1
L’inizio del nostro viaggio
All’interno della Bolla Locale, nel bel mezzo della Cintura di Gould, sul bordo più interno del Braccio di Orione. Qui inizia la nostra storia.
È una vicenda piuttosto originale e lo è per vari motivi: prima di tutto, il nostro protagonista non possiede una dimensione, non ha una forma e nemmeno una massa. Non ha neanche un padre e una madre, visto che è stato generato da un’esplosione. Il calore che si sprigiona per dargli vita è talmente elevato che deborda dalla sua stella e viene proiettato nello spazio siderale alla velocità massima consentita in questo universo. La maggior parte dei suoi simili si perde nello spazio infinito: alcuni vengono assorbiti da qualche asteroide o pianeta, mentre altri continuano a vagare senza meta, in un viaggio eterno privo di senso.
La sua vicenda, fortunatamente, è diversa: dopo aver percorso 149 milioni di chilometri, riesce a rallentare drasticamente la sua velocità e viene accolto da creature e organismi che sono in grado di trasformarlo e di donargli un sapore dolcissimo – quello dello zucchero.
Da qui in poi, la sua strada non è più lineare, ma assume un andamento circolare e si ramifica in trame talmente complesse da risultare difficili da seguire e capire. Nascosto in questa forma, riesce a far volare le aquile nel cielo, permette ai pesci di sondare le profondità del mare, riesce ad animare una massa brulicante di vita che comprende anche l’andirivieni ansioso di tutti noi: gli esseri umani.
Il nostro protagonista è un raggio di sole, ed è partito per raggiungere la Terra 502 secondi fa.
Prima di accompagnarlo nel suo viaggio terrestre, vale la pena di spendere qualche parola sul luogo nel quale la sua trasformazione è possibile: il pianeta Terra. Rispetto al Sole, esso si trova in terza posizione dopo Mercurio e Venere, ed è avvolto da una membrana sottilissima composta da una miscela di gas. Sono queste le condizioni che permettono alla maggior parte dell’acqua, abbondante sul pianeta, di mantenersi allo stato liquido. Ed è proprio qui, nella massa liquida ricca di sali minerali, che tre miliardi di anni fa si è accesa la prima scintilla dell’avventura che andrò a narrarvi.
All’epoca l’atmosfera era decisamente diversa da quella attuale, perfino il colore del cielo non era azzurro come siamo abituati a vederlo, ma assomigliava a una cappa rossa e lugubre, sotto la quale le trame degli organismi iniziavano a srotolarsi: cellule primigenie trasformate in batteri, che si predavano vicendevolmente in mancanza di altre risorse.
A rompere questa noia sempre uguale a se stessa, a smuovere le acque e spaiare le carte in tavola, ci pensò proprio un raggio di sole – non il nostro, ma un suo antenato. Un raggio arcaico, la cui onda elettromagnetica viene catturata, all’improvviso, da un batterio, unico tra milioni, che per la prima volta riesce a convertire la sua energia in zucchero e a nutrirsene.
Questo batterio – che gli umani hanno chiamato “cianobatterio” – non ha bisogno di cacciare i suoi simili, perché è capace di crescere e proliferare solo grazie all’aria e alla luce. E così il circolo vizioso di predazioni tra batteri si spezza di colpo, liberando talmente tanta energia da rivoluzionare per sempre la vita sulla Terra. Le forme animate diventano via via sempre più complesse e si intrecciano indissolubilmente le une alle altre. L’aquila che sfida i cieli, lo squalo che scende nelle profondità abissali, l’andirivieni inquieto degli umani nel mondo sono la parte visibile di un iceberg profondo milioni di anni, la cui punta si trova proprio qui, oggi, 502 secondi fa, quando il nostro raggio si è staccato dal Sole per illuminare la Terra.
Quello che vede è un incessante brulichio di vita, che coinvolge ben 8,5 milioni di specie viventi. Alcune sono composte da pochissimi elementi (come, per esempio, l’insetto stecco dell’isola di Lord Howe, che vive su un piccolo scoglio nel mar di Tasman e conta una popolazione complessiva di 30 esemplari); altre invece sono talmente numerose da sfuggire a ogni stima numerica. È il caso delle formiche, che vivono dappertutto e sono tantissime: basta guardare un tronco d’albero per cogliere il loro andirivieni perso in qualche oscura attività. Oppure la gramigna, che ricopre i prati di tutto il mondo. Chi saprebbe dire quanti sono i fili d’erba che compone? E poi ci sono le api, i coleotteri e gli steli del grano, e altre (tantissime!) specie composte da miliardi di miliardi di individui. Da quel piccolo cianobatterio, la vita è esplosa fino a invadere letteralmente la Terra, trovando riparo al di sotto di una pellicola chiamata “biosfera”.
È questo il luogo dove si consuma l’avventura terrestre del nostro raggio di sole, perché è proprio qui che viene accolto per incominciare il lungo viaggio che lo aspetta.
A prima vista, tutto gli appare caotico e confuso; la massa enorme di organismi è pervasa da una sorta di febbre famelica che la porta a dimenarsi per l’intero pianeta. Guardando meglio, però, dalla superficiale confusione si inizia a scorgere un ordine e le trame caotiche si interconnettono, dando vita a un disegno complesso e affascinante.
Questo disegno è quello che comunemente chiamiamo il “cerchio della vita”. Nella nostra traversata lo percorreremo insieme al raggio di sole, e impareremo a osservare le cose da una prospettiva nuova e speciale.
Attenzione però, i fasci luminosi che colpiscono il pianeta sono miliardi di miliardi e ognuno illumina solo una piccola parte del cerchio della vita.
Il raggio di questo libro, tra le molteplici storie che corrono veloci sotto la biosfera, ne ha colpita solo una e ha iniziato a srotolarla per raccontarcela.
E, chissà perché, il filo narrativo non prevede il coinvolgimento dei grandi erbivori e neanche, se non marginalmente, degli animali domestici.
Il frammento di storia della vita rischiarata da questo specifico raggio di sole è minuscolo, apparentemente insignificante ma solo se lo si guarda da una prospettiva unicamente umana.
Ogni organismo vive in un suo ambiente distinto ed è abituato a osservare solo il frammento di natura che gli gira intorno, e che da una parte gli serve e dall’altra ha gli strumenti per codificare.
I raggi del sole sono invece democratici e illuminano tutto il grande popolo degli esseri viventi e questo particolare fascio è partito, 502 secondi fa, per raggiungere un mondo microscopico, che però può aiutarci ad allargare la nostra visione della vita.