Carbonio 14

Prova di storia della lingua II

La veste linguistica rappresenta un importante strumento per la datazione di un testo. Anche in assenza di una specifica competenza filologica, è possibile riconoscere nella lingua di un brano l’atmosfera di un particolare periodo storico, se non proprio di un secolo o di un decennio. Questo perché la lingua cambia incessantemente nel tempo, seguendo i mutamenti della società, del gusto, dell’economia, del costume.

Non solo grafie, forme, costrutti; anche determinate parole, espressioni o figure retoriche possono aiutare un parlante attento ai fatti di lingua a capire se un testo è più o meno antico (cioè, per certi versi, più o meno distante dall’italiano che oggi parliamo e scriviamo).

Certo, torneranno comode un po’ di reminescenze scolastiche: la passione dell’umanesimo per il latino e i latinismi o del barocco per le metafore ad effetto, ad esempio; o il gusto boccacciano per la sintassi ciceroniana; o ancora la modernità dello stile con frasi brevi e spezzate. Ma ora basta con gli aiutini – tanto per usare una parola databile alla fine del secolo scorso –: qui si parrà la vostra nobilitate (e questo era…?).

PROVA

Provate a riportare nella giusta sequenza cronologica i dieci brani che seguono.

 

1. «E volendo lor fare alcuna dimostrazione, perché assai erano, io, che mi trovavo infiammato, messi mano a un piccol coltello che io avevo, dicendo cosí: “chi di voi esca della sua bottega, l’altro corra per il confessoro, perché il medico non ci arà che fare”. Furno le parole a loro di tanto spavento, che nessuno si mosse».

2. «Qua domina la grippe, è un affar serio, ma per fortuna punto pericoloso quando non è strapazzata. Non vi è famiglia nella quale non vi siano la maggior parte degli individui ammalati; in alcune, si è dovuto ricorrere all’assistenza di estranei per esser tutti, padroni, e servitù in letto».

3. «Sapi, Iachomo, che noi semo in grande dispesa e in grande facenda, a chagione de la guerra che noi avemo chon Fiorenza. E sapi che a noi pur chonviene avere de’ denari per dispendare e per fare la guera; onde noi vedemo che noi potemo avere denari da neuna parte che sia meglio per noi».

4. «Nomade. Con lo spirito battagliero e stanco di tutti i nomadi, egli era. Incapace di sosta. Cinico per vincere il bisogno di amare qualche cosa; sentimentale per la mancanza della potenza di affetto. Indifferente per poter passare al di là di un cadavere disteso lungo il cammino, senza sostare».

5. «Già per tutto aveva il sol recato con la sua luce il nuovo giorno e gli uccelli su per li verdi rami cantando piacevoli versi ne davano agli orecchi testimonianza, quando parimente tutte le donne e i tre giovani levatisi ne’ giardini se ne entrarono».

6. «In allegato troverai il primo draft del Gantt delle attività relative al “Crisis Management”. / Le date di scadenza sono state individuate (in rosso) solo per le attività più urgenti su cui il gdl si era impegnato nel corso del meeting di kickoff».

7. «“Falite dereto colo palo Carvoncelle” / “Albertel Gosmari traite” / “Fili dele pute traite”».

8. «Le balze del monte erano sì canute, che parevano cariche di latte rappreso, ed il verno divenuto anch’egli academico imbiancatore le aveva tutte quante ingessate e sparse di biacca. Que’ pochi alberi, che non erano del tutto sepolti sotto la neve, si vedevano sì pur bianchi, che ciascuno avrebbe detto essersi spogliati in camicia».

9. «La biondissima testa, cum explicata et soluta capillatura sopra el gratioso collo effusi, di tortuli et renidenti crinuli copiosa appareva, vedendose non altramente che subtilissimi fili d’oro inconstantemente rutilanti».

10. «Sollevate il popolo, se volete ch’esso proclami la libertà. I tiranni hanno sempre promesso di sollevarlo, ed esso n’è stato sempre deluso. Non vi è legge la più violenta che non si annunci da loro col proemio di qualche utile pubblico».