli militari dell’esercito persiano sassanide. Sotto ciascun emblema marciavano o cavalcavano unità di cento uomini, definite anch’esse drafsh. Paragonabile allo stendardo dell’aquila romana, il drafsh era sormontato dal faravahar alato e aveva una vivace bandiera che pendeva dall’asta, recante l’immagine di una creatura feroce. Il drafsh kavian era lo stendardo reale sassanide con l’immagine di una stella d’oro su sfondo purpureo. Esso veniva trasportato davanti alle armate persiane quando marciava in guerra lo shahanshah in persona.
Dromedarius (pl. dromedarii), veloci e audaci esploratori romani armati alla leggera e a dorso di cammello, utilizzati principalmente in regioni desertiche come Siria ed Egitto. Questi cavalieri erano di norma reclutati tra la popolazione locale di quelle aree.
Eques (pl. equites), cavalleria leggera romana, utilizzata per ricognizioni e per coprire i fianchi delle colonne di legionari in marcia.
Eques sagittarius (pl. equites sagittarii), arcieri romani a cavallo, solitamente ben protetti da cotte di maglia.
Esareme, galea colossale e un po’ appariscente, anche se non molto maneggevole, dotata di sei file di remi.
Esercito presenziale, letteralmente “esercito alla presenza dell’imperatore”. Alla fine del IV secolo d.C., gli imperi orientale e occidentale possedevano un esercito simile, composto da corpi di legioni di fanteria degli auxilia palatina e da brigate di cavalleria delle scholae palatinae nonché da molte altre unità speciali. Si pensa che sia l’esercito presenziale occidentale che quello orientale contassero oltre trentamila uomini.
Explorator (pl. exploratores), abile e veloce scout a cavallo, con compiti di avanscoperta per gli eserciti in marcia e ricognizione in territorio nemico, per assicurarsi che il percorso fosse libero.
Fabrica (pl. fabricae), officina di una legione romana situata all’interno del forte o del campo. Nella fabrica lavoravano abili artigiani e tecnici, quali ingegneri, falegnami, scalpellini, carrai, fabbri e pittori che utilizzavano attrezzature come fucine o cisterne di acqua per produrre armi ed equipaggiamenti per i legionari.
Falcata, lama ricurva utilizzata per colpire gli scudi nemici in modo che la punta trafiggesse il cranio dell’avversario.
Faravahar, l’angelo protettore alato è il simbolo dello zoroastrismo, da molti considerato la più antica religione monoteistica. Nella Persia sassanide, questo simbolo era strettamente legato al trono e al potere dello shahanshah.
Focale, sciarpa che si avvolgeva attorno al collo per prevenire la frizione dell’armatura sulla pelle.
Foederati, termine generico indicante le varie tribù “barbare” sovvenzionate con fondi imperiali per combattere per l’Impero Romano.
Follis (pl. folles), grande moneta di bronzo introdotta intorno al 294 d.C. con la riforma monetaria dell’imperatore Diocleziano.
Francisca (pl. franciscae), ascia da lancio franca, di norma lanciata rasoterra, capace di spezzare ossa e disarticolare le formazioni legionarie.
Funditor (pl. funditores), frombolieri romani privi di armatura, impegnati nelle schermaglie iniziali prima di una battaglia.
Garum, salsa di interiora di pesce salato che i Romani aggiungevano come condimento a molti primi e secondi piatti.
Gatha, inni sacri dello zoroastrismo. Si riteneva che diciassette di questi fossero stati composti da Zoroastro in persona.
Gund, divisione di mille guerrieri persiani.
Harpax, grappino lanciato dalla catapulta di una nave introdotto già in età tardo repubblicana. Consentiva alle galee imperiali di agganciare veloci navi nemiche e accostarle per l’abbordaggio.
Horreum (pl. horrea), granaio e magazzino per altre derrate alimentari quali vino e olio d’oliva.
Howdah, portantina legata al dorso di un elefante.
Imperator, titolo dell’imperatore romano.
Impluvium, vasca quadrangolare nell’atrio delle case romane in cui veniva raccolta l’acqua piovana.
Insulae, blocchi di caseggiati, spesso architettonicamente instabili, presenti negli agglomerati urbani dell’impero.
Intercisa, elmo di ferro costituito da due metà unite da una caratteristica cresta a pinna e ampi paraguance per una protezione ottimale del volto.
Interpres, interprete.
Iudex, i Goti del IV secolo non avevano dei veri e propri re. Al loro posto ogni tribù – capeggiata da un reiks – eleggeva un “giudice” o iudex, che li guidava in un periodo di migrazione o di conflitto.
Jashan di Shahrevar, festa zoroastriana del ferro, che celebrava minerali e metalli il quarto giorno del sesto mese (21 agosto del calendario gregoriano).
Kathisma, tribuna che si affacciava su un’arena, di norma riservata alla famiglia reale o ad alti dignitari.
Labarum, tipo di stendardo legionario che esibiva un chi rho cristiano in cima.
Lancea, corto giavellotto, successore del pilum del Principato, ma con una gittata molto inferiore a quella della plumbata. I legionari del tardo impero ne portavano due.
Lancearii, legione di soldati d’élite aggregati alle truppe personali dell’imperatore.
Latrunculi, gioco da tavolo romano. Conosciuto come “il gioco dei briganti”, somigliava vagamente alla moderna dama, e si ritiene servisse a insegnare le tattiche e le manovre militari.
Libra, unità romana di misurazione equivalente grossomodo all’odierna libbra (circa 450 grammi).
Liburna, galea piccola e veloce dotata di una sola fila di remi.
Lilia, fossi riempiti con paletti appuntiti e conficcati nella terra, fuori dalle fortificazioni romane. Spesso nascosti o coperti da fogliame, questi fossi erano il tormento di ogni esercito attaccante.
Limes (pl. limites), la frontiera romana, costellata di forti, strade militari, strozzature e mura. Questi confini erano presidiati da legioni di limitanei.
Limes arabicus, la frontiera orientale di Roma, confinante con Armenia, Persia e Deserto Siriano. Questo limes incorporava la Strata Diocletiana e correva in direzione nord-sud dalla Siria fino in Arabia.
Limitaneus (pl. limitanei), i limitanei erano soldati di frontiera, una fanteria leggera di soldati astati che prestavano servizio nelle legioni dislocate lungo i confini dell’impero.
Lusoria (pl. lusoriae), nave da trasporto a chiglia piatta, usata in acque calme o conosciute per il movimento di truppe e provviste.
Magister equitum, “comandante della cavalleria” romano.
Magister militum, “comandante dell’esercito” romano.
Magister officiorum, l’uomo a capo degli affari imperiali in assenza dell’imperatore.
Magister peditum, “comandante della fanteria” romano.
Mahout, uomo che cavalca un elefante seduto a cavalcioni sul collo dell’animale e che lo guida con una serie di comandi vocali e un bastone dalla punta di ferro.
Medi, la dinastia media un tempo governava tutta la Persia, ma alla fine del IV secolo d.C. il suo territorio non era che una satrapia dell’Impero Sassanide. Tuttavia, essa continuò a fornire all’esercito sassanide un’ala di abili e ben equipaggiati soldati astati di fanteria.
Mitra, divinità pagana particolarmente amata nelle legioni, forse perché si credeva che Mitra fosse nato con una spada in mano. Alla fine del IV secolo il cristianesimo si era ormai imposto nei maggiori centri dell’impero e solo in aree remote come i limites si trovavano ancora degli adoratori di Mitra. Si ritiene che questo culto sia derivato da quello dell’omonimo dio persiano della luce e della sapienza. Inoltre, sebbene Mitra venga descritto spesso come “Deus Sol Invictus Mithras” non deve essere confuso con il Sol Invictus (dio del culto imperiale ufficiale stabilito dall’imperatore Aureliano), il cui giorno di nascita era celebrato il 25 dicembre.
Natalis Invicti, giorno di nascita di Sol Invictus, il “Sole invitto” – che si riteneva cadesse il 25 dicembre.
Officium, personale impiegatizio di un condottiero romano. Questi archivisti di dati risiedevano e lavoravano all’interno o nelle vicinanze del campo e dei principia del forte.
Optio, vicecomandante di una centuria, scelto personalmente dal centurione.
Paighan, soldati contadini considerati la feccia dell’esercito persiano. Venivano usati principalmente per gonfiare i ranghi sul campo di battaglia o per creare un muro di lance attorno al quale i savaran potevano respingere il nemico. Non venivano dotati di alcuna armatura e combattevano solo con scudi di giunco e lance. Si pensa anche che quando andavano in guerra con l’esercito alcuni paighan venissero addirittura incatenati.
Pallium, telo di forma rettangolare indossato sopra la tunica e avvolto intorno al corpo.
Phalera (pl. phalerae), “falera”, disco d’oro, d’argento o di bronzo inciso, una sorta di medaglia al valore, indossata sulla corazza dai soldati romani durante le parate.
Plumbata (pl. plumbatae), dardo appesantito con il piombo, di circa mezzo metro di lunghezza, usato dai legionari. Ogni soldato ne aveva in dotazione tre agganciate dietro lo scudo. Veniva lanciata contro il nemico, passando il braccio sopra o sotto la spalla, prima dei combattimenti con spada o lancia. Richiedeva una certa abilità per essere lanciata con precisione, ma aveva la tremenda gittata di quasi trenta metri.
Posca, bevanda dissetante a base di acqua e aceto di mele.
Praetorium, alloggio del comandante di un esercito o di una legione.
Primus pilus, “primipilo”, primo centurione di una legione. Così chiamato perché la sua centuria era schierata nella prima fila (pilus) della prima coorte (primus).
Principia, situati al centro del forte o dell’accampamento da marcia romano, i principia fungevano da quartier generale. In un forte permanente, si presentavano come un quadrato con tre ali che racchiudevano la piazza d’armi. Le ali ospitavano gli stendardi della legione, i forzieri, i luoghi di culto nonché vari uffici amministrativi.
Propontis, “Propontide”, odierno mar di Marmara.
Pushtigban, l’élite dei cavalieri savaran veniva selezionata per costituire la guardia del corpo personale dello shahanshah persiano e dei suoi spahbad. Questi uomini erano corazzati come i clibanarii e indossavano caratteristici elmi alati.
Quadriburgium (pl. quadriburgia), robusti e quadrati forti romani che si diffusero verso la fine del IV secolo. Caratterizzati da torri angolari aggettanti, queste strutture sottolineavano l’atteggiamento sempre più difensivo dell’impero in quest’epoca.
Quinquereme, enorme galea con cinque file di remi.
Reiks, nella società gotica un reiks era un leader tribale o capo militare. Quando le tribù gotiche si univano per combattere come un popolo compatto, un “concilio” di reiks eleggeva un singolo uomo che avrebbe fatto da iudex, comandante di tutta l’alleanza.
Sacellum, piccola stanza in fondo ai principia in un forte legionario, che custodiva gli stendardi delle legioni e i forzieri con le paghe dei soldati (nascosti in un vano sotterraneo).
Sacrum Consistorium il “Sacro Consiglio” dell’imperatore romano, o la sua cerchia interna di consiglieri.
Sagittarius (pl. sagittarii), arciere semplice romano. Solitamente dotato di elmo bronzeo con la protezione per il naso, cotta di maglia, arco composito e faretra.
Savaran, questa potente cavalleria era il cuore pulsante dell’esercito persiano sassanide. Si ritiene che fosse costituita da quattro divisioni di più di diecimila cavalieri. Ogni divisione era comandata da uno spahbad. La forza dei savaran stava nella varietà dei suoi cavalieri, tra cui esploratori veloci e leggeri, agili e abili arcieri, potenti lancieri catafratti e la quasi invincibile cavalleria d’assalto dei clibanarii.
Schola Palatina (pl. Scholae Palatinae), reggimenti di cavalleria d’élite del tardo Impero Romano. In genere questi cavalieri scelti prestavano servizio nell’esercito presenziale dell’imperatore.
Semispatha, una versione della spatha legionaria di dimensioni dimezzate.
Shahanshah, tradotto alla lettera “re dei re”. Era il titolo degli imperatori persiani, che indicava il loro dominio su tutta la Persia, comprese le varie satrapie e gli stati clienti.
Shamshir, spada diritta persiana lunga fino a un metro, non dissimile dalla spatha romana.
Sica, un pugnale piegato o ricurvo – una versione più piccola della falcata – utilizzato per pugnalare vicino alla corazza o agli scudi.
Signifer, portatore d’insegna di una centuria romana.
Solidus (pl. solidi), preziosa moneta d’oro del tardo Impero Romano.
Spatha, spada diritta romana lunga fino a un metro, arma preferita da fanteria e cavalleria.
Speculator (pl. speculatores), oscura polizia segreta impiegata dalla repubblica fino all’impero. Si occupava soprattutto degli affari e delle minacce interne, trasmettendo messaggi in codice, compiendo azioni di spionaggio e assassinii a comando.
Strata Diocletiana, la frontiera orientale romana era delimitata da una grande strada che correva per il deserto da nord a sud attraverso la Siria, realizzata al tempo dell’imperatore Diocleziano. La via segnava la fine dell’impero e l’inizio della pericolosa terra di nessuno costituita dal Deserto Siriano. Essa era costellata di quadriburgia posti alla distanza di una trentina di chilometri l’uno dall’altro. Su questa strada si trovava anche l’importante centro carovaniero di Palmira che, però, alla fine del IV secolo era ormai un pallido ricordo di sé stessa e fungeva principalmente da quartier generale delle legioni orientali di comitatenses.
Tablinum, stanza delle abitazioni romane che separava l’atrio e i giardini del peristilio. Spesso questo spazio veniva usato per condurre discussioni d’affari.
Terme, bagni romani che comprendevano uno spogliatoio (apodyterium), un ambiente freddo (frigidarium), uno tiepido (tepidarium) e uno caldo (calidarium).
Terra Mater, dea romana della Terra (letteralmente “Madre Terra”).
Tesserarius, ogni centuria aveva un tesserarius, che rispondeva all’optio e la cui principale responsabilità consisteva nell’organizzare le guardie notturne e custodire le parole d’ordine.
Testuggine, formazione di fanteria con gli scudi spiegati sui quattro lati e sopra le teste, fornendo in tal modo una protezione dalle armi da getto in ogni direzione.
Tribunus (pl. tribuni), “tribuno”, alto ufficiale di una legione. Alla fine del IV secolo un tribuno era di solito a capo di una o più legioni di limitanei o comitatenses.
Turma (pl. turmae), “torma”, la più piccola unità di cavalleria romana, costituita da trenta elementi.
Valetudinarium, struttura ospedaliera di un accampamento o forte romano.
Vexillatio (pl. vexillationes), distaccamento di legione, sorta di reparto speciale temporaneo.
Via Egnatia, “Via Egnazia”, strada di grande comunicazione, costruita nel II secolo a.C., che attraversando tutta la Tracia collegava Dyrrachium sul mare Adriatico con Costantinopoli.
Via Militaris, strada di quasi mille chilometri costruita nel I secolo d.C. che da Costantinopoli attraversava le Diocesi di Tracia e Dacia, arrivando in Pannonia presso la città fortezza di Singidunum. Chiamata così perché era l’arteria principale battuta dalle legioni per marciare attraverso la penisola balcanica.
Vicus, agglomerati urbani simili a bassifondi che sorgevano addossati a città, paesi, forti e accampamenti legionari subito dopo la costruzione di questi ultimi. Erano composti da baracche, locande, bordelli e mercati, ben contenti di offrire a cittadini e soldati divertimenti licenziosi alleggerendo in cambio le loro tasche.