Capitolo 21

Il cavallo ondeggiava calmo, lungo le vie di Roma, alvei di pietra in cui scorreva la storia. Sembrava quasi che l’animale si stesse lasciando trasportare da quella corrente millenaria, o che anche lui stesse ammirando la magnificenza che lo sovrastava, il Colosseo posato sulla città come la corona sul capo di una regina.

Raphael, cullato dall’andatura, sentiva il suo respiro maestoso vibrargli sulle gambe.

Nonostante fosse il luogo in cui era stato abbandonato dopo la nascita e dove aveva perso tutti quelli che lo avevano amato e che amava, si sentiva a casa in quella città. Doveva riconoscere che non c’era un posto migliore per un cercatore di opere d’arte come lui.

Ogni palazzo, ogni chiesa, ogni convento poteva nascondere una qualche meraviglia dei più grandi pittori, scultori, architetti. Per non parlare di quelle antiche, che a Roma affioravano dal suolo come lattee secrezioni della madre terra.

E se altrove l’arte era creata a partire dalla realtà, nella città santa avveniva anche il viceversa: talvolta era la realtà che veniva creata dall’arte. Non lontano da lì, ad esempio, era sorta una chiesa, perché in quel punto una Madonna affrescata aveva pianto.

Occhi.

La parola prese a riecheggiare nella testa di Raphael, apparentemente senza un perché.

D’un tratto se li sentiva scivolare sulla schiena come sanguisughe.

Non erano specchi, ma tentacoli dell’anima.

Di certe anime.

Quelle che scrutano nascoste nell’ombra, che guardano con avidità, spiano. Occhi come quelli emanavano qualcosa, un alito, una sorta di materia sottile che viaggiava nell’aria e si insinuava in Raphael procurandogli una sensazione di disagio, la certezza di essere osservato.

Si toccò il fianco sinistro, la pistola era al suo posto, carica e pronta a sputare dieci inappellabili sentenze di morte una dopo l’altra.

Si voltò con discrezione, fingendo di cercare qualcosa nella tasca della sella. Vide due cavalieri con il cappuccio calato sulla testa. Lo stavano seguendo mantenendosi a distanza di sicurezza. Altri due erano fermi in fondo alla via, e le loro teste ruotavano troppo spesso nella direzione sbagliata: la sua.

Non aveva denaro con sé, si disse, i quadri erano al sicuro nella catacomba, poteva temere soltanto per la sua vita.

Chi potevano essere?

Valutò l’eventualità che si stesse sbagliando.

Smontò di sella con un salto e fece fermare il cavallo. Si accosciò per controllargli uno zoccolo e nel mentre, asciugandosi il sudore gelido della fronte, guardò di sottecchi cosa succedeva dietro di lui.

Il cavallo, mansueto, soffiava dalle froge e scuoteva la testa come scosso da un brivido.

I due cavalieri avrebbero potuto passare oltre, la qual cosa non avrebbe fornito la garanzia che non lo stessero pedinando. Ma si fermarono.

I due in fondo alla strada si mossero, però non se ne andarono, rimasero lì con i loro sguardi indiscreti, che scintillavano a tratti.

Come uno di quei magneti con i quali Ariel era solito strabiliare le corti in cui aveva la ventura di esibirsi, la mano di Raphael era attratta dal metallo della pistola.

Il primo pensiero di Raphael andò ai birri del Santo Uffizio.

Il secondo, ai Familiari dell’Inquisizione, uomini che passavano il loro tempo a osservare gli spostamenti e le abitudini altrui per poi riferire a chi di dovere.

Una calma irreale aveva immobilizzato l’aria.

Silenzio, solo il cupo fiottare del sangue nelle orecchie.

Raphael rimontò in sella. Esortò l’animale a procedere lentamente e se stesso a restare pronto, ma tranquillo.

Chi avrebbe potuto riconoscerlo dopo così tanto tempo e, soprattutto, immaginare perché fosse tornato?

In pochi, molto pochi, erano al corrente dell’esistenza della sua collezione segreta, e di costoro, nessuno avrebbe potuto denunciarlo senza compromettersi a sua volta, magari per avergli venduto un quadro proibito prima che il Sacro Tribunale glielo sequestrasse.

Aurora, la prostituta della Veneziana?

Che un Familiare le avesse fatto visita al bordello e avesse cominciato a farle domande su di lui non era possibile escluderlo.

Cercare, comprare e custodire i quadri che l’Inquisizione voleva cancellare per sempre dalla terra comportava dei rischi da non sottovalutare. E lui non aveva mai commesso la leggerezza di dimenticarlo.

Poi la sensazione sgradevole di occhi molli e umidi appiccicati alla schiena svanì. I quattro cavalieri che lo stavano seguendo scomparvero nella luce fosca della sera.

Il collezionista di quadri perduti
titlepage.xhtml
part0000.html
part0001.html
part0002.html
part0003.html
part0004.html
part0005.html
part0006.html
part0007.html
part0008.html
part0009.html
part0010.html
part0011.html
part0012.html
part0013.html
part0014.html
part0015.html
part0016.html
part0017.html
part0018.html
part0019.html
part0020.html
part0021.html
part0022.html
part0023.html
part0024.html
part0025.html
part0026.html
part0027.html
part0028.html
part0029.html
part0030.html
part0031.html
part0032.html
part0033.html
part0034.html
part0035.html
part0036.html
part0037.html
part0038.html
part0039.html
part0040.html
part0041.html
part0042.html
part0043.html
part0044.html
part0045.html
part0046.html
part0047.html
part0048.html
part0049.html
part0050.html
part0051.html
part0052.html
part0053.html
part0054.html
part0055.html
part0056.html
part0057.html
part0058.html
part0059.html
part0060.html
part0061.html
part0062.html
part0063.html
part0064.html
part0065.html
part0066.html
part0067.html
part0068.html
part0069.html
part0070.html
part0071.html
part0072.html
part0073.html
part0074.html
part0075.html
part0076.html
part0077.html
part0078.html
part0079.html
part0080.html
part0081.html
part0082.html
part0083.html
part0084.html
part0085.html
part0086.html
part0087.html
part0088.html
part0089.html
part0090.html
part0091.html
part0092.html
part0093.html
part0094.html
part0095.html
part0096.html
part0097.html
part0098.html
part0099.html
part0100.html
part0101.html
part0102.html
part0103.html
part0104.html